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La Juventus ha sempre ottenuto quello che voleva, domenica e ieri (Perché ha giocato Chiriches?)

Il Napoli ha lottato e ci sono tanti aspetti positivi ma loro non hanno mai rischiato. Aspetto editoriali indignati per Cuadrado. E una riflessione sul futuro: ci saranno altre cessioni?

La Juventus ha sempre ottenuto quello che voleva, domenica e ieri (Perché ha giocato Chiriches?)
Hamsik Dani Alves e Rincon (Cuomo)

Il mio Napoli – Juventus 3-2 (Coppa Italia)

– Ci eravamo lasciati domenica con delle belle speranze, con i complimenti per aver murato la squadra più forte nella propria area, per aver annullato l’indigesto ex e l’amaro in bocca per aver pareggiato una partita che poteva essere vinta.
– Ci ritroviamo di nuovo a distribuire complimenti per la bella gara disputata ieri, per non aver mollato e per aver dimostrato, anche quando ormai era tutto finito, carattere e forza fino alla fine. E l’amaro in bocca per non essere riusciti a fermare l’indigesto ex e per non aver compiuto la rimonta.
– È vero, in questa tre giorni, ci sarebbero da sottolineare tanti aspetti positivi, ma sempre se riconduciamo i nostri pensieri al progetto, allo sfruttamento delle risorse e al gioco.
Se invece guardiamo esclusivamente il fine ultimo, il risultato, non possiamo che masticare amaro: un pareggio in campionato che ci ha allontanato dalla Roma e ha avvicinato la Lazio e una vittoria che però non ci permetterà di giocare la finale in Coppa Italia.
– Si dirà che la partita più importante è quella di domenica e che un posto in Champions vale più di una Coppa Italia. È così, perché i denari permettono di fare investimenti e migliorare la squadra, ma è anche vero, e di questo ne sono convinto, che le vittorie regalano ciò che i soldi riescono a fare relativamente: mentalità, esperienza, abitudine, nuove vittorie.
– La Coppa Italia non avrà dunque lo stesso appeal, ed è giusto sfruttare tutta la rosa ma, a conti fatti, mi chiederò a lungo: perché ha giocato Chiriches?

La Juve ha sempre ottenuto quello che voleva

– Già domenica lo si era intuito che la partita di coppa sarebbe stata proibitiva. La Juve, senza giocare, alla fine è uscita dal San Paolo indenne e con ciò che voleva. Mentre gli azzurri, nonostante una partita molto sudata e gagliarda, non sono riusciti ad ottenere ciò che avrebbero meritato.
– Ieri, la Juve è addirittura partita con due gol di vantaggio, frutto soprattutto delle macchie dell’andata, e ha presentato un centrocampo con l’unico scopo di annientare le nostre fonti di gioco. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una sola azione degna di nota in 45 minuti con Calle che però non è riuscito a superare Neto da pochi passi.
– La Juve sorniona ha sfruttato invece al meglio le nostre debolezze ataviche stabilendo forse un record: in 180 minuti ha tirato in porta tre volte, realizzando 5 reti.
Prima Rincon ha sparato alto in seguito ad un intervento suicida di Chiriches e poi in una sola mezza azione ha approfittato di una serie di errori individuali difensivi che sono valsi lo 0-1. Senza stravolgere, senza strafare, ma stando solo concentrati e compatti dietro ed eliminando dal gioco Insigne e Hamsik, la Juve ha costruito la sua partita.
– I due gol di scarto nella testa, l’assetto degli avversari, la conseguente frenesia e il conseguente nervosismo hanno fatto il resto per noi.
– Senza nulla da perdere, a testa bassa, il Napoli ha provato nella ripresa a cambiare l’inerzia della gara, riuscendo con più frequenza ad affacciarsi dalle parti di Neto. Due volte Milik ha sfiorato il gol: con un tiro improvviso da lontano e con un colpo di testa parato in allungo dal portiere.

