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Il calcio italiano si arrende al razzismo: Muntari squalificato, pena sospesa per Inter (Koulibaly) e Lazio (Rudiger)

Lettura e interpretazione del comunicato del Giudice Sportivo. Che, non punisce le manifestazioni razziste ma squalifica Muntari applicando il regolamento.

Il calcio italiano si arrende al razzismo: Muntari squalificato, pena sospesa per Inter (Koulibaly) e Lazio (Rudiger)

Cagliari-Pescara, Inter-Napoli e Roma-Lazio

C’era grande attesa per il comunicato del Giudice Sportivo. C’erano da interpretare i casi Strootman e Muntari, e c’era soprattutto da “verificare” il lavoro della Lega sul tema razzismo. Le sanzioni non hanno deluso le attese, nel senso che ci sarà molto da discutere: Muntari è stato squalificato per una giornata, due settori di Inter e Lazio sono stati chiusi per il prossimo match casalingo di nerazzurri e biancocelesti, ma la sanzione è sospesa per un anno. Una semplice diffida, con la promessa di rendere effettiva la sentenza in caso di reiterazione. Nessuna sanzione, invece, per il Cagliari.

In questo modo, la Lega rifugge il problema razzismo. Se a Cagliari è giusto ridimensionare la cosa alle dieci persone che hanno effettivamente intonato i cori razzisti (come leggeremo nel comunicato), a Roma e Milano l’80% di ampi settori (Curva Nord e Secondo Anello verde) non bastano per comminare una sanzione, una squalifica. È una dimostrazione di arrendevolezza da parte del calcio italiano, che rispetta il regolamento alla lettera con Muntari ma non dà un segnale forte nei confronti delle discriminazioni. Vediamo le motivazioni di tutte le sentenze.

Muntari

Il Giudice Sportivo ha, in qualche modo, “separato” le due sanzioni. Da una parte c’è il mancato provvedimento per il Cagliari e verso il settore da cui provenivano i cori: le persone che intonavano gli slogan razzisti erano in numero inferiore al 10% degli occupanti del settore. Quindi, a titolo di regolamento, la fattispecie non rientra nella casistica. inoltre, nel comunicato si precisa che l’arbitro e gli altri Ufficiali di Gara non hanno percepito queste manifestazioni. Ovvero, non sono state refertate. Da qui la scelta di non punire il Cagliari (pur definendo “deprecabili” i cori di discriminazione).

Per Muntari, una giornata di squalifica. In virtù dell’espulsione comminatagli. In pratica, come spiegato oggi da Luca Marelli, il Giudice Sportivo non ha fatto altro che applicare alla lettera il regolamento. Nel comunicato, si legge anche che l’avvenuta espulsione è stata comunicata al capitano del Pescara, per l’impossibilità di “segnalarla” all’assente Muntari. Che, proprio per questa sua uscita dal campo senza autorizzazione, ha ricevuto il secondo cartellino giallo.

I casi di Roma e Milano

Le interpretazioni del Giudice su altri episodi di discriminazione. A Roma e a Milano, sono state registrate manifestazioni razziste da parte dei tifosi, nei confronti di Rudiger e Koulibaly. Eppure, nessun provvedimento. Leggiamo il comunicato:

Dimensione e percezione fanno la differenza, insieme alla lettura delle relazioni dei collaboratori della Procura Federale. Che nel caso dei cori verso Koulibaly e Rudiger hanno ravvisato e dimensionato la manifestazione, mentre non hanno verificato la stessa entità in quelli verso Keita. La lettura del comunicato è semplice e lineare: tutto dipende dal contenuto delle relazioni dei collaboratori della procura. Che quantificano, nei casi di Koulibaly e Rudiger, un 80% di adesione ai cori.

Nonostante tutto questo, Curva Nord e Secondo Anello Verde non saranno squalificati. I settori resteranno aperti, ma con diffida per il prossimo anno in caso di nuove manifestazioni. Insomma, una finta sanzione che descrive perfettamente l’atteggiamento del calcio italiano: passivo. Anche nei confronti del razzismo. Un vero peccato.

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