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Napoli a lungo rassegnato. Batte la Juventus 3-2 ma non la impensierisce mai

Coppa Italia / Partita a senso unico nel primo tempo. Doppietta di Higuain tra i fischi. Si riapre nella ripresa, grazie anche a una papera di Neto. Ma il Napoli non ha ci mai creduto.

Napoli a lungo rassegnato. Batte la Juventus 3-2 ma non la impensierisce mai

La prima vittoria, inutile

Il Napoli batte per la prima volta in stagione la Juventus ma non basta. Il 3-2 finale schiude le porte della finale di Coppa Italia alla Juventus. L’aspetto più avvilente è che per tre quarti della gara non c’è stata partita. Quel che avrebbe dovuto fare il Napoli, lo ha fatto la Juventus. Che ha occupato bene il campo. Ha giocato con grinta su ogni pallone. Ha fatto un ottimo pressing già con gli attaccanti. Il Napoli non ha saputo mai sfondare. Forse anche perché disabituato a giocare con Milik che Sarri ha preferito a Mertens. È stata una partita persa nella testa e nella tattica. Una partita in cui Higuain ha impresso il suo marchio con una doppietta, quella dello 0-1 e dell’1-2. Entrambe le volte. non ha esultato.

L’ampio turn over di Allegri

Sarri ha riportato Milik al centro dell’attacco, e in difesa ha schierato a sorpresa Chiriches (male, ha perso tanti palloni, ha compiuto retropassaggi pericolosi) per Albiol, a centrocampo Diawara e Zielinski invece di Jorginho e Allan e in porta è tornato Reina che ha preso gol da un rasoterra di Higuain da 25 metri verso la mezz’ora del primo tempo. Un gol che la Juventus ha meritato. Allegri ha proseguito col suo turn over. Solo tre giocatori sono stati confermati rispetto all’undici iniziale di domenica sera: Khedira, Bonucci e Higuain. In porta Neto al posto di Buffon. Benatia al fianco di Bonucci, con ai lati Dani Alves e Alex Sandro. Rincon e Khedira a centrocampo, Sturaro finta ala tattica avrebbe detto Sandro Ciotti, e poi Cuadrado, Dybala e appunto Higuain.

Consapevoli della nostra inferiorità

Il Napoli ha avuto una clamorosa palla gol con Callejon al 12esimo e nulla più. La squadra di Sarri non ha mai mostrato quella determinazione necessaria a invertire il corso della qualificazione. Non c’è stata la proverbiale garra. Al contrario della Juventus che invece è stata evidentemente pungolata dalle critiche ricevute dopo la gara di campionato. L’arrendevolezza del Napoli è parsa evidente nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, dopo il gol di Higuain. È apparsa una squadra rassegnata, come se fosse consapevole della propria inferiorità. O come se, probabilmente, in campo avesse avuto la sensazione di non poterla mai raddrizzare.

Nemmeno sul 3-2 la Juventus ha sofferto

Non c’è stato un solo momento in cui la partita è parsa prendere un’altra direzione. Né sull’1-1 a inizio secondo tempo (bel gol di Hamsik). Né sul 2-2 con Mertens (subentrato a Milik) che ha approfittato di una clamorosa papera di Neto per pareggiare il secondo gol di Higuain. Né sul 3-2 di Insigne dopo una bella serpentina di Mertens. A quel punto mancavano venti minuti più recupero, ma di fatto non è successo niente. Allegri è corso ai ripari, ha tolto Dybala per Barzagli, prima aveva inserito Pjanic. Ma il Napoli un po’ è apparso stanco in alcuni suoi uomini, un po’ non è mai riuscito a mettere paura ai bianconeri.

Resta la lotta per il terzo posto (e forse il secondo)

Nonostante la vittoria, è stata lo scontro diretto che più di tutti ha certificato l’inferiorità tra il Napoli e la Juventus. Innanzitutto a livello mentale. Non c’è mai stata la fossa dei leoni che qualcuno magari si sarebbe aspettato. E non per colpa del pubblico. La stagione del Napoli non finisce qui. A questo punto domenica a Roma ci sarà la partita più importante della stagione, a Roma contro la Lazio, per chiudere o comunque non riaprire la lotta per il terzo posto. La Juventus mai come stasera si è mostrata di un’altra categoria. Sì, Banti non è Orsato (ci passano un paio di categorie tra i due) ma non è all’arbitro che si può imputare l’eliminazione.

Poi si farà il bilancio della stagione

Qualcuno potrà criticare la scelta di schierare Chiriches o Milik (anche Zielinski è parso sotto tono), ma Sarri evidentemente ha provato a cambiare, a inserire forze fresche. Si chiude un’altra stagione senza titoli. Che comunque con il terzo posto resterà ampiamente e decisamente positiva (diciamo da otto), visto anche il cammino importante in Champions League. E che con un eventuale secondo posto potrebbe essere da nove. Dopo quattro partite, si può tranquillamente affermare che possiamo battere la Juventus solo quando il risultato non conta più. Anche se schierano Neto, Sturaro e Rincon. La nota positiva della serata arriva al fischio finale, con gli elogi di De Laurentiis a Sarri. Almeno il post-partita è tranquillo.

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