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Sconcerti a Sarri: «Il calcio a mezzogiorno gli fa schifo? Dica che vuole fare»

L’editoriale del Corriere della sera è dedicato all’allenatore del Napoli: «Gli orari li stabilisce la Lega, quindi anche il Napoli, Sarri non può far finta di non saperlo».

Sconcerti a Sarri: «Il calcio a mezzogiorno gli fa schifo? Dica che vuole fare»
Sarri in un’illustrazione di Fubi

“Gli orari li decide la Lega”

Mario Sconcerti versus Maurizio Sarri. Sul Corriere della Sera. Titolo: “Sarri a mezzogiorno attacca solo se stesso”. Succo dello svolgimento: “Gli orari li decide la Lega, quindi anche il Napoli, Sarri fa parte della Lega, è in questo sistema, uno come lui non può non saperlo”.

E ora passiamo allo svolgimento. Sconcerti comincia così: “In un campionato che di sorprese può darne poche, lo scandalo di giornata viene da Sarri. Dice che giocare a mezzogiorno «gli fa schifo»”. Spiega che a decidere è la Lega e spiega che la Lega “è l’insieme delle venti società di calcio”.

Quando Sarri attacca la Lega attacca se stesso. L’importante è che il suo schifo lo manifesti a De Laurentiis pregandolo a sua volta di farne motivo di battaglia in Lega. Altrimenti, letteralmente, non sappiamo di cosa stiamo parlando.

L'editoriale di Sconcerti sul Corriere della Sera sulle esternazioni di Sarri contro il calcio a mezzogiorno

Quel Napoli-Lazio 4-3

Sconcerti parla del calcio a mezzogiorno. Scrive che a lui il calcio piace a qualsiasi orario. Ricorda che è già da un po’ di tempo che si gioca a mezzogiorno. Aggiungiamo noi che sono trascorsi sei anni da una memorabile partita del Napoli alle 12.30, quel Napoli-Lazio 4-3. Che in Premier si gioca da sempre alle 12.30, anche se qualcuno puà obiettare che lì le temperature sono diverse dalle nostre. E, ancora, si potrebbe aggiungere che 23 anni fa a mezzogiorno fu giocata una finale mondiale. Ma Sconcerti vuole soffermarsi su un altro aspetto.

“Sarri ci aiuti a capire, non sia indispettito e vago”

Spiega che l’obiettivo della Lega “è avere in pratica una partita al giorno, tra coppe e campionato”. E prosegue: “C’è a chi andrà bene, c’è chi salterà molte partite e chi farà salti di gioia, Questo sta nel gioco. Quello che non ci sta è che sia il calcio a lamentarsi. Sono loro a comandare, loro a decidere. Se poi una decina di società non riesce a mettersi d’accordo su come si guadagni meglio, è un’aggravante, non una soluzione. Sarri questo ha il dovere di saperlo, ormai un vecchio maestro di questo mondo. Ci aiuti a capire, non sia indispettito e vago, combatta per cambiare”.

La diretta tv ha cambiato tutto

Insomma, dice a Sarri: “Ci dica quello che vuole fare”. Ecco la conclusione dell’editoriale: “A qualunque ora, la diretta televisiva ha cambiato il calcio. Prima era qualcosa riservato solo a chi andava allo stadio, un chiacchiericcio cieco che escludeva tutti da tutto. Ognuno vedeva poco anche la sua squadra. Oggi tutti vedono tutto, è cresciuta la competenza del pubblico, è stato inventato il confronto, cioè la prima causa di progresso scientifico. Si tratta ora di disciplinare un successo. Ma questo tocca prima di tutto a quelli come Sarri. Ci dica quello che vuol fare”.

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