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Gli Stati generali del turismo: «Il mercato vuole da Napoli la napoletanità, non è considerata città d’arte»

A Castel dell’Ovo convegno senza wi-fi. Presentata una ricerca: «Napoli piace perché città non globalizzata. San Gennaro ci ha portato i turisti, ora diamoci da fare.

Gli Stati generali del turismo: «Il mercato vuole da Napoli la napoletanità, non è considerata città d’arte»
Uno dei luoghi caratteristici di Napoli e ricercato dai turisti: San Gregorio Armeno

Napoli ha finalmente un Piano Strategico del Turismo. Una dichiarazione di intenti (e un programma di azione) su come arrivare, nei prossimi tre anni, ad essere una tra le principali attrazioni turistiche europee. È il come arrivare, esposto ieri mattina agli Stati generali del turismo, che lascia un po’ perplessi per la vaghezza della proposta che più o meno si riassume in una offerta della napoletanità. È un punto di partenza aver riunito attorno a un tavolo e a un’idea i principali attori turistici in città.

DESTINAZIONE NAPOLI 2020

“Destinazione Napoli 2020”, questo il nome del Piano, promosso dal Comune di Napoli in collaborazione con Gesac, società di gestione dell’Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino, è stato presentato ieri a Castel dell’Ovo. Al tavolo dei relatori, insieme all’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Nino Daniele, e al sindaco Luigi de Magistris, c’erano l’ambasciatore Francesco Caruso, consigliere speciale Unesco per la Regione Campania, e Josep Ejarque (Fourtourism), esperto di marketing e management turistico.

I TAVOLI TEMATICI DI CONFRONTO

Dalla fine di ottobre 2016 a gennaio 2017 si sono svolti 6 tavoli tematici di ascolto e confronto, con il coinvolgimento di 250 operatori turistici. A dirigere il comitato tecnico che ha redatto materialmente il Piano è stato Josep Ejarque.

GLI OPERATORI CI CREDONO

“Gli operatori di questa città ci credono, e già questa è una notizia”, ha dichiarato l’assessore Daniele introducendo il Piano, “adesso spetta soprattutto ai cittadini prendersi cura della propria città ed essere ospitali, perché così facendo si lavora nell’interesse dei nostri figli e delle generazioni più giovani”. Il sindaco, da parte sua, ha elogiato il fatto di essere tutti riuniti in una sala a discuterne, “cosa impensabile fino a non molto tempo fa” e ha sottolineato che il Piano “non è un punto di partenza, ma una tappa di un percorso iniziato cinque anni e mezzo fa”.

L’ANALISI DELLA SITUAZIONE ATTUALE

Entriamo nel merito del piano, consultabile sul blog dedicato e sul sito del Comune di Napoli.

Alcuni numeri: nel 2015 il turismo internazionale ha generato una spesa complessiva di 1110 miliardi di euro (+3,6% rispetto al 2014), che per il 36,4% è stata localizzata in Europa. Per il biennio 2016-18 si prevede una crescita degli arrivi in Italia del 3%.

COME SARÀ IL TURISMO NEL 2020

Nel 2020 il turismo dovrà soddisfare tre requisiti: l’autenticità, ovvero offrire al turista esperienze vere e genuine; la sensorialità, cioè dargli la possibilità di vivere la destinazione attraverso i cinque sensi; l’immersione nel luogo e nella cultura locale. In prevalenza, il turismo riguarderà, come accade già adesso, viaggi di breve durata e soprattutto last minute, scelta fatta dai turisti per risparmiare sui prezzi. Come ha spiegato Ejarque, è proprio il turismo di breve periodo quello che porta più soldi, perché i visitatori che hanno pochi giorni a disposizione per visitare una città tendono a concentrare le loro spese nel breve periodo e a spendere di più perché sanno di avere poco tempo per acquistare ciò che vogliono.

IL MODO IN CUI CI VEDONO I TURISTI

Il Piano contiene diversi spunti interessanti soprattutto nell’analisi del modo in cui i turisti vedono Napoli. I visitatori italiani la considerano una città bella, pittoresca e affascinante, ma considerano negativamente la connotazione di Napoli come città dei contrasti. Per il mercato italiano, Napoli è già considerata una destinazione turistica a sé, mentre diverso è il quadro per i turisti stranieri, che ci considerano ancora come una città di passaggio, una tappa verso altre destinazioni, soprattutto i tedeschi e gli inglesi.

Gli Stati generali del turismo a Castel dell’Ovo

LE CRITICITÀ

In definitiva, però, come ha spiegato Ejarque, Napoli è una città che piace, pur con tutte le sue criticità, che sono soprattutto, secondo la percezione dei turisti, il fatto di offrire proposte turistiche troppo standardizzate e poco allettanti, la mancata valorizzazione del patrimonio culturale anche da parte delle istituzioni e l’assenza di servizi turistici organizzati.

