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Meret, ovvero l’ingrato compito del Napoli di (almeno) affiancare Reina

Discussione sul tema del portiere: il vuoto generazionale, i grandi che giocano nei top club e la necessità di crescere un giovane per migliorare davvero. Un Meret, appunto.

Meret, ovvero l’ingrato compito del Napoli di (almeno) affiancare Reina

Un’incognita, non solo per il Napoli

Questo pezzo nasce da una conversazione in redazione sul futuro dell’organico portieri del Napoli. Una discussione che poi si è spostata, è andata oltre, ha coinvolto il contesto al di là del club partenopeo. Il concetto di partenza è il seguente: il Napoli ha bisogno di un nuovo portiere, che sia un “primo” per fare concorrenza a Reina e prepararsi ad ereditarne il posto o un “secondo”, almeno inizialmente, più affidabile di quelli in rosa e che abbia margini di miglioramento tali da considerare la prospettiva di farne un titolare. Partendo da qui, ci siamo chiesti: sì, ma chi? Chi permetterebbe al Napoli di fare un vero upgrade rispetto a Reina?

Ne abbiamo scritto tante volte, in tanti modi diversi. Abbiamo parlato di “quello che serve a Sarri” in una lunga guida ragionata. Abbiamo scritto di Oliver Baumann, sempre nell’ordine di idee che servirebbe un estremo difensore che possa essere bravo nella distribuzione della palla, un primissimo regista arretrato, come Reina. Abbiamo scritto di Perin, di Sportiello. Che rappresentano un altro tipo di portiere. Ne abbiamo scritto in mille modi. Poi oggi abbiamo cercato su Transfermarkt. La chiave: i portieri più costosi, quindi più forti del mondo. I risultati: Neuer, De Gea, Courtois, Oblak, Lloris, ter Stegen, Donnarumma, Rico, Navas, Leno, Rui Patricio, Hart. Su Hart ci siamo fermati, ci siamo guardati. Ma davvero ci sono così pochi portieri forti, ma forti davvero?

Vuoto generazionale

È un problema di tutti, non solo del Napoli. Basti pensare che i primi sei della classifica di cui sopra giocano in club come Bayern Monaco, Manchester United, Chelsea, Atletico Madrid, Tottenham e Barcellona. E che il dodicesimo è stato dato in prestito, dal Manchester City, al Torino. Come un ferrovecchio. Non c’è una possibilità reale di prendere un portiere che permetta al Napoli di crescere davvero nell’organico dei portieri.

I primi hanno una dimensione tecnica ed economica non avvicinabile, gli altri pure: Donnarumma è destinato a un top club, Navas gioca nel Real Madrid. Rico, Leno, Rui Patricio ed Hart non garantirebbero un rendimento migliore a quello di Reina, considerando anche caratteristiche tecniche non proprio aderenti al gioco di regia richiesta al “portiere di Sarri”. Quindi, come dire: vuoto generazionale, e quindi difficoltà a trovare un portiere affidabile e davvero migliorativo per la condizione-Reina in cui si trova il Napoli

La soluzione

Come fare, dunque, per uscire da questa impasse? Puntare su un giovane, crescersi in casa il campione di domani. L’operazione che era stata pensata per il primo Rafael e che poi è naufragata su un infortunio maledetto. L’ideale sarebbe un giovane del proprio vivaio, un tentativo alla Donnarumma per capirsi. Ma Marfella, l’attuale estremo difensore della Primavera di Saurini, non sembra avere le doti necessarie per assolvere a questo compito.

E allora, acquistiamolo. Prendiamolo, questo predestinato del ruolo e facciamone il portiere che ne serve. Un anno di affiancamento a Reina, poi il lancio, definitivo e senza ripensamenti, in prima squadra. Dopo aver sperimentato l’educazione siberiana di Sarri e del portiere ex Liverpool alla regia arretrata, magari. Il nome che ricorre in questi giorni è quello di Alex Meret, figlio di Udine e dell’Udinese che si sta facendo apprezzare nella corsa promozione della Spal, in Serie B. È addirittura l’erede di Scuffet, il diciottenne lanciato da Guidolin e poi persosi in una precocità che è parsa eccessiva. I video-skills su Youtube, di Meret intendiamo, sono promettenti.

Il concetto

Il pezzo che vi proponiamo non è uno scouting report di Meret, anche perché noi vogliamo lanciare un’idea, non un nome. Meret è un esempio di quello che potrebbe (dovrebbe) essere l’unico modo per permettere a Napoli di crescere davvero, e pure in prospettiva, in una zona ideale del campo in cui occorre farlo. L’affidabilità (fisica e tecnica) di Reina solleva qualche dubbio, sicuramente più del suo apporto di carisma allo spogliatoio e di lettura preventiva del gioco. Se la prima dote è in qualche modo connaturata all’essere umano più che all’atleta, la seconda può essere educata attraverso un allenamento mirato. Un continuo calare il calciatore in un contesto tattico porta inevitabilmente il calciatore a modificare il suo atteggiamento in funzione delle necessità.

L’operazione da fare con Meret, o chi per esso, potrebbe essere questa. Partire da una base importante come “portiere” propriamente detto e sviluppare quelle caratteristiche di gestione della difesa che servono a Sarri e a una squadra che gioca in un certo modo. Possibile, certo, soprattutto se il materiale da modellare è ancora grezzo come quello di un ragazzo appena ventenne. Meret è nato nel marzo 1997, quindi ha appena compiuto 20 anni. Ha già avuto i primi riscontri importanti (la convocazione in nazionale), potrebbe rappresentare un investimento orientato al presente e a un lunghissimo futuro.

Alternative (nessuna o quasi)

Come abbiamo specificato anche prima, Meret è solo un rappresentante di un certo gruppo di calciatori, di portieri. Un’ipotesi più allettante di Cragno, ma solo per una questione di semplice età. Il portiere di proprietà del Cagliari, oggi al Benevento, ha 22 anni. Siamo sullo stesso terreno di gioco. Si tratterebbe, in ogni caso, di una possibilità di mercato che avvicinerebbe ancora di più il Napoli a un concetto di progettualità a lungo termine, perché si metterebbe una parte di fondamenta importante per il futuro. Certo, può andare male. Ma potrebbe andare male comunque, anche con un calciatore come Baumann che verrebbe a reclamare un posto da titolare. O comunque una certa attenzione contrattuale accanto a Reina.

La strada, secondo noi, è tracciata. L’idea dello stage di formazione di un portiere giovane, che impari da Reina, è praticabile solo con un giovane, appunto. Un portiere come Perin, al netto delle condizioni fisiche, avrebbe poco senso come uomo di panchina. Anche perché una stagione da titolare al Genoa (o equipollenti) vale molto di più che un anno da dodicesimo, con prospettiva in scadenza di un posto da titolare, nel Napoli. Basta guardare la “fine” fatta da Rafael e Sepe. Un trattamento che Meret o similare potrebbe permettersi per un’annata, prima del lancio definitivo. Pensiamoci, perché non c’è strada migliore. O meglio, Oblak o Courtois lo sarebbero. Ma non li vediamo proprio ben disposti a un approdo al Napoli. Purtroppo.

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