ilNapolista

Juventus, ultras-‘Ndrangheta: Bucci era un informatore dei servizi segreti

Doppia vita per “Ciccio” Bucci che prima del suicidio avrebbe informato uno 007 del possibile esito catastrofico del suo interrogatorio. Nel giorno della sua morte, il blackout dei server.

Juventus, ultras-‘Ndrangheta: Bucci era un informatore dei servizi segreti

L’articolo della Gazzetta dello Sport

«Raffaello “Ciccio” Bucci, collaboratore Juve morto suicida il 7 luglio 2016, il giorno dopo essere stato ascoltato dai pm di Torino nell’inchiesta Alto Piemonte, aveva un misterioso passato da informatore dei Servizi Segreti». La succosa novità sul caso Juventus-ultras-‘Ndrangheta viene rivelata dalla Gazzetta dello Sporte porta alla luce nuovi particolari sui rapporti tra la curva e gli ambienti malavitosi. Dopo la morte di Bucci, i pm dell’inchiesta avevano ricevuto un’informazione dell’Aise: un loro dipendente, il cui nome era ovviamente secretato, “gestiva” i confidenti ed aveva «un rapporto fiduciario, dal ‘10 al giugno ‘15 relativo all’infiltrazione di frange eversive e di estrema destra nelle curve». Per questo motivo, il nickname di questo personaggio era “Gestore”.

Proprio Gestore aveva riferito su Rocco Dominello: «Sapevo che Germani e Dominello erano persone di sua conoscenza, ma non del loro ruolo… Lui mi raccontò qualcosa da cui nacque nel 2013 un appunto trasmesso ai carabinieri sul gruppo dei Gobbi, su cui ci sarebbe stato interesse della famiglia Ursini (storico clan ndranghetista di Torino, ndr)». In poche parole, i Servizi avevano in qualche modo sospettato di un possibile legame tra i gruppi ultras e la criminalità organizzata.

La Juventus

Il club bianconero ha sempre sostenuto di non essere a conoscenza del legame di Dominello con la ‘ndrangheta: «Quando mi raccontò dei Gobbi non mi parlò di Dominello – continua Gestore –. Fu io a collegare tale notizia a Dominello sapendo da altri atti interni all’Agenzia che tale famiglia era vicina alla Juve».

Inquietante il racconto del giorno del suicidio di Bucci. Anche perché a un certo punto saltano i server dell’intercettazione e quindi le conversazioni telefoniche non vengono registrate dalle 10.38 alle 13.30 del 7 luglio. Mancano le conversazioni di Bucci prima del suicidio, intorno a mezzogiorno. L’ultima telefonata era a un funzionario Digos, che lo stava chiamando per un ritardo al loro appuntamento. Il rapporto tra Bucci e l’agente segreto era stato mantenuto vivo: fu lo stesso Bucci, sconvolto, a informarlo di un interrogatorio dal quale «stava per uscire una bomba». Rabbia, frustrazione e paura confermate anche da «altri dipendenti Juve intercettati». Altre ombre su un caso ben lontano da una soluzione.

ilnapolista © riproduzione riservata