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Inter, adesso è crisi nera… azzurra.

L’Inter non sa più vincere, adesso diventano 7 le partite senza i 3 punti. I tifosi, sempre più delusi, chiedono una rivoluzione.

Tutto è finito (o cominciato) con quel 7-1 all’Atalanta

12 marzo 2017, a San Siro l’Inter si sbarazza di una sorprendente ​Atalanta con un sonoro  7-1. Prestazione maiuscola, con un primo tempo praticamente perfetto conclusosi con il risultato di 5-1. L’Inter finalmente sembra aver trovato la sua dimensione, la quadratura del cerchio. Purtroppo, per i tifosi nerazzurri, era solo un bluff. Quel che sembrava essere l’inizio di un finale di stagione mozzafiato, si è rivelato l’inizio del baratro.

Inizio della crisi

Pagina 29 di 38 del campionato, l’Inter è impegnata in trasferta a Torino, sponda granata. I nerazzurri, però, non vanno oltre il 2-2 contro l’ex Mihajlovic. Dopo la gara col Toro, per la squadra nerazzurra inizia un periodo decisamente nero. Nella giornata successiva arriva la sconfitta in casa contro la Sampdoria, maturata a causa di un rigore all’85’dopo un ingenuo tocco di mano di Brozovic.

L’evento davvero nefasto avviene il 9 aprile. L’Inter, ospite all’Ezio Scida, si appresta ad affrontare un moribondo Crotone. La formazione milanese sottovaluta l’avversario, che estrae dal cilindro una prestazione eccellente sotto tutti gli aspetti: finisce 2-1 per i rossoblu di Nicola.

Il derby

Alla giornata numero 32 in programma c’è il derby di Milano. Una partita che porterebbe i rossoneri a distaccare di 5 punti i cugini in caso di vittoria, ma a -1 in caso di sconfitta.  Il Milan si presenta alla stracittadina dopo un convincente 4-0 sul Palermo, l’Inter in piena crisi. La gara sembra già scritta dopo il primo tempo: il calcio concreto di Pioli vale il 2-0 all’intervallo. I tifosi sognano già una vittoria scacciacrisi; peccato che la partita duri 90 minuti, anzi 97. Ed è proprio all’ultimo secondo che su un’azione da corner, dal nulla, appare il piedone di Zapata che insacca il gol del pareggio. Triplice fischio e 2-2 che lascia invariata la classifica, ma che segna profondamente Icardi e compagni.

Non c’è due senza tre

La squadra si appresta ad affrontare un ciclo di partite dure: Fiorentina, Napoli e Genoa. Due trasferte e una tra le mura amiche. Rappresenteranno le vere prove di maturità mentale o confermeranno la crisi? La gara con i viola è pirotecnica: si conclude con un 5-4 spettacolare. Dopo aver controllato la gara per tutto il primo tempo, concludendolo in vantaggio per 2-1, l’Inter ha il solito blackout. La Fiorentina ribalta la situazione segnando 4 gol e permettendosi anche il lusso di sbagliare un rigore in precedenza. Nell’Inter, capitan Icardi prova a trascinare i suoi, segnando una tripletta, ma il suo contributo è inutile ai fini del risultato. Ennesima sbandata, ennesima sconfitta.

Il coltello nella piaga lo infila Callejon, che fa tornare il suo Napoli dalla gita a Milano, con i 3 punti in tasca. Dopo due ko consecutivi i tifosi nerazzurri sono estremamente delusi, e si aspettano una vittoria convincente contro un Genoa in piena lotta salvezza. L’Inter, però, delude ancora. Questa volta è un ex ad affossarla: Goran Pandev, protagonista del Triplete 2010, sigla la rete decisiva, trascinando i nerazzurri ancora più giù.