Il Napoli ha avuto la forza e la voglia di continuare a provarci

– Poco dopo è stato meritatamente premiato col gol del pari che è nato da una iniziativa sulla destra che ha portato Hamsik al tiro dopo un rimpallo. 1-1
– Nel mentre gli avversari hanno creato un vero e proprio fortino in area di rigore, limitando le sortite offensive a sporadiche ripartenze. Una di esse è risultata però letale quando Higuain, dal centro dell’area, ha raccolto un invito da destra e ha chiuso la qualificazione.
– Il Napoli ha avuto la forza e la voglia di continuare a provarci e con un po’ di fortuna è riuscito a pareggiare grazie ad un errore clamoroso di Neto che ha permesso a Mertens di siglare a porta vuota pochi secondi dopo il suo ingresso. E di capovolgere il risultato con Insigne sempre in seguito ad una ficcante azione sulla destra.

Negli ultimi 25 minuti non abbiamo mai impensierito la Juve

– A 25 minuti dal termine, i giochi teoricamente si erano riaperti. Teoricamente perché in realtà il Napoli, eccetto una girata di Pavoletti nel finale che avrebbe meritato miglior sorte, non è più stato in grado di impensierire la retroguardia bianconera.
– La Juve ha beneficiato del doppio vantaggio complessivo e del peso che ha sul campo. Di fatto non si è quasi più giocato. Tra buona gestione della palla e una serie interminabile di episodi volti a far trascorrere il tempo, la gara non ha regalato quel finale pazzo che un po’ tutti auspicavamo.
– A tal proposito, non può non essere menzionato il Cuadrado che già all’andata aveva spostato gli equilibri con quel famoso tuffo che regalò il penalty del 3-1. Ieri ha continuato sulla stessa scia, accendendo nel primo tempo gli animi per un altro carpiato nei pressi dell’area e poi nei minuti conclusivi quando è riuscito nell’impresa di stare più a terra che in piedi.
Mi piacerebbe tanto sapere se coloro che hanno puntato il dito sui fischi “antisportivi” ad Higuain, oggi ci delizieranno con un bell’editoriale in salsa etica sul correttissimo comportamento del recidivo colombiano. Un mix tra Mario Merola e la Cagnotto.
– Il pallone non restituito in seguito ad una sua ennesima sceneggiata lo considero solo un modo per educarlo a comprendere che il calcio è principalmente uno sport e non una infinita e infima fiction.
– In generale, ritengo che la Juve non abbia saputo guadagnarsi il rispetto. Perché, a differenza di ciò che pensa un Dybala, non sono le vittorie a conferirlo.
– In conclusione, il Napoli ha come al solito prodotto più azioni, più tiri, più possesso e come al solito ha beccato due azioni ed altrettanti gol che hanno tolto ogni speranza per una finale. Dejavù.

Riflessione sul futuro del Napoli

– Sono contento del gioco, il Napoli di Sarri mi diverte, i margini di miglioramento sono ancora ampi, specie in difesa, sposo la linea verde e sono fiducioso se guardo al futuro. Allo stesso tempo mi pongo una domanda e faccio una riflessione: dopo il primo anno di Benitez, seppur in un contesto differente, nutrivo le stesse speranze che ho oggi per quel che doveva essere la stagione successiva. Ora mi chiedo come allora: i soldi della Champions saranno certamente più importanti della coppetta, e mi lascio convincere che non potessero essere schierati sempre gli stessi, ma stavolta il futuro sarà davvero nostro diventando presente o dovrò aspettarmi altri stravolgimenti che ci rifaranno piombare nel passato?
La riflessione: questa domanda avrei voluto e dovuto pormela tra un mesetto e non il 6 aprile. Ma è inevitabile, perché non sarà, nemmeno questa volta, la stagione dei trofei.
– Detto questo, quando torna la maglia azzurra? E perché ha giocato Chiriches?
Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca

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