ilNapolista

I servizi segreti avevano sotto osservazione la curva “infetta” della Juventus

Le carte dell’inchiesta “Alto Piemonte” sulla ‘ndrangheta. I rapporti con la Juventus. Nnessuno del club è indagato, ma una rilettura aiuta a comprendere il quadro d’assieme.

I servizi segreti avevano sotto osservazione la curva “infetta” della Juventus

Intelligence e bagarini

Parlano molto al telefono i protagonisti della curva “infetta”. Una miscela esplosiva che ha violato pericolosamente la Costituzione dello Sport, che contempla la lealtà, la correttezza, l’onestà. Che vergogna, per la legge del calcio, un presidente della più blasonata società calcistica degli ultimi anni, che – stando all’accusa delle Procura federale – autorizza striscioni vergognosi contro il Torino, evocando la tragedia di Superga.

Curva infetta che interessava anche la nostra intelligence, che guardava molto da vicino le storie di bagarinaggi e gli scambi di biglietti e abbonamenti. E di uso improprio della forza per normalizzare gli spiriti di rivolta e di protesta delle curve.

Il verdetto della giustizia sportiva (il processo comincerà il 21 maggio) arriverà quando il campionato sarà finito e, probabilmente, gli assetti societari saranno stati ridisegnati. Ma appunto tutto questo avverrà a bocce ferme, a campionato finito e magari allo scudetto divorato ancora una volta dalla Juventus.

Domani Pecoraro all’Antimafia

I riflettori sono ancora accesi a palazzo San Macuto dove l’Antimafia sta indagando sui rapporti tra mafia e calcio. Proprio nel giorno di Napoli-Juventus di Coppa Italia sarà risentito il procuratore federale, il prefetto Giuseppe Pecoraro, per fare chiarezza sugli incontri (consapevoli) del presidente Andrea Agnelli con Rocco Dominello, figlio d’arte, di quella ndrina di Rosarno legata ai Pesce e ai Bellocco che si era trasferita a Torino.

A sentire la difesa della Juve tutta una montatura dell’inchiesta federale. Ma dalle carte della Procura di Torino, gli incontri sono documentati. In una inchiesta sulla ‘Ndrangheta a Torino – “Alto Piemonte” – c’è un capitolo dedicato alla Curva della Juve. Forse un piccolo sacrificio va fatto. Insomma una lettura ragionata del punto di vista della Procura merita, anche se va sottolineato molto bene che nei confronti della Juve non è stato contestato alcun reato.

Stralci delle carte

«Ebbene la potente famiglia Dominello è coinvolta nell’affare dei biglietti della Juventus che vengono ottenuti e poi venduti a prezzi altamente maggiorati. Questo inserimento emerge in modo eloquente nella telefonata numeri 13.285 del 15 gennaio 2014 tra Stefano Merulla (responsabile del ticket office del club) e l’indagato Fabio Germani: in tale conversazione Stefano Merulla si lamentava del fatto che Rocco Dominello “ha una certa influenza in certe situazioni” che lo preoccupano tanto che ribadiva più volte in tale telefonata: “l’hai portato tu (riferito a Fabio Germani)”, “non l’ho portato io: nel momento in cui tu l’hai portato, e l’hai presentato in un certo modo, io ripeto, non so che mestiere faccia, non so che influenza abbia, ma ho la percezione che abbia una influenza abbastanza forte all’interno della curva”.

I due livelli di autorizzazione (ultras e ‘ndrangheta)

Quella primavera del 2013 segnerà un punto di non ritorno nella gestione dei traffici illeciti nello stadio della Juventus. Gruppi criminali e gruppi di ultras hanno fiutato l’affare della compravendita dei biglietti e degli abbonamenti.
«Nelle successive telefonate intercettate emerge, però, la necessità di ottenere l’autorizzazione su due livelli: quello degli storici club ultras già presenti all’interno dello stadio e quello della criminalità organizzata rappresentata (come emergerà ancora meglio nel prosieguo) da Saverio Dominello come espressione della famiglia Bellocco/Pesce di Rosarno».

“Quanto al primo livello, è significativa la telefonata del 7 aprile del 2013 dove Giuseppe Sgrò contattava Loris Grancini referente del gruppo ultras Viking”.

Come si entra nel gruppo “Gobbi”

«Lo Sgrò gli comunicava che un suo amico stava entrando nella curva con il gruppo “Gobbi” e Grancini, rispondendo secondo una logica da tifoso ultras, affermava che non vi erano problemi data l’appartenenza alla medesima tifoseria (“… se sono juventini problemi non ne abbiamo, che poi sono interisti, milanisti, fiorentini, della Roma allora sì…”). Interessante inoltre notare come Sgrò, prima di chiedere questa autorizzazione al capo ultras, evochi all’interlocutore l’amicizia comune di Saverio Dominello (”ho avuto tanti problemi, però chiedevi sempre a Saverio (padre di Rocco, ndr) di te, come stai?”).

L’affare dei biglietti

E ora serve anche l’autorizzazione della ‘Ndrangheta. Il 14 aprile 2013 Saverio Dominello «organizzava un incontro con Giuseppe Sgrò e Antonio Marcello dava l’autorizzazione all’accesso di questo nuovo gruppo nella curva della Juventus. Ora, emerge chiaro che lo scopo di tale autorizzazione non era certo sportivo ma esclusivamente legato al lucroso affare dei biglietti. A tale riguardo vanno, infatti, riportati alcuni brani delle conversazioni ambientali.

A partire da quella del 14 aprile del 2013 tra Giuseppe Sgrò e Saverio Dominello. Quest’ultimo diceva a un certo punto a Sgrò: “tu vai tranquillo…se il piatto è rotondo, io so che quel piatto poi..se si deve fare a cinque spicchi…” e Sgrò replicava: “no tu basta che avvisi quelli per dirgli che la dà.. ci sono persone che ti appartengono a te”. E Dominello rispondeva: “vai tranquillo”. Poi quando Saverio Dominello usciva dall’autovettura, Sgrò, parlando con Antonino Marcello, diceva: “andiamo avanti! Abbiamo il benestare da tutte le parti… io perché volevo venire da Saverio per parlare di tante cose… perché nessuno domani ci può dire a noi..“che avete fatto” noi abbiamo il benestare da tutte le parti” (da intendere appunti della tifoseria ultras e delle famiglie ‘ndranghetiste)».

«Rapporti stabili con dirigenti e figure chiave della Juventus»

Sgrò era felicissimo di avere l’autorizzazione di “Rosarno, Barrittieri, Seminara, Reggio”: «Noi abbiamo le spalle coperte, abbiamo i cristiani che contano, che cazzo volete di più?».

Scrivono gli inquirenti torinesi: «Mafia e tifo ultras si saldano (plastica in questo senso è la riunione fra i Dominello, il capo dei Drughi è uno dei capi del neo gruppo Gobbi, Farina) non certo in vista di un comune obiettivo legato allo sport ma per lucrare denaro in specie con l’affare assai redditizio del bagarinaggio dei biglietti delle partite».

Le successive intercettazioni vedono protagonista Rocco Dominello, figlio di Saverio, che si è inserito nell’affare dei biglietti delle partite insieme a Fabio Germani. «Le intercettazioni dimostrano gli enormi interessi economici da loro perseguiti con la rivendita dei biglietti. Entrambi risultano profondamente inseriti in stabili rapporti con dirigenti e figure chiave della Juventus Football Club. Anzi, taluni di questi ultimi paiono avere un rapporto persino di soggezione e sudditanza nei confronti di Rocco Dominello».

ilnapolista © riproduzione riservata