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Dossier Napolista – I criteri di ripartizione dei diritti televisivi in Europa

La seconda puntata del nostro dossier: tutti i modelli di suddivisione dei diritti televisivi nei cinque campionati più importanti d’Europa.

Dossier Napolista – I criteri di ripartizione dei diritti televisivi in Europa

Le cinque leghe top

Abbiamo iniziato ieri il nostro viaggio nel mondo dei diritti televisivi in giro per l’Europa. Il pezzo statistico sugli incassi dei club di Premier ci ha fornito lo spunto per ampliare la nostra analisi a tutte le cinque leghe top europee, che rappresentano il benchmark per la ripartizione dei proventi dei broadcaster. In questo pezzo, sostanzialmente numerico e “codificato”, illustreremo i metodi di divisione delle cifre incassate nei cinque campionati top. Un primo modo per capire le differenze tra i vari modelli e iniziare a farsi un’idea sulla correlazione tra competitività e discorso in merito ai tv rights.

Premier League (2,2 miliardi di euro annui, 3,6 miliardi considerando anche i diritti internazionali)

I diritti domestici, intesi come diritti venduti all’interno del Regno Unito, sono così divisi:

  • 50% in parti uguali
  • 25% in base alla classifica finale (Merit Fee)
  • 25% in base al numero di passaggi televisivi (Facility Fee)

La Merit Fee equivale ad 1,24 milioni di sterline per ogni posizione occupata. La Facility Fee parte da un minimo garantito per otto partite trasmesse in tv (13,6 milioni di sterline) fino a un massimo di 31,4 milioni per 29 passaggi televisivi (quest’anno è toccato al Liverpool).

I diritti internazionali, invece, sono divisi tutti in parti uguali.

Ligue 1 (726 milioni di euro annui)

  • 50% in parti uguali
  • 21% in base ai dati di audience
  • il restante 29% in base ai risultati sportivi, diviso tra il 25% in riferimento all’ultima stagione e il resto in base ai risultati aggregati delle stagioni precedenti

In ogni caso, il modello francese è in via di aggiornamento, alla ricerca di un nuovo equilibrio.

Bundesliga (1,4 miliardi annui)

  • 70% in parti uguali (tra tutti i club di Bundesliga 1 e Bundesliga 2 secondo l’ordine stabilito dalla classifica dell’ultima stagione)
  • 23% in base alla classifica ponderata degli ultimi cinque anni dei 36 club iscritti ai due campionati)
  • 5% in base alla classifica complessiva dei 36 club di cui sopra negli ultimi 20 anni
  • 2% in base all’utilizzo di giovani Under 23 formati nei club. Chi offre più spazio ai prodotti dell’Academy avrà maggiori incentivi economici.

Liga (1,7 miliardi di euro annui)

La Liga è passata da un anno ad un sistema centralizzato di vendita e ridistribuzione dei diritti televisivi. I criteri di ripartizione:

  • 50% in parti uguali
  • 25% in base ai risultati sportivi
  • 8,3% in base ai risultati del club al botteghino, quindi la forza sul mercato di biglietti e abbonamenti
  • 16,7% in base alla “visibilità” della squadra, un concetto vicino al nostro “bacino d’utenza”.

Non a caso, la Spagna ha il modello più squilibrato dell’intero gruppo di leghe

Serie A (924,3 milioni annui)

  • 40% di parte fissa stabilito dalla Legge Melandri,
  • 30% sarà suddiviso tra le venti squadre della massima serie in base al bacino d’utenza in questo modo: il 25% parametrato a un’indagine statistica sul tifo; il 5% leggendo i dati Istat sulla popolazione residente nel Comune in cui gioca la squadra.
  • 30% in base ai risultati sportivi: 10% relativo alla storia sportiva del club in questione dal 1946-47 ad oggi; 15% ai cinque anni precedenti; 5% alla stagione in corso.
2. CONTINUA
IL NOSTRO DOSSIER

Puntata 1: La distribuzione dei diritti tv in Premier League e in Serie A

 

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