Deprecabile, per i visitatori, l’aspetto della città: lo scarso decoro urbano, le strade dissestate e la poca pulizia generale. Come anche il fatto che la maggior parte degli operatori non parli inglese, l’assenza di strutture e organizzazioni congressuali, la mancanza di una rete di comunicazione tra gli operatori, la scarsa presenza di informazioni sul web, l’inesistenza di un portale turistico.

Oltre a questo, i turisti percepiscono la città come pericolosa, criticano l’impossibilità di pagare i servizi come il taxi con il bancomat (e le tariffe spesso non rispettate), la carenza di bagni pubblici, una polizia municipale poco accogliente e preparata. Dolente anche la questione trasporti, con una mobilità interna a dir poco problematica, tanto da rendere difficile ad un turista muoversi per la città se non a piedi.

IL MERCATO E I PREGIUDIZI

Il Piano evidenzia anche che il mercato è pieno di pregiudizi e leggende metropolitane: i pregiudizi spariscono quando finalmente i visitatori giungono in città e la vedono per ciò che è.

LE NOTE POSITIVE

A questi “minus” fanno da contraltare i “plus”, le note positive, ovvero il fatto che Napoli sia una destinazione unica e irripetibile, che non sia una città globalizzata, che abbia un patrimonio materiale ed immateriale che la rende unica.

LA MISSION DEL PIANO: LA NAPOLETANITÀ

La mission del Piano è puntare sul punto forte della città: la ‘napoletanità’, considerata “la nostra attrattiva e la nostra proposta di valore al mercato turistico”, come ha spiegato Ejarque: “Napoli non è una città d’arte” ma una città peculiare per personalità e napoletanità. “Noi rispondiamo a ciò che il mercato turistico sta cercando – ha detto – cioè l’autenticità”. A volerla buttare in vacca, ma non è il nostro intento, bensì una semplice preoccupazione, ci sono voluti 6 tavoli tematici e 50 interviste one to one, come le definisce il Piano, per arrivare a stabilire che Napoli non può vendere altro se non la sua veracità, la sua autenticità. Insomma, Napoli avrebbe molto di più da vendere, ma il mercato turistico vuole questo da Napoli e allora decidiamo di piegarci, puntando tutto sulla napoletanità, che, per come la vediamo noi, ci vuole un attimo a che diventi folclore. La scelta di vendita forse più facile.

SAN GENNARO

Da non sottovalutare un’altra affermazione di Ejarque: “San Gennaro ci ha portato turisti anche quando non abbiamo fatto niente per attrarli, ora dobbiamo rimboccarci le maniche”. Per poi fare un riferimento calcistico: “Se vogliamo giocare davvero questa partita –ha detto – dobbiamo fare come il Napoli, lottare, lottare e lottare”.

LE PRIORITÀ DEL PIANO

La prima priorità indicata nel Piano è la creazione di un Destination Management Organization, un soggetto a metà tra pubblico e privato che coordini tutte le sue azioni. Inoltre, il Piano punta l’attenzione sulla necessità di fare rete. Gli obiettiv sono: raggiungere, entro il 2020 i due milioni di arrivi turistici; organizzare, entro il triennio, almeno 50 eventi/congressi l’anno con più di 300 partecipanti; incrementare la notorietà e visibilità del brand Napoli; creare un’immagine positiva della città come destinazione turistica. “Dobbiamo inondare la rete di informazioni su Napoli e convincere tutti che Napoli sia una delle 100 città che vale la pena di visitare almeno una volta della vita prima di morire”, ha detto Ejarque.

LA PRESENTAZIONE DEL PIANO SENZA WIFI

Non possiamo non sottolineare che il Piano per il turismo 2.0 è stato organizzato in un luogo, Castel dell’Ovo, in cui non è presente una degna connessione WiFi. Ci è stato impossibile, pertanto, dato che il segnale andava e veniva (ma soprattutto andava), twittare sull’argomento durante i lavori, per esempio, o confrontarci in rete con gli utenti interessati, come pure individuare un hashtag di riferimento: inesistente.

p.s.

I soggetti coinvolti sono: l’assessorato del Comune di Napoli, di concerto con l’Aeroporto di Capodichino, il Convention Bureau, le due principali categorie di albergatori cittadini (Sezione Turismo dell’Unione Industriali e Federalberghi) e tre cattedre universitarie di management del turismo e dei beni culturali (Economia e Gestione delle Imprese, Università degli Studi di Napoli Federico II; Master in Tourism & Hospitality Management, Università Parthenope; Organizzazione Aziendale, Federico II), ha aperto i lavori degli Stati Generali del Turismo a Napoli.

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