ilNapolista

Mertens andrà via e Insigne merita il contratto che chiede: è la legge del mercato

Due situazioni da approcciare in maniera diversa perché diverso è il background. Se Dries ha certe offerte, giusto lasciarlo andare; diverso per Insigne.

Mertens andrà via e Insigne merita il contratto che chiede: è la legge del mercato

Quello che si dice (e si scrive)

Metà aprile, Pasqua in vista, sette partite di campionato da giocare. Poi sarà calciomercato. Non che in questi mesi ne avessimo sentito la mancanza. Il racconto intorno al Napoli, anche quando si dovrebbe solo pensare a giocare al pallone, è sempre denso di notizie e rumors che riguardano e provano ad inquadrare l’organico di domani. È una condanna, anche autoindotta: nulla, a Napoli (e non solo a Napoli), ha la stessa presa sulla massa tifosa delle trattative di mercato. Nulla piace o appassiona di più, nulla ha la stessa forza emotiva, almeno in prospettiva. Nel bene e nel male.

In questo momento, l’equilibrio tra il bene e il male è perfetto. Perché c’è poco da invocare dalle trattative in entrata, la rosa è definita e serve puntellare qua e là. La duplice sensazione discende soprattutto dalle dinamiche connesse ai due rinnovi eccellenti in casa Napoli, quello di Dries Mertens e quello di Lorenzo Insigne. Non si parla d’altro, ci sono solo le fastidiose interruzioni dovute alle partite. Poi, è tutto un fiorire di ipotesi, voci sotterranee, considerazioni sul progetto. Tutte considerazioni valide, per carità. Tutte considerazioni che però sembrano portare dirette a una doppia conclusione – almeno per chi utilizza la ragione. Anche quella è in equilibrio tra bene e male: Mertens andrà via, Insigne resterà e rappresenterà un nuovo step nella crescita del Napoli.

Due situazioni diverse

Abbiamo a che fare con due calciatori che presentano un profilo molto diverso tra loro. Da una parte c’è un belga prossimo ai 30 anni (il 6 maggio), letteralmente reinventato in un ruolo che prima non aveva mai praticato e con una carriera letteralmente lucidata da questa improvvisa contingenza tattica. Sottolineiamo il termine belga, è una parte importante della narrativa di Mertens. Dall’altra parte, c’è un quasi 26enne mai così completo, maturo, decisivo e insieme importante per la sua squadra. Un calciatore fondamentale, italiano prima e napoletano poi, che si è costruito una solida immagine interna e si sta affermando anche in ambito internazionale.

Non è un gioco “trova le differenze”. Il fatto che uno sia un belga di 30 anni e l’altro un napoletano di (quasi) 26 fa già tutta la differenza del mondo. Al di là delle questioni di campo, si tratta di una pura e semplice questione di mercato e di opportunità. Un calciatore come Mertens, uno sguardo verso il futuro limitato dagli anni, deve necessariamente pensare a capitalizzare questa grossa occasione offertagli dal destino e che lui ha saputo ritagliarsi così, così bene. È una questione di offerta, non di domanda.

Questione di offerta

Il Napoli non può trattenere Mertens. Se è vero, come è vero che, dalla Cina sono pronti a offrirgli ponti d’oro e lui ha già rifiutato una volta; se è vero, come scritto, che su di lui ci sono gli occhi vigili del Manchester United e di altre squadre di Premier. Comunque la si guardi, si tratta di cifre altissime. Insostenibili, dal Napoli, per un calciatore prossimo ai 30 anni e all’ultimo rinnovo della carriera.

Diversa la situazione di Insigne. Anche lui, secondo quanto scritto dai giornali, ha grandi spasimanti alla sua porta. Ma il fatto che abbia ancora 26 anni, che rappresenti un patrimonio tecnico costruito a Napoli, dal Napoli, dà al club una sorta di lasciapassare per alzare l’asticella.

È più facile, più giusto, convincere Insigne piuttosto che Mertens. E non si tratterebbe di tradimento del belga, semplicemente di scelte professionali ampiamente condivisibili. Deve capitalizzare la straordinaria stagione giocata con il Napoli. Poi ci sono anche le questioni personali, familiari, quella città rapace che ogni tanto scende dal suo trespolo e attacca. Era successo con Cavani e Lavezzi, forse con Higuain. Non è mai successo con Hamsik e Insigne, però. Forse neanche questo è un caso.

Motivazioni

Il nostro atteggiamento non fa altro che riflettere la legge del mercato. Quello degli ingaggi, finanche quello tattico. Perché Insigne è un investimento a basso rischio, specie dopo la grande maturazione mostrata nell’ultimo periodo. Mertens, invece, rappresenterebbe un tentativo fatto sulla parola di una sola stagione a questi livelli. Tra l’altro, in un ruolo in cui il Napoli ha Milik e (volendo) Pavoletti. In cui nessuno si aspettava che Mertens potesse fare così bene. Non è una questione di volo di Icaro, è una questione di essere realisti. Se la Cina offre otto milioni l’anno, se il Manchester United arriva a cinque, il Napoli non può ribattere per rilanciare. E nemmeno pareggiare. Può sperare che Mertens decida di rimanere a un prezzo più basso, commisurato a un trentenne belga.

Insigne, invece, potrebbe (e dovrebbe) essere trattato come un principe. Non per un atteggiamento diverso, ma per tutti quei motivi di cui sopra. L’età, l’investimento sicuro, tutto il gioco narrativo su una napoletanità vera sana, la forza verificata ed enorme del suo contributo tattico. Ecco, Lorenzo più di Dries rappresenterebbe l’occasione perfetta per mettere un altro ingaggio forte vicino a quello (sacrosanto) riconosciuto ad Hamsik. Alzare l’asticella, abbiamo scritto. Per Lorenzo, ci sta. Per Mertens un po’ di meno. È solo una questione di opportunità, lo sappiamo tutti. Lo sa anche Dries stesso, che altrimenti non avrebbe tergiversato così tanto. Anche lui sente il profumo dell’ultima occasione. Può decidere se cercare di sfruttarla qui o altrove, a condizioni di buon senso. Insigne, invece, rappresenta un’occasione per il Napoli. È un’altra storia, un’altra cosa. È il profumo di un’opportunità per affermare e bloccare i cardini del progetto. Hamsik, Insigne e poi tutti gli altri. Chi vuole esserci. Ci sta proprio bene.

ilnapolista © riproduzione riservata