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Dybala è l’affare della Juventus sul modello Dortmund: comprato a 30 milioni dal Palermo

Guardare Juventus-Barcellona vuol dire comprendere il calciomercato moderno: costruire top player è la strada se non appartieni all’élite del fatturato.

Dybala è l’affare della Juventus sul modello Dortmund: comprato a 30 milioni dal Palermo
Dybala

Inno alla Joya

Buona parte delle analisi prepartita su Juventus-Barcellona parlavano di fatturato. Come traslare a un livello più elevato Napoli-Juventus. Le distanze, in termini di proporzione, sono identiche. Da una parte il top club assoluto, dall’altra un progetto che punta a raggiungere quel livello, pur partendo in netto svantaggio. La Juve è il Barcellona d’Italia, per dirla in termini semplicistici.

È finita 3-0 per i “piccoli”, una gran partita, dominata. I due gol che hanno definito il risultato e, probabilmente, la qualificazione, sono arrivati grazie a un ragazzino di 23 anni che la Juventus ha acquistato dal Palermo nell’estate del 2015.

Paulo Dybala è un fior di calciatore. Forte, fortissimo. Non ci siamo uniti e non ci uniremo al coro unanime di questi giorni, all’assurdità del paragone con Messi. Non fosse altro che per i due anni in Champions contro dodici; per il fatto che, all’età di Dybala, Messi aveva vinto una Champions da comprimario e una da protagonista assoluto. Confrontarli è ancora fuori luogo. Il punto è l’analisi di una frase che abbiamo scritto prima: un ragazzino di 23 anni che la Juventus ha acquistato dal Palermo nell’estate del 2015. Aggiungiamoci questa: che è diventato un top player. Non ci pare di essere stati azzardati, se tra la definizione di top player e Messi ci passa almeno una categoria intermedia.

Contestualizzarsi, ovvero rileggere il passato

Ragioniamo su Dybala, sul senso del suo acquisto e della sua crescita. Anzi, sulla percezione che Dybala ha esercitato ed esercita. E leghiamolo ad altri grandi colpi dei club italiani, che per fatturato occupano una posizione “di rincalzo”, diciamo così, nella mappa del calcio europeo. Negli ultimi anni, i trasferimenti interni ed esterni più remunerativi del nostro calcio sono stati quelli di Pogba (record mondiale), Higuain (record storico italiano), Pjanic, Cavani (dal Napoli al Psg), Marquinhos, Lamela (dalla Roma verso Psg e Tottenham), Cuadrado (dalla Fiorentina al Chelsea), Benatia (dalla Roma al Bayern Monaco), Vidal (dalla Juve al Bayern), proprio Dybala.

Rileggeteli bene: a parte Higuain e Pjanic – trasferimenti interni per clausola rescissoria e comunque da grande club a top club -, di quanti calciatori di livello assoluto parliamo? Spieghiamo bene: di quanti calciatori fatti e finiti parliamo? Top player riconosciuti, che hanno scelto l’Italia dietro l’investimento di grandi cifre. Nessuno, esatto. Tutti grandissimi campioni acquistati in provincia, o comunque da un certo estero, e poi valorizzati e rivenduti. Dybala e Cavani sono stati importati dal Palermo, Benatia e Cuadrado dall’Udinese; Lamela arrivava dal River Plate, Vidal dal Bayer Leverkusen e Marquinhos dal Corinthians. Ah, e poi c’è Pogba. Acquistato a parametro zero dal Manchester United.

Da sette a nove, da nove a dieci

Il punto è proprio questo: un club italiano, a meno di essere la Juventus estate 2016 (Higuain e Pjanic, ma solo contestualmente alla cessione a peso d’oro di Pogba), deve agire così sul mercato. Grandi giocatori potenziali da far crescere. Prendiamola la grande Juve, ruolo per ruolo: Bonucci arriva dal Bari, Chiellini dal Livorno, Alex Sandro dal Porto. Certo, ci sono Cuadrado, Mandzukic e Khedira che arrivano da grandi squadre. Ma, ripetiamo: la Juventus è la Juventus.

Pur essendo la Juventus, però, non è un caso che ieri la differenza l’ha fatta Paulo Dybala. Che rappresenta l’idealtipo di calciatore che permette a una grande squadra di diventare grandissima. Se non appartieni all’élite assoluta, quella europea del fatturato, devi industriarti così. Non puoi comprare Cristiano Ronaldo a 94 milioni o Bale a 100? Compri Dybala a 30 dal Palermo. Ed è lì che fai l’affare. Costruire i top player, quando possible (Higuain) andarseli a prendere sfruttando il lavoro di plusvalenza precedente. Così sta facendo la Juventus. Il passo da squadra europea da sette a nove, lo fai con i Dybala. Con i Vidal e i Pogba che ti portano in finale di Champions due anni fa; il passo da nove a dieci provi a farlo con Higuain e Pjanic. E allora batti il Barcellona 3-0.

Il Napoli è a un livello inferiore

Ora, ci chiediamo e vi chiediamo: qual è la differenza tra Dybala e Cavani? Stessa provenienza, stessa crescita, stessa narrazione da fenomeno. Dybala diventerà più forte del Matador, sarà ceduto per 100 milioni al Real Madrid oppure diventerà una bandiera della Juventus. Ma è un 1993 che arriva dal Palermo. Zielinski è un 1994 che arriva dall’Udinese, Milik è un 1994 che arriva dall’Ajax. Meno forti di Dybala? Probabile. Stessa dimensione iniziale? Questo è certo, non probabile.

Il problema, per il Napoli, è che si può andare solo di Dybala e non di Khedira e Tevez e Pjanic. Vero. Ma il Napoli può paragonarsi con la Juventus per forza economica, appeal storico e possibilità di vittoria? Dai, su. Non scherziamo. E non è colpa/merito di De Laurentiis: la Juve è da sempre la Juve, il Napoli è da sempre il Napoli. I rapporti di forza storici sono chiari, e sono stati ribaltati per annate sporadiche. E oggi sono ben definiti, soprattutto economicamente.

Come quelli tra Juve e Barcellona, ma la Juve vince 3-0. Certo, anche questo è vero. Ma una cosa è passare da 7 a 9, a livello europeo. E un’altra è passare da 9 a 10. L’abbiamo spiegato sopra. Noi, per il momento, possiamo ancora permetterci solo Dybala o i suoi fratellini. Siamo contestualizzati a noi stessi, nonostante la policy di reclutamento e scouting non sia poi così diversa. Almeno per un primo step. Ecco, capiamo questo e poi giudichiamo il mercato del Napoli. E quello della altre.

Peccato solo che ora il Palermo non sembra proporre più giovani validi. Aveva funzionato bene, fino a qualche tempo fa.

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