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Strinic, da anonimo a titolare: il suo profilo, il mercato, il futuro

Qualcosa è cambiato, Ivan Strinic si è ritagliato uno spazio importante e “prepara” l’addio probabile di Ghoulam. Un ritratto con un occhio al domani.

Strinic, da anonimo a titolare: il suo profilo, il mercato, il futuro

Un giorno all’improvviso

Abbiamo scritto tanto di Ivan Strinic, anche se è difficile ricordarlo. È un po’ il destino atroce di questo ragazzo croato, ordinario nel nome, nell’aspetto (a parte una chioma bionda ben riconoscibile) e nel modo di giocare. Persino quando decise di ammutinarsi, di attaccare il Napoli perché voleva un minutaggio migliore, non se lo filò nessuno. Era il giorno delle dichiarazioni di Nicolas Higuain, quelle che «a queste condizioni non rinnoviamo». Scrivemmo di Strinic, quel giorno. Faceva tenerezza. Non riuscì a farsi vedere, a farsi sentire, nemmeno quel giorno.

Oggi Strinic è titolare. Un giorno all’improvviso, verrebbe da dire. Titolare nell’accezione che (ringraziamo il Cielo) questo termine ha assunto nel racconto tecnico del Napoli. Ovvero un periodo sempre negli undici, con l’altro uomo della tua “casella di ruolo” (Ghoulam, nella fattispecie) in panchina. Qualcuno sussurra sia un atto dovuto e necessario, perché Radiomercato racconta da mesi l’addio di Faouzi e quindi queste sono prove tecniche di trasmissione. Prove tecniche di futuro. Che Strinic si sta giocando in maniera discreta. Anzi, alziamo la posta. In maniera assolutamente positiva.

Lazio-Napoli è un destino

Abbiamo scritto molte volte di Ivan Strinic, ci “tocca” farlo oggi. Nuovamente, quasi inaspettatamente. Anche se Lazio-Napoli, probabilmente, è una partita scritta nel suo profilo astrologico. Appena arrivato in azzurro, gennaio 2015, il croato gioca nell’Olimpico biancoceleste. E disegna un vero e proprio partitone. Senza citarlo apertamente, lo descrivemmo così nella biografia stagionale (2015/2016) dell’ex Dnipro

Arrivato a gennaio 2015 come sostituto di Ghoulam (remember Britos), il croato si impone quasi subito. C’è qualcosa di diverso rispetto all’algerino: c’è lettura del gioco difensivo, c’è applicazione. Anche in una fase di non possesso non proprio armonica come quella del secondo Napoli di Benitez. C’è un pizzico di sicurezza in più nelle chiusure, che siano sulla palla o sull’uomo.

Il pezzo in questione, però, continua così:

A un certo punto, però, Strinic sparisce. L’alternanza dei primi tempi con Ghoulam si trasforma in una dittatura algerina, con l’ex Saint-Etienne in campo sempre, sia in Europa League (per forza, Strinic aveva già giocato in quella competizione con quei simpaticoni del Dnipro) che in campionato.

Alzarsi dalla panchina

Sarri fa la stessa cosa l’anno scorso. Nel primo periodo della stagione, Strinic vede il campo solo in Europa League. Gioca la prima in campionato che è già 2016, a Frosinone. Poi qualche ingresso sporadico, roba di poco conto, cinque partite in Serie A alla fine della stagione. Poco, troppo poco. Anzi niente. Il fatto che Sarri non creda in Strinic, esattamente come Benitez, è un messaggio lanciato: Ivan non è all’altezza. Come dire: un allenatore può essere cretino. Due su due fanno innalzare il sospetto che non si tratti proprio di un abbaglio. Nonostante, lo ripetiamo, le prove di Strinic non siano mai state davvero scoraggianti.

Quest’anno, poi, cambia qualcosa. A causa della Coppa d’Africa post-natalizia, Strinic si impadronisce della fascia. Prima di quel momento, in realtà, la situazione non è cambiata di molto. A inizio ottobre il Napolista scriveva di come il buon Ivan fosse un mistero del turnover. Come Rog, più di Rog. Non giocava mai. Poi ha iniziato a farlo. Si è alzato dalla panchina. E i risultati sono stati soddisfacenti. Fino a spingerlo fino all’undici titolare in tre delle ultime quattro di campionato; a Torino, per l’andata della semifinale di Coppa Italia. Una rivalutazione, una riabilitazione.

Il futuro

Il Napoli, quasi sicuramente, sarà costretto a privarsi di Ghoulam. Quindi, al di là di Strinic, ha bisogno di un terzino sinistro. Di due, qualora si decidesse che il croato (che era?) anonimo per forza abbia fatto il suo tempo. Ivan si sta giocando la possibilità della conferma. Non è un fenomeno, può essere un buon calciatore. Nel caso in cui il Napoli dovesse acquistare un calciatore come Grimaldo (magari proprio Grimaldo, sai che bello…), Ivan potrebbe essere il perfetto accompagnatore iniziale: fare da co-titolare almeno inizialmente, spiegargli e mostrargli cosa vuol dire giocare nel Napoli, aprirgli la strada. In caso di investimento di livello inferiore, ovvero dell’acquisto un calciatore giovane e da svezzare alla causa di Sarri, uno come Strinic sarebbe ancora più utile. Inizialmente titolare in senso compiuto del termine, interpreterebbe (bene) il ruolo di Jorginho della situazione, facendosi affiancare pian piano dal nuovo arrivato come secondo titolare. In due anni di allenamenti con Sarri, qualcosa deve aver imparato. L’abbiamo visto contro la Lazio, ancora, ma anche in qualche partita precedente.

Strinic è un classe 1987, ha 39 presenze nelle coppe europee e altre 39 con la nazionale croata. Non è l’ultimo arrivato. Non sarà un fenomeno, questo ormai ci pare chiaro, ma ha una dimensione rispettabile nell’economia dell’organico azzurro. E poi, cosa fondamentale, gioca abbastanza bene a calcio. Nell’ottica di un upgrade step-by-step, rappresenta il perfetto contraltare di un Ghoulam più giovane e più completo. Sta dimostrando di poter giocare partite di un certo livello. Anche intere, addirittura intere – è un richiamo alla battuta di Sarri sui crampi, roba dell’autunno scorso. Il suo destino all’anonimato potrebbe essere cambiato, all’improvviso. Sarebbe una bella sorpresa.

 

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