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Monchi: «Nessuno è cedibile, nessuno è incedibile: non sono qui per vendere fumo»

Interessante conferenza stampa del nuovo diesse giallorosso Monchi: «Il gap con la Juve si può colmare, ma non sarà facile. Valuteremo tutte le offerte».

Monchi: «Nessuno è cedibile, nessuno è incedibile: non sono qui per vendere fumo»

Conferenza stampa

La conferenza stampa di Monchi, per la prima volta di fronte ai giornalisti come direttore sportivo della Roma: «Ci giochiamo la Champions diretta, sarà eccitante. Sulla base di questo presente, costruiremo il nostro futuro. La Juventus? Non è facile colmare il gap subito, essere ambiziosi non vuol dire vendere fumo. Arrivare a certi livelli non è impossibile, in rosa abbiamo argomenti e calciatori per colmare il divario. Dobbiamo lavorare molto, abbiamo già iniziato a farlo. I tifosi della Roma meritano che i loro sogni vengano realizzati, ma tutti dobbiamo andare nella stessa direzione per raggiungere gli obiettivi».

Il mercato

Noi siamo ambiziosi, e il nostro progetto non è legato solamente al denaro dell’ingresso in Champions. I soldi aiutano, ma non sono tutto. obbiamo entrare in Champions per il prestigio, per la crescita del marchio, per riuscire ad attirare giocatori importanti. Al denaro si può supplire con il lavoro. Se non riuscissimo a centrare questo obiettivo ci rimboccheremo le mani. La mia strategia? A Siviglia eravamo costretti a lavorare in un certo modo, le aspettative e gli obiettivi del club erano chiari. Era un modo di lavorare anche pericoloso, ma a Siviglia siamo riusciti a risolvere il tema finanziario addirittura generando plusvalenze. Un’analisi di questo genere sarebbe parziale: oltre ai numeri economici abbiamo anche raggiunto successi in campo. Qui alla Roma lavoreremo con la strategia migliore per raggiungere questi successi sportivi. Il problema non è vendere giocatori, ma comprare male.

Calciatori cedibili o incedibili? La Roma analizzerà tutte le offerte che arriveranno, in termini economici e sportivi, non abbiamo un cartello appeso al collo con “si vende”, ma uno con “si vince”. Nessuno è incedibile, nessuno è cedibile. Acquisti? A me piace lavorare con i giovani ma non è un’ossessione. Io voglio comprare giocatori con due caratteristiche: che siano forti e bravi, e che abbiano fame di vincere, voglia ed entusiasmo. Kessie? Ottimo calciatore che la Roma segue, sul quale ho ottime referenze.

Il tema del razzismo

Mi preoccupa. In Spagna stiamo gestendo abbastanza bene la situazione bene grazie alla collaborazione di tutti: club, giocatori, società, governo. In Italia si può fare altrettanto, ma sarà necessaria una collaborazione da parte di tutti: i club e la stampa defono denunciare. Un professionista deve uscire dal campo arrabbiato per aver perso una partita, ma mai perché offeso o insultato per colore della pelle o ideologia. Ruediger è un ragazzo straordinario, sta soffrendo per questo tema. Invito tutti a proteggere lui, ma anche Muntari. Siamo nel 2017 e non dovremmo parlare di questi argomenti.

Monchi e Spalletti

La prima volta che sono stato contattato dalla Roma, quella notte ragionando sui pro e i contro, l’unico contro era la difficoltà nel lasciare Siviglia e casa mia dove ho trascorso 29 anni. I pro sono molti, uno di questi era Luciano Spalletti. Avevo voglia e entusiasmo di lavorare con lui: è un allenatore importante e cercherò di realizzare questa possibilità. in questo momento non dobbiamo distrarci, quello che conta è il Milan, la Juve, il Chievo e il Genoa. Spero possa rimanere con noi, perché è uno dei motivi che mi ha attratto nel venire qui a Roma.  Il mio obiettivo è unire tutti: da Pallotta, a Monchi a ogni singolo dipendente del club. Questo è il primo passo per vincere.

Totti e De Rossi

Sia Daniele che la Roma vogliono continuare insieme e dovremmo essere davvero particolarmente imbranati per non raggiungere un accordo. Ho conosciuto Daniele, è un ragazzo fantastico. Cercheremo di raggiungere questo obiettivo comune. Totti? Sono arrivato qui una settimana fa e sapevo che già vi era un accordo con la società che prevedeva questo fosse il suo ultimo anno da calciatore per poi diventare dirigente del club. Voglio guardare avanti e chiedo che Francesco sia il più possibile vicino a me, per imparare cos’è la Roma, perché Francesco è la Roma.

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