Le cause

La domanda che tutti i tifosi si fanno è: “ma come è possibile?”, l’incredulità, mista alla rabbia, è il sentimento più diffuso da ormai un mese e mezzo a Milano. L’Inter irriconoscibile, sembra incredibile che ad inizio anno venisse indicata addirittura tra le favorite per contendere il titolo alla Juve. Nonostante un mercato importante, con investimenti considerevoli come quelli di Joao Mario e Gabigol, quello che è mancato è stata la giusta stabilità in panchina. Ritiro estivo e mercato iniziati da Mancini ma conclusi da De Boer. L’olandese è durato fino a novembre, dopo risultati decisamente scarsi, viene sostituito da Stefano Pioli. L’ex Lazio è arrivato per salvare la barca che stava affondando, e all’inizio sembrava esserci riuscito. Il dato che testimonia la (momentanea) rinascita dopo l’esonero dell’olandese è quello della media punti: per de Boer è pari a 1.27 per partita (11 match e 14 punti), con Pioli è salita fino a 1.75 (25 partite, 42 punti). Alla vigilia di Torino-Inter era pari a 2,3 (38 punti in 16 partite).

Per quattro mesi ha espresso un bel gioco, ottenendo ottimi risultati. Viene premiato dalla società nella sessione di mercato invernale con l’acquisto del sorprendente Gagliardini dall’Atalanta per 25 milioni, lui ringrazia portando risultati e prestazioni a casa. Qualcosa però sembra essersi rotto, forse i troppi rumors che riguardano la ricerca di un nuovo  tecnico per la prossima stagione sono la causa. Di fatto, Pioli sente le panchina scricchiolare e gli ultimi risultati non sono d’aiuto.

Calo generale

Questa crisi non è data solo dalla situazione allenatore. E’ evidente che c’è stato un calo generale dei giocatori chiave. Icardi, il capitano, è sempre meno coinvolto nel gioco. Il 4-2-3-1 lo isola contro le difese avversarie, e i numeri lo confermano. Nelle ultime 7 partite 4 gol, con la tripletta di Firenze. Prima di allora andò a segno nel 7-1 contro l’Atalanta. La sua scarsa prolificità combacia con la crisi della squadra.

Altro elemento di spicco delle difficoltà è rappresentato dal centrocampo: Candreva sembra aver lasciato a Roma la sua leadership, Gagliardini dopo un inizio scoppiettante sembra essersi spento, Kondogbia deve trovare continuità e Brozovic ha la testa altrove. Joao Mario e Banega sono troppo altalenanti nelle prestazioni e non capaci del cambio di passo richiesto.Unica nota positiva è Perisic, vero trascinatore e ultimo a mollare.

Anche la difesa ha delle colpe: se Miranda, Medel e Handanovic non fanno mancare il loro impegni, il resto del reparto è da rivedere. In campionato solo 10 volte la porta è rimasta inviolata, e nelle restanti 24 ne sono arrivati 44 gol subiti, una media di quasi 2 a partita.

Gli effetti e le soluzioni

Il malcontento è generale, assoluto. Una tifoseria che in passato ha vissuto tante gioie, si trova ora ad osservare una squadra senza identità. Le reazioni dei tifosi sono a volte spropositate come quella del caso Nagatomo, ma altre no. Cori contro società, squadra e allenatore, nessuno escluso. Tutti colpevoli di una situazione insostenibile. Le richieste dalla curva sono due: indossare la maglia con onore e rispetto e una rivoluzione generale.

Questo ricambio generale sembra possa essere realizzato la prossima estate. Cessione dei giocatori in esubero o ritenuti non all’altezza dei colori nerazzurri, acquisto di giocatori giovani, per un progetto, ma anche nomi di spessore e di esperienza. Questo è il piano di Suning. In più  l’arrivo di un allenatore che sappia riportare la squadra ad alti livelli. La folla chiede a gran voce l’arrivo del Cholo Simeone – che però sembra voler restare a Madrid – mentre la società prova a convincere Antonio Conte con contratti faraonici. Per ora l’unica cosa certa sono i 2 punti in 7 partite

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