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Napoli, i quattro calciatori in doppia cifra sono il successo del presente e la guida del futuro

Nessuno si aspettava che il Napoli potesse replicare le cifre realizzative dello scorso anno, in realtà le ha migliorate grazie a una distribuzione diversa.

Napoli, i quattro calciatori in doppia cifra sono il successo del presente e la guida del futuro

Solo il Napoli

Ce ne siamo accorti un po’ tutti, ieri sera, grazie all’immancabile tweet di OptaPaolo. Forse qualcuno l’aveva detto prima, forse qualche commentatore se l’era segnato e ha sparato il record, un record che ha solo il Napoli. Poi, però OptaPaolo ci ha dato la conferma ufficiale. E lui è una specie di bibbia, quando si tratta di statistiche.

Higuain

Alla 32esima giornata dello scorso campionato, il Napoli aveva realizzato 66 gol in campionato. Di questi, 30 erano stati segnati da Gonzalo Higuain. Un’incidenza mostruosa, era logico – anzi elementare – pensare che la squadra di Sarri, privata del Pipita, non potesse ripetere certi score. Dirlo o pensarlo non era da disfattisti o pessimisti. Era un’analisi della realtà. Una cosa era ed è rinforzarsi grazie a una cessione, seppur illustre (la posizione sempre avuta dal Napolista in merito all’addio di Higuain); un’altra cosa è sostituire una tale potenza di fuoco.

E invece, il Napoli ce l’ha fatta. Non l’ha sostituita, l’ha distribuita. Oggi, il Napoli ha segnato 75 gol, nove in più rispetto all’anno scorso. Di questi, 45 arrivano dal reparto offensivo (quello diventato titolare col tempo): Callejon-Insigne-Mertens hanno realizzato il 60% dei gol del Napoli, 45 su 75. Che è una quota vicinissima al 63% rappresentata dalle 42 realizzazioni della coppia Insigne-Higuain nello scorso campionato. 

Per dirla in termini semplici, forse anche semplicistici: Sarri e i suoi calciatori hanno sostituito Higuain con la coralità del gol. E non vogliamo fare la retorica di Milik, assente e quindi impossibilitato a partecipare a questa cooperativa. È un’idea realistica, ma non reale. Non verificabile. Non sappiamo se sarebbe successo davvero. Limitiamoci ad osservare le vicende cui abbiamo assistito, e i numeri che ne derivano.

La difesa e l’adattamento

Abbiamo scritto diverse volte che la vera mancanza di Higuain si è avvertita nella difesa del Napoli. Sembra un paradosso, è una verità suffragata dai numeri. Senza il centravanti argentino, o un suo alter ego (Milik, ad esempio), il Napoli non ha perso qualità nel rendimento e nell’estetica della fase offensiva. Che è cambiata per assecondare una squadra cambiata. Che per mantenersi valida ha dovuto richiedere un supporto più alto a mezzali e terzini. Ed ha finito, fatalmente, per squilibrare un po’ la difesa. Non è giusto, ma non esiste un solo metodo per giocare a calcio. Altrimenti userebbero tutti quello, no?

La squadra ha saputo adattarsi alle nuove necessità. E ora, sembra aver ritrovato la giusta dose di attenzione difensiva. Certo, non mancano (quasi) mai gli svarioni improvvisi, i blackout che mandano in vacca il dispositivo difensivo. Vedasi, ieri sera, la pessima gestione della tattica del fuorigioco da parte di Koulibaly nell’azione del palo di Zapata. Ma, come dire: in una partita giocata a ritmi alti, sempre alti, un errore di lettura si può concedere. È umano, è comprensibile.

L’attacco, oggi e domani

Davanti è sempre stato spettacolo. Lo dicono i numeri, lo suggeriscono ricordi e percezioni. Oltre ai tre signori, come ci ricorda OptaPaolo, anche Hamsik è in doppia cifra. È la sua miglior stagione di sempre in chiave realizzativa. Pure lui ha beneficiato di un set di movimenti meno esclusivo in fase conclusiva. Un sistema più rischioso, certo. Meno accentrato, più vario. Forse maggiormente scolastico perché non legato a quello che può essere il genio estemporaneo di una giocata, ma sempre pronto a eruttare imprevedibilità. Come spiegato anche stamattina, nella nostra analisi tattica: un Napoli non intelligìbile dagli avversari diventa letale. Con questo modo di giocare, questa caratteristica di varietà aumenta.

E questa deve essere la linea guida per il futuro. Mertens, in caso di permanenza, deve essere considerato come una possibilità. La forza e la condizione del momento diranno, partita per partita, con quale rapporti di forza nei confronti di Milik o Pavoletti, di un centravanti propriamente detto. Un Napoli in grado di mantenere uno sviluppo iniziale di gioco simile, costante, può puntare all’ampia scelta di soluzioni in fase offensiva. A una distribuzione del gol, come quella di quest’anno, che possa essere anche rapportata alla varietà di alternative nella manovra offensiva. Avercela fatta dopo Higuain è un segnale incoraggiante, in questo senso. Il Napoli è riuscito a reinventarsi, per essere (ancora più) competitivo può imparare a reinventarsi nel corso della stessa stagione, della stessa partita.

E a chi obietta, rispondiamo semplicemente. Sì, il Napoli ce l’ha fatta. Ha gli stessi punti dell’anno scorso. Senza Higuain. E basta leggersi la classifica dei cannonieri per rendersi conto che non è un caso.

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