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Il Venezia è un progetto moderno (e vincente) mentre si va allo stadio in battello

Ha appena vinto campionato e Coppa Italia di Lega Pro, pianifica il nuovo stadio e ha una struttura manageriale moderna che sfrutta il brand della città.

Il Venezia è un progetto moderno (e vincente) mentre si va allo stadio in battello

Festa promozione

Un bel pezzo, quello di Repubblica, sulla storia del Venezia. Un club storico, che ha già festeggiato il double in stagione (campionato, dunque promozione in Serie B, e Coppa Italia di Lega Pro) e che punta al futuro nonostante l’equivoco col tempo. Sì, perché a parte la percezione fatalmente storica della città, il “problema” sta nello stadio. Il Penzo, come scrive il quotidiano romano, è il secondo impianto più antico d’Italia ancora in funzione (dopo il Ferraris di Genova). E si raggiunge ancora in battello, attraversando la laguna e puntando l’isolotto di Sant’Elena.

Joe Tacopina, presidente americano del club – ed ex dirigente di Roma e Bologna – ha confermato che lo stadio si farà. Entro il 2020. Intanto, ecco la Serie B dopo 12 anni di attesa. Con Inzaghi in panchina, dopo la prima esperienza non proprio felicissima al Milan. E a due anni da un fallimento che ha cancellato il Venezia dal calcio per la terza volta in 15 anni.

Brand

La rivoluzione americana ha caratteristiche precise. Ne parla, a Repubblica, il direttore generale Daniele Scibilia: «Il presidente è la nostra fortuna, pensa sempre in grande. Eravamo in D ma ragionavamo già come un club di A. La squadra saliva i gradini e noi ci strutturavamo. Ora abbiamo un merchandising che nessuno ha ai nostri livelli, vendiamo in tutto il mondo. Stiamo aprendo scuole calcio a Shanghai, in Irlanda, a New York. Per Tacopina, Venezia è uno dei primi brand al mondo. Ha visitato i dirigenti del Real Madrid, il primo club del pianeta, in modo da capirne il funzionamento». La scelta non è casuale: il 3% dei tifosi Merengues risiede in Spagna, l’altro 97% in giro per il mondo.

E il nuovo stadio, ovviamente. Raccontato così da Scibila e Repubblica: «Parla il diggì: “I tempi sono maturi, ci sono tutte le condizioni. Ci vorrà un anno e mezzo per l’iter amministrativo, dopo la gara per l’assegnazione dell’appalto si inizierebbe a costruire fra due anni. Obiettivo: prima partita nel 2020”. Stadio da 22mila posti, per il quale il Venezia si sta affidando a chi ha costruito lo Juventus Stadium («Cerchiamo di modellarci sui migliori, e la Juve in Italia è avanti a tutti»). E intorno un “retail park”, una simulazione di realtà urbana, un quartiere da vivere con ristoranti e bar ma anche hotel e centro medico, o abbigliamento con marchi non globalizzati». Il futuro passa da qui. Nonostante l’equivoco col tempo.

 

 

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