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Torino-Napoli, dietro lo show d’attacco una partita studiata nei minimi dettagli

L’analisi tattica di Torino-Napoli: i granata sono perfetti per affrontare il Napoli, che a sua volta ha dimostrato il perché di tutte le scelte di Sarri.

Torino-Napoli, dietro lo show d’attacco una partita studiata nei minimi dettagli

I motivi di una scelta

Torino-Napoli è stata una dimostrazione, come quelle che i rappresentanti fanno dei propri prodotti. Nei 90 minuti del Grande Torino, abbiamo assistito alla spiegazione del tridente leggero, all’espressione delle motivazioni che hanno spinto e spingono Sarri a fare questa scelta. Tutti e cinque i gol del Napoli nascono infatti dai movimenti coordinati tra Mertens, Insigne e Callejon. Un set di soluzioni che è e sarebbe possibile solo ed esclusivamente con l’utilizzo di tre attaccanti rapidi, intelligenti, non statici. È il risultato, efficace ed esteticamente perfetto, di un processo di crescita ed adattamento rispetto ad un’idea. Un’idea imposta dalle contingenze, certo. Ma non per questo meno valida.

Il primo gol: Mertens staziona sulla stessa linea di Hamsik, attirando i centrali del Torino nella sua zona. Callejon ha lo spazio per inserirsi centralmente, tra e il centrale difensivo e il terzino sinistro granata, che a sua volta deve coprire preventivamente anche sulla discesa di Hysaj. Con un centravanti statico, che avrebbe attaccato la profondità a inizio azione, i due centrali non avrebbero smarrito il punto di riferimento. E Callejon sarebbe stato marcato da uno dei due. Questo gol nasce da una pessima lettura di Carlao e Rossettini, che però è stata indotta da Mertens. Quindi, dal Napoli.

 

Il gol del 4-0: Mertens scambia la posizione con Insigne, dal centrosinistra apre sulla fascia per l’inserimento di Ghoulam. Stesso principio di cui sopra: centrali avversari attratti fuori zona e apertura dello spazio per il compagno. Qui Ghoulam trova un cross perfetto, al centro ci sono tre uomini in posizione di tiro. L’intero attacco del Napoli, con Insigne ad occupare momentaneamente il ruolo di centravanti. Callejon chiude l’azione sul secondo palo.

Abbiamo selezionato solamente due dei cinque gol, ma il discorso sarebbe stato identico, è identico per tutte e cinque le realizzazioni. I principi di gioco del Napoli, oggi, sono perfettamente rappresentati da questa nuova formula offensiva. Anzi, possiamo dire che la scelta di utilizzare come centravanti un calciatore brevilineo e dalla gran tecnica nello stretto ha finito per aumentare la pericolosità della squadra. Non è una sensazione, è una verità oggettiva che trova conforto nei numeri: il Napoli ha segnato più gol  (86 gol contro 80) e tira più volte in porta rispetto alla passata stagione (17,5 contro 17.3 conclusioni per match).

Difesa alta

Il Torino non ha potuto offrire granché per mettere in discussione il domino tecnico e tattico del Napoli. Fatalmente, questa superiorità si è spostata anche sul versante puramente emotivo della partita: nel primo tempo, i granata non hanno mai concluso verso la porta di Reina. I quattro tentativi dei calciatori, tutti di Mihajlovic, sono terminati tutti quanti abbondantemente a lato.

Il dispositivo difensivo del Napoli ha funzionato grazie all’atteggiamento e alla concentrazione dell’intera linea arretrata. La squadra azzurra ha tenuto un baricentro altissimo (53 metri in trasferta), contro una squadra che fa della velocità in ripartenza la sua arma migliore. In qualche modo, il piano partita di Sarri era chiarissimo: togliere profondità a Belotti, costringere gli avversari a un attacco posizionale non perfettamente nelle loro corde. Sotto, la grafica riferita al posizionamento in campo nei momenti di possesso palla avversario. Il Napoli mantiene le stesse distanze e le stesse posizioni nel primo e nel secondo tempo.

A destra i granata, a sinistra gli azzurri.

Al di là dei tre attaccanti, Sarri ha ottenuto riscontri da tutti i calciatori scelti. Jorginho regista è stata la scelta migliore, anche e soprattutto per l’incapacità di Ljajic di seguirlo a uomo. Il serbo è un calciatore di fantasia, spesso ha lasciato all’ex Verona una prima costruzione agevole della manovra. Da qui gli 81 palloni giocati, un numero non altissimo rispetto agli standard dell’italobrasiliano ma comunque il record in campo. Anche Hamsik ha giocato la stessa identica qualità di palloni, ma in un tempo di gioco molto inferiore (è uscito al 65esimo). Una sorta di doppio regista, con Hamsik in posizione più avanzata e con maggiori responsabilità creative (un passaggio chiave e 4 lanci lunghi con precisione del 100%). Sotto, la passmap del capitano azzurro.

Anche la scelta di Allan è stata perfettamente funzionale al match. Il brasiliano è stato scelto per la sua capacità interdittiva nella zona più sfruttata dal Torino. La squadra di Mihajlovic, esattamente come il Napoli, costruisce gran parte del suo gioco sulla catena di sinistra (ieri il 48% delle azioni si è sviluppato sulla fascia mancina), ed Allan è stato fondamentale per offrire la giusta copertura in quella zona. Per l’ex Udinese, 4 palloni recuperati, 5 intercetti e un’ottima percentuale (90%) di accuratezza nei passaggi.

Conclusioni

Un Napoli su misura per se stesso, e per il Torino. Che, a sua volta, rappresenta forse la squadra migliore da affrontare, soprattutto nella versione con due centrocampisti e tre trequartisti. Già all’andata, al netto di una ripresa al piccolo trotto, il Napoli aveva saputo punire l’atteggiamento sbarazzino della squadra di Mihajlovic. Che ieri, accanto a un modulo squilibrato soprattutto a centrocampo, ha mostrato anche una certa carenza di motivazioni.

L’equilibrio raggiunto dalla squadra di Sarri in questo finale di stagione è quasi perfetto. La squadra attacca con la solita varietà ma riesce anche a limitare le azioni offensive degli avversari. Le due conclusioni realmente pericolose concesse al Torino in tutta la partita sono un segnale inequivocabile di forza difensiva. La base su cui costruire queste ultime due partite e la prossima stagione è di altissimo livello, dal punto di vista tattico e tecnico. L’aspetto emotivo e di concentrazione farà la differenza tra un probabile terzo posto con una quota record e un possibile successo nel prossimo campionato.

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