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Quale inciviltà o lazzarismo, i fischi a Higuain sono l’essenza di Napoli

Chi si augurava l’indifferenza, ha dato prova di non conoscere il suo popolo che non può tollerare il tradimento. I problemi li hanno al Nord, con la ‘ndrangheta e la gestione delle curve.

Quale inciviltà o lazzarismo, i fischi a Higuain sono l’essenza di Napoli
L'accoglienza riservata a Higuain domenica sera al San Paolo

Un rito salvifico della città

Quel film fu girato agli inizi degli anni Sessanta. Che paura quei suoni assordanti, quelle urla di un nemico di cui si avvertiva la possanza ma di cui non si riusciva a capire il quando e come quella forza si sarebbe manifestata. Lance e scudi e migliaia di guerrieri africani che attaccano un ospedale ma poi decidono di ritirarsi di fronte al coraggio di presidi di giacche rosse. Una massa critica nera si trovava a dover fare i conti con il colonialismo di metà dell’Ottocento.

Quel film si chiamava Zulù, e quelle immagini sono riemerse dai ricordi infantili ieri sera al San Paolo, dove si è consumato uno dei riti salvifici della città. In fondo, quegli spalti gremiti non trovavano la loro forza in quel misterioso oceano di lava che si favoleggia esistere nel Golfo di Napoli a profondità chilometriche?

Chi si augurava l’indifferenza, non conosce Napoli

Usciamo dagli schemi classici. I fischi contro Higuain? Le grida “lota” “munnezza” “merda” e “merdaiuolo”? Manifestazione di inciviltà, di lazzarismo? Ieri sera la legge dello stadio è stata chiarissima. Chi ha caldamente immaginato e augurato l’indifferenza di fronte al simbolo del tradimento ha dato prova di non conoscere Napoli e il suo popolo.

Il film “Zulu”

Ieri sera la città che si identifica tutta nella squadra (a differenza di Torino, Milano, Roma, Genova e Verona che possono scegliere tra due squadre) ha rivendicato i valori della convivenza civile e le fondamenta della identità di una città che si riconosce nell’amore, nella correttezza dei rapporti. Che non può tollerare il tradimento.

La differenza con Maradona

È vero, i calciatori sono mercenari, si vendono al maggiore offerente ma quando tu diventi il simbolo di una squadra e dunque di una città – Napoli e la squadra sono tutt’una cosa – hai delle responsabilità di cui devi tenerne conto. Lo ha sempre detto Diego Armando Maradona: «L’Avvocato mi disse: “Eccoti un assegno firmato in bianco, metti tu la cifra”. Io alla Juventus? Mai». Fanno ridere quelli che evocano Napoli come il ritorno del Sanfedismo meridionale. Nord-Sud? Ritorno dell’antica questione meridionale?

I problemi li hanno al Nord, con la ‘ndrangheta e le curve

Balle. Tutte balle. Oggi i problemi ce li hanno loro al Nord. La ‘Ndrangheta e la gestione dell’ordine pubblico nelle curve dello Stadium torinese mica è una nostra invenzione. Sono loro, la dirigenza della Signora che hanno fatto questa nefasta scelta. Ecco perché rivendico con orgoglio il profondo atto di umanità e civiltà del San Paolo. Dimostrando che al di là dei soldi, ci sono dei valori che non si possono tradire. Quando un popolo ti adotta, ti ama, ti adora non puoi tradirlo.

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