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Intervista a Cazzullo: «Napoli è la città che meglio esprime l’identità italiana, la rivalità Nord-Sud è anacronistica»

Domenica, da juventino, era in Curva A: «Basta ragionare “noi” e “loro”. Il centro storico di Napoli sta diventando uno show-room turistico. L’identità non è oleografia. Un’inchiesta Napoli-ultras-camorra avrebbe avuto ben altra visibilità».

Intervista a Cazzullo: «Napoli è la città che meglio esprime l’identità italiana, la rivalità Nord-Sud è anacronistica»
Lo striscione esposto in Curva B domenica sera per Napoli-Juventus

Due luoghi comuni sfatati in un colpo solo

Lo ammettiamo, Aldo Cazzullo in Curva A domenica sera per assistere – da juventino – a Napoli-Juventus ci ha colpiti e non poco. In un colpo solo e con la sua risposta a un lettore nella rubrica delle lettere del Corriere della sera, Cazzullo ha sfatato almeno due luoghi comuni: la violenza e l’inaccessibilità delle curve a Napoli, e anche la distanza del giornalista dal cosiddetto mondo reale. Abbiamo così deciso di farci raccontare la serata direttamente da lui che da anni narra l’Italia sia attraverso i suoi libri che dalle colonne del Corriere.

«Sono torinese ma vivo a Roma da anni. Mio figlio è juventino come me. Volevamo venire a vedere la partita e i miei amici ci hanno comprato due biglietti di Curva A. In teoria, abbiamo i biglietti anche per domani sera perché c’era l’offerta speciale. Ma domani mi sa che ce la vedremo da casa».

«Mai pensato di andare a una guerra»

Cazzullo ha scritto di clima di festa al San Paolo. Quindi gli chiediamo subito se non si sia esagerato nel corso della settimana con una narrazione di Napoli quasi sul piede di guerra. «Sì, indubbiamente i media hanno esagerato. E devo dire che io ho trovato il clima che mi aspettavo. Non ho mai pensato di andare a una guerra. Conosco bene Napoli, ci vengo spesso.  Ovviamente non abbiamo esultato al gol di Khedira, anche se probabilmente qualcuno si è accorto della nostra juventinità. Ma eravamo con sei tifosi del Napoli. È stata una partita molto bella, graze anche all’arbitraggio di Orsato. Non come la partita di andata di Coppa Italia. Anche lì, lo dico da juventino e lo scrissi anche, mi sono parse naturali le lamentele dei tifosi del Napoli per il rigore concesso alla Juventus subito dopo averne negato uno al Napoli. Gli juventini mi hanno scritto per contestarmi».

Aldo Cazzullo domenica sera era in Curva A ad assistere a Napoli-Juventus

«Napoli merita uno stadio all’altezza»

Cazzullo si sofferma molto sull’atmosfera del San Paolo domenica sera: «Affascinante. Ho trovato molto bello lo striscione esposto in curva B: “Non c’è cosa più bella che sostenere i colori della propria terra”. E poi tutte quelle bandiere. Maradona. Ero già stato una volta al San Paolo, per assistere a Napoli-Chelsea. Allora, però, andai in tribuna. Stavolta è stato completamente diverso. Ovviamente, mi sembra superfluo sottolinearlo, la presenza in curva di noi juventini non voleva certo essere una mancanza di rispetto nei confronti dei tifosi del Napoli. Dispiace che una tifoseria così appassionata non abbia uno stadio all’altezza. Sia all’interno, sarebbe più bello senza pista di atletica di leggera e diverrebbe un fortino inespugnabile, sia all’esterno perché non è facile accedere né uscirne con l’automobile dopo la partita. Sarebbe bello se ai napoletani fosse consentito arrivare a piedi allo stadio».

«A Torino metà della popolazione è meridionale»

A domanda precisa sull’eventuale uso dei bagni e sulle loro condizioni, un sorpreso Cazzullo ha risposto che sì «ci sono andato in bagno ed erano pulitissimi. Ma non farmi fare la parte di quello che viene a Napoli e si sorprende di trovare i bagni puliti. Io credo che sia ora di superare questa contrapposizione tra Nord e Sud, che poi non ha ragione d’esistere. A Torino metà della popolazione è meridionale. I miei figli hanno la nonna di Potenza. All’estero l’Italia è considerata una grande Napoli. Identificano l’Italia con il mare, il sole, la pizza, la musica. Forse non a tutti i napoletani piacerà sentirselo dire ma Napoli è la città che meglio esprime l’identità italiana, è un’Italia al quadrato. Napoli riguarda tutti noi, ci chiama in causa. Sarebbe ora di smettere di ragionare con il “noi” e “loro”».

«Ricevo tante lettere su Gomorra»

Insistiamo sulla rappresentazione mediatica che spesso, come in questa vigilia di Napoli-Juventus, distorce Napoli. «Sì, è vero. Tutto quel che riguarda Napoli viene amplificato. Soprattutto se conferma il luogo comune. Non voglio addentrarmi nella polemica su Gomorra, però posso dire che ricevo tante lettere al Corriere di napoletani che in maniera intelligente criticano il messaggio della fiction che rende i camorristi eroi. Del resto, e qui torno all’inutile contrapposizione Nord-Sud, la criminalità è un problema anche del Settentrione come dimostra ogni giorno la cronaca. I lettori del Nord del Corriere sono molto turbati dai recenti episodi di violenza».

«Napoli non deve diventare solo per turisti»

Cazzullo viene spesso in città: «Conosco bene Napoli. La frequento perché mi piace. È una città dall’identità fortissima. Sabato sono stato al centro storico, ho visitato per l’ennesima volta quella meraviglia del Cristo velato. E voglio però evidenziare un pericolo: bisogna stare attenti a non trasformare quella zona di Napoli in uno show-room, in un salotto turistico. Non amo l’oleografia, però l’identità è una cosa e l’oleografia un’altra. Il centro storico di Napoli ha il suo fascino perché c’è ancora il popolo. Senza popolo, diventa un’altra cosa. Napoli non deve perdere la sua anima, è un pericolo che scorgo».

«Mi aspettavo ‘o Surdato nnammurato»

A questo proposito, Cazzullo è rimasto colpito anche dalla scelta dei brani musicali al San Paolo prima della partita: «Devo dire che mi è mancata ‘O surdato nnammurato che io considero l’inno del Napoli. Capisco Life is life, perché è la canzone del riscaldamento di Maradona a Monaco di Baviera, ma oltre a Pino Daniele qualche altro brano napoletano ci sarebbe stato bene. E anche qui non lo dico perché ricerco l’oleografia. Napoli ha una cultura musicale straordinaria, che valica decisamente i confini della città e dell’Italia. Non vedo perché dimenticarsene allo stadio quando gioca il Napoli. Ho apprezzato molto, invece, quelle sciarpe “figli del Vesuvio” che ho trovato una splendida risposta a quei cori inaccettabili che purtroppo si ascoltano in tanti stadi d’Italia».

La copertura mediatica dell’inchiesta Juventus-ultras-‘ndrangheta

L’ultima domanda non possiamo non fargliela. Questa la scriviamo come se fosse diretta:

“Ma se invece della Juventus e della ‘ndrangheta, nell’inchiesta fosse rimasto coinvolto il Napoli per i suoi rapporti con gli ultras ed esponenti della camorra, la vicenda sarebbe stata quasi ogni giorni sui quotidiani?”.

«Non ho difficoltà a rispondere sì, è evidente».

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