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Diawara è il ritratto del Napoli: la bellezza quasi certa, il rischio dell’errore

Una prestazione da favola con la Juventus “macchiata” da una mancata lettura suppletiva sul gol di Higuain. Il Napoli si definisce attraverso Diawara.

Diawara è il ritratto del Napoli: la bellezza quasi certa, il rischio dell’errore

Un giocatore, una squadra

Guardare giocare Amadou Diawara vuol dire guardare il Napoli in liofilizzato. Impostazione, idea, qualità. Tutto quello che è il Napoli, è Amadou Diawara. È anche bello e significativo il fatto che ce ne siamo accorti durante Napoli-Juventus, ovvero il meglio del meglio che il calcio italiano può offrire oggi a livello di scontro generazionale e di concetti. Nella partita propriamente detta, il Napoli è un ragazzo guineano di neanche vent’anni. Si fa impersonare da lui nel suo gioco, nei suoi pregi e nei suoi difetti. Ne abbiamo scritto anche nella nostra analisi tattica, dove c’era la gif del gol di Higuain. Cogliamo l’occasione anche per spiegare quale sia l’errore di Diawara.

L’errore di Diawara non è posizionale, o sistemico. Si trova esattamente dove dovrebbe essere, dove il suo ruolo gli impone di essere in quel momento, ovvero a schermare fuori l’eventuale cross arretrato o il rimpallo appena fuori area. L’errore di Diawara, in questo caso, è di lettura preventiva del gioco. All’inizio della gif, lo si vede trotterellare a breve distanza da Higuain. Alla fine della sequenza, trotterella ancora quando avrebbe potuto seguire l’argentino e rallentarne la corsa-ingresso sul cross di Cuadrado. La difesa scappa all’indietro, Chiriches legge male e in ritardo il possibile ingresso del Pipita. Ma un aiuto da Diawara, che non ha nessuno da seguire o da schermare al limite dell’area, avrebbe potuto far comodo.

A parte questo momento, la partita dell’ex Bologna è semplicemente perfetta. È proprio questo il punto: quale squadra, se non il Napoli, disegna prestazioni di altissimo valore globale rovinate da un momento di blackout, da una lettura preventiva sbagliata, da un dettaglio non sistemato nel modo giusto? Appunto.

Essere il senso del progetto

Tutto è perfettamente proporzionato tra il Napoli e Diawara. Innanzitutto, l’hype. Roba da non credere, per potenzialità. Se il Napoli, nei suoi calciatori più giovani e futuribili, dovesse mantenere ciò che promette, il livello sarebbe da top eight di Champions League ogni anno. Hysaj, Koulibaly, Zielinski, Rog, Diawara, Milik, Insigne. Abbiamo citato solo calciatori nati negli anni Novanta, quindi con almeno cinque anni di carriera ad altissimo livello davanti. Per alcuni, tipo Diawara, possiamo spingerci fino e oltre a dieci anni. E il valore potenziale è altissimo, da top club, per tutti. Diawara è l’esempio massimo di questo discorso. Due anni in Serie A dopo l’esplosione in Lega Pro e la capacità di mettere insieme certi numeri in Napoli-Juventus: 123 tocchi di palla, 93,5% di precisione dei passaggi, due passaggi chiave, un dribbling fatto. Cifre che non sono un exploit. Sotto, un tweet di Squawka riferito a Napoli-Real Madrid. Real Madrid. Lo riscriviamo affinché capiate bene.

C’è poi questa componente di errore, di alti e bassi, di momenti che “per un diciannovenne sono comprensibili”. Anche questo, come spiegato sopra, è assimilabile al Napoli. Diawara è il senso del progetto, lo rappresenta in tutte le sue sfaccettature. Ne è portavoce, sa esserlo, viene quasi da dire che vuole esserlo. Nel suo magistero tecnico, nella bellezza e nella sfrontatezza del suo gioco. Nel rischio, certo, di vanificare tutto con errori gratuiti o di pigrizia tattica. In occasione di Napoli-Sassuolo, per esempio, un’uscita sbagliata in pressing avviò le reazioni a catena che portarono all’1-1 di Defrel. Ne scrivemmo qui.

Crescere, insieme

La strada del domani è semplice da immaginare. Diawara ha rappresentato un senso del progetto anche per la sua dimensione di mercato, ovvero l’idea di arrivare come riserva e poi imporsi come co-titolare, creando un dubbio a Sarri per ogni partita con Jorginho ex inamovibile. È quello che deve fare il Napoli per ogni ruolo, com’è tato per Rog, Zielinski, i difensori centrali. Per quanto riguarda Diawara, null’altro che insistere e metterlo in campo, consapevoli della bellezza quasi certa come dei rischi possibili. È un destino ineluttabile, è la conseguenza di lettura difficile quando sono i giovani a comporre il tuo mosaico. Il Napoli del futuro assomiglia a quello del presente, solo con esperienze ed errori in più che questo futuro, lo sistemano. O almeno promettono di farlo.

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