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Il vanadio, ovvero come (a Caivano) ti sequestro un terreno senza motivo

Più che Terra dei fuochi, dovrebbero chiamarla Terra dei pazzi: una storia esemplificativa che sarebbe perfetta per il teatro dell’assurdo

Il vanadio, ovvero come (a Caivano) ti sequestro un terreno senza motivo

Vanadio mio

Vanadio: “elemento chimico, di simbolo V, peso atomico 50,94, numero atomico 23, appartenente al gruppo VA del sistema periodico, di cui sono noti in natura due isotopi stabili, 5023V (0,25%) e 5123V (99,75%). Fu identificato per la prima volta da M. del Rio (1801) esaminando un minerale di piombo del Messico, ma tale scoperta fu poi messa in discussione; il metallo fu riconosciuto definitivamente nel 1830 da N.G. Sefström in una ghisa ottenuta da un minerale svedese; successivamente ne sono state studiate nei particolari le proprietà, soprattutto in vista delle peculiari caratteristiche che l’elemento è capace d’impartire alle leghe ferrose.”

Questo è quanto riporta l’enciclopedia Treccani. Ora, e la cosa è legittima, vi chiederete cosa mai possa fregarci del Vanadio e io, a mia volta, mi chiedo quanti di voi sapessero che esiste il vanadio, a cosa serve e dove caspita lo troviamo.

Chi è aduso al bricolage ed ai lavoretti “fai da te”, in casa e meccanici, come me, ne avrà sentito decantare le proprietà nelle leghe degli attrezzi (chiavi inglesi, cacciavite etc.), per tutti gli altri, invece, temo sia un vago ricordo degli studi di chimica al liceo.

La vita di un agricoltore di Caivano

Quel povero Cristo di agricoltore di Caivano, invece, non praticando il bricolage, né avendo frequentato il liceo, non sapeva cosa fosse il vanadio, né immaginava lontanamente che nel suo terreno di origine vulcanica ci fosse il vanadio. Fino al giorno in cui l’Arpac, con suo grande disappunto, gli ha comunicato che il suo era un “terreno potenzialmente contaminato individuato dal superamento della CSC (valori soglia di contaminazione) per i siti a verde pubblico, privato e residenziale (colonna A) relativamente al parametro vanadio”. Gesù, avrà pensato, ma questi vaneggiano!

Sconfortato, torna a casa e comunica ai familiari il dramma. “Ohibò, nonno, ma qual è il problema?” chiede il nipotino esperto di internet, “ho fatto una ricerca su google ed ho letto sul sito https://www.saperesalute.it/vanadio che il vanadio “è un oligoelemento presente nella maggior parte dei tessuti del corpo. È stato dimostrato che questo sale minerale è importante per la prevenzione delle cardiopatie e lo sviluppo di ossa e denti”, non solo! “la sua funzione più nota è quella di inibire la formazione di colesterolo a livello dei vasi sanguigni, un fattore di rischio importante per le patologie cardiache”.

Anche il Ministero scrive che è un valore naturale

Ma, forse, un problema c’è: “dosi elevate possono risultare tossiche e sono state associate alla sindrome maniaco-depressiva e su un altro sito ho trovato che può causare un disturbo bipolare!”. Vuoi vedere che, a furia di scavare in terreni ricchi di vanadio, quelli dell’Arpac abbiano contratto seri disturbi psichici?

La cosa più bella – e che avvalorerebbe questa ipotesi – è che la stessa Arpac, a luglio del 2015, aveva preso atto del fatto che il Gruppo di Lavoro “Terra dei Fuochi” di cui alla Direttiva Ministeriale del 23/12/2013, emanata in attuazione del Decreto Legge n. 136/2013, nella relazione finale consegnata ai Ministri interessati, il 10 marzo 2014 (un anno e quattro mesi prima!) aveva stabilito che il vanadio è un elemento naturale, presente in quantità superiori alla CSC nei nostri suoli vulcanici.

Il disturbo bipolare sarebbe confermato anche dal fatto che il fondo del malcapitato agricoltore era stato sequestrato dalla Procura a novembre del 2013 perché l’acqua del pozzo era, secondo l’Arpac, risultata “avvelenata” dai fluoruri e dal manganese “oltre CSC”. Valutazione confutata dalla stessa Arpac con nota prot. 66707/2016 del 19/10/2016. Dal che, il dissequestro decretato a novembre 2016 dalla Procura.

L’Asl chiede l’interdizione alla coltivazione

Ma, a dicembre 2016, con nota 709 del 22/12/2016, il Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene Pubblica dell’ASL NA2 nord di Pozzuoli, a firma del Direttore dottor Armando Orlando, in seguito alla nuova segnalazione di superamento di CSC (il vanadio, appunto, nel terreno), chiede al Comune di Caivano, l’emissione di una “ordinanza di interdizione alla coltivazione” del fondo motivandola con un generico e del tutto aspecifico “principio di precauzione”.

A questo punto, forse anche per aver frequentato il suo terreno una vita intera, l’anziano coltivatore, viene preso da una crisi maniaco-depressiva ed urla ai suoi familiari che “bisogna portare fino in fondo questa battaglia legale, a costo di vendersi 20 moggi di terra, anche quando non ci sarò più” minacciandoli con un temibile “altrimenti ve meno ‘e jastemme da sotto terra”.

È la sfortuna di operare a Caivano, terra dei fuochi, una terra capace di tramutare in sfortuna i doni della natura.

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