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Com’è cambiato il rapporto tra Reina e il Napoli

Le voci su Szczesny, un rendimento non più continuo a causa di problemi fisici, l’amore del pubblico e per il pubblico che sembra non bastare più.

Com’è cambiato il rapporto tra Reina e il Napoli

Doppia dimensione

Esistono due Pepe Reina. Il Pepe Reina portiere, il Pepe Reina personaggio. Combaciano, certo. Sono entrambi importanti, sicuramente. Però, come dire: a un certo punto, i significati e i significanti extra campo finiscono per sbiadire quando il rendimento del calciatore non è (più) soddisfacente. È quello che sta succedendo nel rapporto ormai controverso tra il portiere spagnolo ed il Napoli.

I primi a dirvelo siamo stati noi, noi del Napolista. Era il 13 aprile, ormai una settimana fa. Gipo Mainardo Keynes, il nostro informatore di mercato, fu il primo a scrivere di Szczesny. Così: «Il Napoli da qualche settimana è sulle tracce di Wojciech Szczesny il polacco dell’Arsenal in prestito alla Roma. Ventisette anni, raggiungerebbe Milik e Zielinski a Napoli. Szczesny piace molto sia a Giuntoli sia a Sarri. E sarebbe un portiere che ovviamente farebbe concorrenza a Reina. Non un giovane da crescere – e non è detto che l’operazione Meret non si faccia – ma un portiere maturo, solido, con esperienza sia europea sia italiana. proprio nell’ottica di non avere punti deboli il prossimo anno».

Il rendimento

Sono arrivate ulteriori conferme in merito. O meglio (perché di conferme non avevamo bisogno), i giornali italiani non hanno potuto che abbracciare quest’indiscrezione che sarebbe il vero colpo di mercato del Napoli. La Gazzetta stamattina in edicola si sofferma sul tema: «Quest’anno il rendimento di Reina va avanti a fasi alterne, troppi gli errori che gli sono stati attribuiti fin qui. Probabilmente, gli è venuta meno quella reattività che gli ha permesso di potersi misurare coi migliori numeri uno al mondo, nel corso della sua lunga carriera. Un’involuzione dovuta soprattutto ai problemi muscolari che lo perseguitano da qualche anno. […] Problemi, in ogni modo, che non gli permettono di allenarsi con continuità, di tanto in tanto è costretto a svolgere un lavoro differenziato per non caricare troppo i muscoli sofferenti».

 

Ecco, il punto è proprio questo. Le condizioni fisiche del portiere spagnolo non permettono di investire su di lui a lunghissimo termine. Un ostacolo in partenza, che in qualche modo “giustifica” le attenzioni del Napoli per Szczesny. E che sicuramente influirà sul rapporto triangolare tra Reina, il pubblico e il Napoli. Fatto di stima, amore e riconoscenza. Ma che, a questo punto, manca della base più solida e necessaria per ripartire ancora verso il futuro. Con buona pace dei romantici, dei sostenitori dell’amore tra tifosi e calciatori. Per carità, hanno ragione anche loro. Difendono i sentimenti, un attaccamento che sembra reale da parte del portiere spagnolo. Ma che ha bisogno di un riscontro in campo per proseguire. Il Napoli, fino a prova contraria, necessita che i suoi giocatori giochino bene a calcio più che essere ambasciatori della napoletanità.

L’amore che non basta

Ecco, è proprio questo il punto. Arriva un momento in cui l’amore non basta più. O meglio: un momento in cui una relazione deve poggiare anche su altro. Fiducia, stima reciproca. In quello che si fa, più che in quello che si è. Affinità relazionali, che vanno oltre il sentimento. Quelle famose “divergenze insanabili” che portano le coppie a lasciarsi. Il parallelo è perfetto. Reina e il Napoli erano talmente innamorati l’uno dell’altro da ritrovarsi dopo un anno di pausa di riflessione. È stata la scelta migliore, soprattutto in avvio della scorsa stagione. Sarri aveva trovato il perfetto condottiero di una difesa schierata in modo particolare, dedita a un gioco particolare; lo spogliatoio aveva ritrovato il suo leader carismatico, capitano di parola accanto a quello di rappresentanza Hamsik; il pubblico aveva trovato un idolo cui fare riferimento. Che aveva sposato Napoli con le parole, poi con i fatti. Con un ritorno dal Bayern Monaco dove ovviamente aveva fatto panchina.

La situazione era perfetta, narrativamente e tecnicamente. Il Napoli era reduce dalla stagione più nera dei tempi moderni per quanto riguarda i portieri, Reina seppe restituire sicurezza e personalità. Poi, però, vennero fuori i primi errori. A Bologna, li ricordiamo. Il rendimento, dal Dall’Ara a oggi, non è assolutamente negativo. Ma è una questione di picchi. Positivi, negativi. Mancanza di continuità, qualche miracolo e tante letture sbagliate. A volte ininfluenti, che a volte sono costati un po’. E poi, in ultimo, la panchina controversa contro la Juventus. Questioni fisiche, ma anche un racconto “di dentro” su un Reina inquieto. Dopo il doppio impegno contro i bianconeri (la prima partita, ricordiamo, Pepe non l’ha giocata), la voce di Szczesny. Non è proprio un caso, forse.

Il futuro

Decodificare le intenzioni del Napoli non è semplice. Di certo, l’obiettivo numero uno è il portiere polacco dell’Arsenal. E già questo è un segnale per Reina. Della serie: “Guarda che potrebbe essere arrivato il momento di una reale concorrenza interna”. Oppure: “Non sei più un intoccabile”.

È il senso di quello che avevamo detto precedentemente: l’amore non basta più. E Reina, se è in condizioni precarie dal punto di vista fisico, deve iniziare a pensare a un addio. Oppure no, non c’è bisogno di essere così drastici. A una sfida interna per il posto da titolare, “contro” un portiere di pari livello che possa opporgli una resistenza reale per rendimento e “peso”, tecnico e narrativo. Come dire: nessuno vuole cacciare Reina da Napoli. Ci mancherebbe. Ma abbiamo bisogno di un portiere che possa essere affidabile sempre. Se Reina può esserlo ancora, deve dimostrarlo. Con Szczesny, senza Szczesny. Del resto, quando c’è amore il Napoli viene prima di tutto. E un Napoli senza errori del portiere è un Napoli più forte.

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