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Il Napoli autarchico passeggia sull’Inter e vince 1-0 sulla multinazionale di Suning

Partita dominata. Gol di Callejon su errore di Nagatomo. Record assoluto di vittorie esterne (11). Il Napoli ha vinto due partite a Milano e due a Roma. Prima vittoria uno a zero in campionato.

Il Napoli autarchico passeggia sull’Inter e vince 1-0 sulla multinazionale di Suning

Undici vittorie esterne: è record

Inter-Napoli 0-1. Il primo uno a zero del Napoli in campionato. Le vittorie esterne del Napoli salgono a undici. Record assoluto per il Napoli che ha vinto a Milano due volte su due, proprio come a Roma. Un altro record. Serviva vincere e il Napoli ha vinto. E si è portato a un punto dalla Roma a quattro giornate dalla fine. La Champions League diretta è a un passo. Due secondi posti consecutivi mancano a Napoli da trent’anni: 1987-88 e 1988-89. L’anno dopo – e l’anno prima – fu scudetto. Il Napoli vince senza sudare. In scioltezza. Comunque contro l’Inter una squadra che Pioli sembrava aver fatto rinascere ma che in realtà l’unica sua vittoria della stagione (contro la Juventus) l’ha portata a casa con De Boer. Ma l’olandese è stato trattato come un idiota, canovaccio che ben conosciamo. Problemi loro, stavolta. Noi con Sarri eravamo e con Sarri siamo rimasti.

Nagatomo

A proposito di Sarri, l’allenatore del Napoli rinuncia a Jorginho, il regista teoricamente più forte d’Europa (chissà che avrebbe detto Trilussa delle statistiche di Jorginho), per un calciatore conosce anche la pratica e le maniere spicce: Diawara. Con lui, Piotr Zielinski che dà spettacolo a San Siro: corre, accelera, taglia, serve a Mertens un assist da scuola calcio. Che poi il buon Dries manda sul palo con un mezzo pallonetto di destro che va ad accarezzare il palo dopo aver lasciato Handanovic di stucco. Per fortuna del Napoli, però, il barbatrucco lo fa Nagatomo che giustamente si sente in colpa per un primo tempo che sta per chiudersi in modo osceno sullo zero a zero. E così il giapponese decide di allungare il traversone di Insigne sul secondo palo, e lo accomoda sul destro di Callejon che non si fa pregare. Gol.

Uno a zero per il Napoli. Meritato. Strameritato. Pur senza parate di Handanovic. Ma il Napoli ha fatto la partita. Ha chiuso gli spazi. Ha giocato di prima. Talvolta è sembrato come in un film di fantascienza. Realtà virtuale. Come se il secondo tocco fosse fallo. Tanti, nel Napoli, meriterrebero una menzione. Tutti; da Insigne a Hamsik. Come se fosse stato fatto.

Nessuna sorpresa, come per le primarie del Pd

L’altra novità del Napoli è Ghoulam al posto di Strinic. Pioli invece rinuncia a Miranda per infortunio. A Perisic per scelta tecnica. E piazza in campo Eder e Brozovic che in due toccano sì e no dieci palloni. Joao Mario è stato un omaggio ai fantasmi. Al 60esimo al suo posto è entrato Perisic. È cambiato poco e niente. Il Napoli ha continuato a divertire e a divertirsi. Nessuna sorpresa, proprio come le primarie del Pd dominate da Renzi. Ma lì c’è stata la sorpresa dell’affluenza. E in realtà anche il Napoli ha portato in dono una sorpresa: vincere una partita da vincere. Segno che la squadra sta seguendo il corso di maturità. Mancano quattro giornate alla fine. La Roma deve andare a Milano (contro il Milan) e ospitare la Juventus, mentre il Napoli ospiterà il Caglieri e poi farà visita al Torino.

Il povero Suning

Il povero Suning avrebbe fatto meglio a fare un’offerta seria per il Napoli. Si è lasciato abbagliare da Milàn l’è un gran Milàn e ora gli tocca prova a ricostruire una squadra che sembra davvero senz’anima. E non è nemmeno bella, direbbe Alice (“Per Elisa”, Battiato, non Beethoven). L’autarchico Napoli, invece, sotto la guida del piccolo imprenditore Aurelio De Laurentiis, va in Europa per l’ottavo anno consecutivo, gioca un calcio spettacolo, si consente il lusso di convivere da mesi con una polemica tutta interna. Semplicemente, perché il Napoli di De Laurentiis e Sarri è forte. Che i due vadano d’accordo o meno è davvero ininfluente. Napoli non è improvvisazione, né a livello societario né in campo. Purtroppo Napoli e il Napoli desiderano ancora essere disegnati in ossequio all’imperativo del luogo comune. È un vero peccato non rendersi conto di essere diventati adulti da quel dì.

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