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Gabigol, ovvero un solo gol pagato carissimo: l’Inter ha investito 63 milioni su di lui

Il sito calciomercato.com e la Gazzetta scrivono dei quattro milioni di commissioni pagati dall’Inter. L’investimento totale è una vera lezione di mercato.

Gabigol, ovvero un solo gol pagato carissimo: l’Inter ha investito 63 milioni su di lui

La commissione

La notizia del giorno è quella dei 4 milioni di commissione. Lo riporta la Gazzetta, che a sua volta cita il sito calciomercato.com. Il contratto che ha legato e lega Gabigol all’Inter comprendeva anche questa “nuova” cifra, che va ad aggiungersi ai 29.5 investiti per il cartellino e ai 30 (lordi, 15 netti al calciatore) come ingaggio quinquennale. Totale: 63,5 milioni di euro.

Il club nerazzurro, guidato in questa operazione da Suning – nella figura di Kia Joorabchian –  dall’intermediario Giuliano Bertolucci e dal fondo Doyen, ha quindi speso 63,5 milioni di euro per un calciatore che ha segnato un solo gol. Che, soprattutto, ha giocato in tutto per 213′ tra campionato e Coppa Italia. E che, infine, non è riuscito a incassare la fiducia di tre allenatori diversi. de Boer, Pioli, ora Vecchi. Una sola partita da titolare. Contro il Bologna, ovviamente in Coppa Italia. Come dire: o sono tutti pazzi, o magari nel ragazzo ex Santos c’è effettivamente qualcosa che non va.

Modello Jiangsu

Per Suning non si tratta di un salasso. Nel senso: i quattro milioni di commissione, ma anche l’intero investimento non cambierà strategie e programmi futuri. La Gazzetta spiega che la decisione di acquistare Gabigol nasce in un momento particolare. Il ragazzo era protagonista assoluto dei Giochi Olimpici, e coloro che l’hanno consigliato all’Inter «godevano di un’estesa fiducia per gli acquisti effettuati in favore del Jiangsu. Il club cinese, all’epoca, con Ramires, Jo e Alex Teixeira era in zona Champions asiatica e gli investimenti stavano dando i loro frutti. Ecco perché la famiglia Zhang ha provato ad applicare all’Inter il modello Jiangsu». Non ha funzionato proprio benissimo.

L’ennesima lezione

Avevamo già scritto, recentemente, di Gabigol. Di come il suo acquisto fosse in qualche modo sintomatico di una mancanza strategica reale in casa nerazzurra. Di come il suo arrivo avesse e abbia un senso non molto lontano dalla figurina e basta. Ecco, questa è l’ennesima conferma di questa teoria. Non sono i 4 milioni a cambiare il giudizio, lo scrive anche la Gazzetta. Ma lo ribadiscono, lo sottolineano con la matita blu. Spendere tanto non sempre vuol dire spendere bene. Anzi, a volte può essere davvero deleterio. Specie quando «negli ultimi giorni di trattative, una vera e propria fortuna (67,5 milioni, fonte Transfermarkt) per un attaccante/esterno offensivo (Gabigol) e un centrocampista tuttofare (Joao Mario). Due grandi colpi, per carità. Però, dimenticandosi (forse) le vere priorità dell’organico. Ha ceduto un calciatore arrivato da soli due mesi (Caner Erkin) e si presenta con Andrea Ranocchia come prima riserva ai centrali titolari (Murillo e Miranda), con Santon, Nagatomo, D’Ambrosio e l’infortunato Ansaldi nel contingente-terzini e Berni e Carrizo come riserve di Handanovic».

L’ultimo passo è copincollato da un nostro articolo datato 1 settembre 2016. Definimmo Joao Mario e Gabigol come «due grandi colpi». Ci eravamo fatti contagiare un po’ anche noi dalla portata mediatica di quegli acquisti. Abbiamo sbagliato., pure noi. Ma un po’ meno dell’Inter. Questo potete riconoscercelo.

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