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La “vecchia” mediana contro la Lazio spiega che il mercato del Napoli è stato giusto

Allan-Jorginho-Hamsik sono stati schierati insieme per 15 partite su 42 stagionali. E sono in gran forma a metà aprile: merito di una campagna funzionale.

La “vecchia” mediana contro la Lazio spiega che il mercato del Napoli è stato giusto

Cos’è il calciomercato

Questo pezzo nasce dal commento di un nostro lettore, presumiamo un tifoso del Napoli, sotto l’articolo dell’ultima probabile formazione. Non sempre ci azzecchiamo, il pezzo che facciamo prima di ogni partita è più uno spunto di discussione tattico e sull’organico che una vera e propria “informazione sulla formazione”. Per il match in casa della Lazio, ci avevamo preso. Allan-Jorginho-Hamsik a centrocampo, avevamo scritto così. È andata così. Il commento diceva pressappoco così: «Con lo schieramento dei tre centrocampisti dell’anno scorso si decreta il fallimento del mercato del Napoli». C’era anche una serie di argomentazioni a supporto di questa tesi. Decisamente poco coerenti con la realtà.

Ho letto e riletto quel commento. Ho cercato di capire se ci fosse un fondo di verità, soprattutto riferito all’idea del “vecchio centrocampo”. Ho pure fatto uno sforzo, un passo verso la contestazione. Nel senso: magari ha ragione lui, il calciomercato del post-Higuain non ha realmente migliorato il Napoli. Poi però ho pensato al senso del calciomercato. A quello condotto dal Napoli, quest’estate, dopo aver ceduto (dovuto cedere) il capocannoniere della Serie A. Anzi, il recordman storico di marcature in un campionato di Serie A. Poi ho guardato la classifica. Quella del Napoli. E allora ho avvertito l’esigenza di scrivere questa cosa sul Napoli, sul suo calciomercato. Che, in ultima analisi, non è che un tentativo di migliorare l’organico di una squadra. Siamo tutti d’accordo su questo, no?

Con la mente a un anno fa

Se siamo tutti d’accordo, proseguiamo. E leggiamo le cose per come stanno. Ovvero: il Napoli, cedendo tre calciatori in estate e uno a gennaio (parliamo di gente che aveva un suo ruolo nelle rotazioni dei titolari, nel senso che escludiamo El Kaddouri: Higuain, David Lopez, Valdifiori e Gabbiadini), ne ha acquistati otto. Ovvero, esattamente due per uno. Se il miglioramento della rosa del Napoli avesse riguardato esclusivamente l’aspetto numerico, saremmo già in abbondante attivo.

Il problema del nostro lettore, esponente di un gruppo critico abbastanza nutrito a Napoli, riguarda la qualità di questa campagna. Decretato, lo ripetiamo, dal fatto che il centrocampo titolare dello scorso anno (quello del secondo posto in Serie A a 82 punti) sia stato schierato titolare nel match contro la Lazio. Il 9 aprile, secondo questa contestazione, tutto ciò è espressione di una campagna fallimentare. Il 9 aprile, però, andiamo a verificare pure che il trio Allan-Jorginho-Hamsik è stato schierato insieme, dall’inizio, per 15 partite durante questa stagione. 15 partite sulle 42 giocate in stagione. Poco più di un terzo.

L’anno scorso, in campionato, Allan-Jorginho-Hamsik è stato il centrocampo per 30 partite su 38 di campionato. Ovvero, tutto il torneo meno le squalifiche e l’inizio con Valdifiori. Le riserve erano David Lopez e, appunto, Valdifiori. Basterebbe questo, se non fosse per gli stessi punti in classifica (e una Champions al posto dell’Europa League) per sottolineare come il calciomercato estivo del 2016 abbia realmente migliorato il Napoli. Abbia ampliato le scelte a disposizione di Sarri, abbia in qualche modo indottrinato il tecnico toscano all’utilizzo di un turnover reale, vero.

Non solo Higuain

Ridurre il calciomercato alla funzione cessione di Higuain –> depotenziamento della squadra è un esercizio di assoluta ristrettezza mentale. Anzi, il fatto che Allan-Jorginho-Hamsik sia il centrocampo titolare del 9 aprile, e offra un rendimento paragonabile a quello dell’anno scorso, è un’ulteriore conferma della bontà della campagna acquisti del Napoli. Che ha gli stessi punti di quando c’era Higuain, con calciatori (centrocampisti, soprattutto) non spremuti e arrivati vitali, e con alternative di livello, al rush finale della stagione. Quello che si chiedeva a questa squadra, il salto che serviva a quest’organico. Da qui, l’idea che la cessione del Pipita sia servita a questa squadra per migliorare. Abbia permesso a quest’organico di crescere, ferma restando una perdita importante sul piano tecnico. Che, però, è valsa semplicemente quattro punti in più in classifica alla Juventus.

Il Napoli ha replicato sé stesso. Ed è un progetto più giovane e più ampio. Nel primo anno post-rivoluzione, sta andando alla stessa velocità di dell’anno precedente. Con una Champions in più. Grazie a Zielinski e Diawara, un po’ meno a Rog e Milik ma quelle sono scelte e imposizioni della sorte. Contingenze. Che non ridimensionano una campagna acquisti assolutamente giusta.

La difesa

Ho scritto giusta, non perfetta. Questa critica è in qualche modo più comprensibile in difesa. Tonelli e Maksimovic, per motivi diversi, non hanno offerto il contributo sperato. Questa è una colpa del Napoli? Possiamo dire di sì, ma al tempo stesso sapremo del valore di questi due acquisti (soprattutto di quello del serbo) quando avranno avuto modo di prepararsi un’estate intera con il nostro allenatore. Quando saranno inseriti davvero negli schemi. Per il momento, e qui può nascere una critica, la difesa dell’anno scorso non ha avuto lo stesso rendimento dell’anno scorso. Lo dicono i numeri. Si poteva fare qualcosa di più? Certo, ma tutti sbagliano. O possono sbagliare. Fermo restando che la strada tracciata a centrocampo è quella giusta, e che l’investimento Maksimovic sarà verificato solo sul campo, dal campo. L’anno prossimo, quando lo stesso modus operandi della mediana dovrebbe essere confermato per sistemare le fasce della difesa. Il luogo ideale del campo dove il Napoli è più carente, anche se lo Strinic dell’ultimo periodo è un lampo di speranza.

Obiettività: questo serve nel giudicare il Napoli. In questo modo, si fa critica positiva, nel senso di utile. Si fa il bene di questa squadra. Si costruisce il suo futuro. Se ogni cosa diventa occasione buona per gettare fango, c’è qualcosa che non va. Ovvero, mancano comprensione dei numeri e di come funziona il calcio. Manca comprensione della realtà.

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