ilNapolista

La distribuzione dei diritti tv in Premier League e in Serie A

Gli incassi dei club inglesi e le differenze col nostro sistema: la forbice tra prime e ultime, i criteri e le cifre in base a rendimento e bacini d’utenza.

La distribuzione dei diritti tv in Premier League e in Serie A

Il primo campionato col nuovo contratto

Lo Sport Business Institute di Barcellona ha pubblicato i dati relativi agli incassi dei club di Premier League per i diritti televisivi. La stagione che si è conclusa con la vittoria del Chelsea è stata la prima regolata dal nuovo contratto firmato per il triennio 2016-2019, con introiti totali cresciuti del 71% e pari a 2,2 miliardi di euro annuali. I dati sono stati ripresi dal Mirror, e nascono da un criterio di ripartizione completamente diverso rispetto all’Italia: una quota fissa (circa 84,4 milioni di sterline a testa) più una quota variabile in base a passaggi in tv e risultati in campionato. Il discorso sui parametri, però, lo affronteremo nei nostri prossimi pezzi sull’argomento. In questo ci fermeremo alle cifre nude e crude, e alle differenze abissali nelle proporzioni con l’Italia. Intanto, sotto, lo schema delle ripartizioni pubblicato dal  Sport Business Institute di Barcellona.

Cifre espresse in sterline

Salta subito all’occhio che la classifica non è perfettamente proporzionale: la posizione in classifica non sempre coincide con il fatturato interno, ma le differenze sono minime. L’altra cosa che colpisce è la distanza tra prima e ultima in classifica. Appena 53 milioni di sterline: il Sunderland guadagna i due terzi dei soldi incassati dal Chelsea. In mezzo, tutte le altre con cifre che vanno pian piano a salire. E a stringere in un vero e proprio fazzoletto le prime quattro squadre: il Liverpool quarto in classifica non guadagna che 4,8 milioni in meno rispetto alla squadra campione d’Inghilterra: meno del 5%.

Questione di proporzioni

A questo punto, è interessante un confronto con l’Italia. Le cifre sono inferiori, e pure di parecchio: il totale degli incassi della Serie A per il campionato 2015/2016 (l’ultimo di cui abbiamo i dati certi) non supera i 924,3 milioni di euro, ma è la proporzione a (dover?) far riflettere. Sotto, uno schema testuale tratto da Goal.com.

La Juventus, prima in classifica, incassa 103 milioni di euro dai diritti televisivi. Ovvero, l’11% dell’intera quota di mercato. Come se il Chelsea incassasse 242 milioni di sterline. A fare la differenza, però, è la forbice con i club che seguono i bianconeri: la seconda squadra, il Milan, guadagna 20 milioni in meno (il 20% in meno rispetto alla Juve), l’undicesima (appena oltre la metà) non arriva che a incassare poco più di un terzo rispetto ai bianconeri. Il confronto con le ultime in classifica è impietoso: il Carpi e il Frosinone guadagnano poco più di un quinto rispetto ai bianconeri. Come se il Sunderland, in base al dato del Chelsea, guadagnasse 30 milioni di euro.

Analisi dei numeri

Come abbiamo spiegato prima, questa è solo la prima parte di un vero e proprio dossier che stiamo preparando. Andremo in giro per l’Europa, confronteremo i vari modelli di ripartizione con quello italiano. Insomma, cercheremo di capire se e quanto l’Italia sia così distante dal calcio europeo in merito alla distribuzione dei proventi televisivi. E come differiscono i parametri da nazione a nazione. Intervisteremo manager televisivi, manager sportivi, esperti di economia. L’obiettivo sarà cercare di stabilire una connessione tra risultati sportivi, competitività del campionato e divisione dei diritti tv. Intanto, teniamoci buona questa prima stima e riportiamo i punti che regolano la ripartizione in Italia. Così da essere pronti per i prossimi articoli:

  • 40% di parte fissa stabilito dalla Legge Melandri,
  • 30% sarà suddiviso tra le venti squadre della massima serie in base al bacino d’utenza in questo modo: il 25% parametrato a un’indagine statistica sul tifo; il 5% leggendo i dati Istat sulla popolazione residente nel Comune in cui gioca la squadra.
  • 30% in base ai risultati sportivi: 10% relativo alla storia sportiva del club in questione dal 1946-47 ad oggi; 15% ai cinque anni precedenti; 5% alla stagione in corso.
ilnapolista © riproduzione riservata