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Sarri è stato quasi perfetto nel contenuto, ma “spento” nel caricare la squadra

Un’altra analisi sulla conferenza di Sarri: il “problema” con De Laurentiis è sempre esistito. Sarri, però, deve imparare a riconoscere i meriti e la forza, suoi e del Napoli. A caricarsi partendo da lì.

Sarri è stato quasi perfetto nel contenuto, ma “spento” nel caricare la squadra
Foto Cuomo

Maurizio Sarri ha presentato Napoli-Real Madrid e non ha sbagliato quasi nulla, a livello di contenuto. In realtà gli succede quasi sempre. Come abbiamo scritto spesso, sul Napolista, la sua più grande forza è parlare bene di calcio e di campo. L’ha fatto anche oggi, (di)mostrando l’assoluto studio fatto sull’avversario. Il dato sul Real come squadra che segna più gol di testa (al mondo, ha detto) è una chicca statistica.

De Laurentiis

Personalmente, ritengo giusto anche il suo atteggiamento sull’incontro con De Laurentiis. Alla vigilia di Napoli-Real Madrid si parla di Napoli-Real Madrid, non di cene e incontri non ufficiali per quanto importanti per il futuro di un’azienda calcistica. Anche perché, per la stessa azienda calcistica, vale molto di più Napoli-Real Madrid. Anche all’interno dello stesso Napolista, c’è chi non la pensa come me. Massimiliano Gallo, per esempio, ha definito “stoccata” o comunque “sintomo di separazione in casa” le frasi con cui Sarri ha descritto l’incontro con il presidente.

La mia opinione è che, come al solito, Sarri non abbia dato molto peso alle parole calcistiche del presidente. Che il tecnico non abbia fatto i salti di gioia, anche perché De Laurentiis è il suo datore di lavoro e di fiducia, è comprensibile. E pure giusto. Che però ci sia rimasto male per una “non convergenza” di visione calcistica, è eccessivo. Sarri sa di sapere di calcio, il resto gli interessa poco. E la spaccatura non è evidente da oggi, lo è stata sempre e sempre lo sarà. Caratterialmente, e nella battaglia infinita tra le esigenze del campo e quelle del club in quanto azienda. Però, i risultati sono dalla parte di entrambi, e se proprio devo avere un presidente e un allenatore che si “odiano”, molto meglio che si odino mentre costruiscono un Napoli così, così forte tra campo e organico.

Certo, questo atteggiamento di contrapposizione continua non sempre giova. Questo è fuori di dubbio. La “colpa” è di entrambi. Infatti, abbiamo (e ho) criticato Sarri quando non riusciva a rendersi conto che questa squadra poteva essere sospinta meglio, dall’interno, riconoscendone la forza prima che i limiti. Così come ho criticato De Laurentiis dopo Madrid. A ognuno la sua fetta della situazione, almeno secondo l’umile sottoscritto.

Sarri

Poi, però, c’è la parte legata al linguaggio del corpo, di cui parlo da non esperto. Ma da esperto di Sarri, lo sento e lo vedo in conferenza da molto tempo. Ecco, mi è sembrato spento. Non si tratta del contenuto triviale ridotto, il solo “coglioni” – riferito alla parte anatomica che il Napoli farà girare al Real – permette a Maurizio di rimanere in media. Non è nemmeno la mancanza di sorrisi che “lamenta” Massimiliano Gallo, perché che Sarri sia in tensione è normale. Lui vuole mascherarlo ma si vede, e si percepisce. E Napoli-Real Madrid mi sembra un momento accettabile in cui sviluppare tensione.

Quello che non mi ha convinto del tutto sono alcuni suoi atteggiamenti dimessi nei confronti della partita. All’andata, è vero, fu più scanzonato. Non che la botta avuta al Bernabeu l’abbia cambiato o cambierà il suo modo di giocare, questo mai, è solo che l’ho visto un po’ troppo consapevole – d’accordo con Massimiliano, su questo – della forza dell’avversario. E questo va bene, ma ripeto: il Napoli di quest’anno va stimolato dall’interno, caricato, iniettato di entusiasmo. Ha perso a Madrid perché il Real è forte, molto più forte. Però è piaciuto, a me, alla stampa spagnola, ai tifosi avversari. Non siamo stati uno sparring partner, pure se abbiamo dato l’impressione di essere inferiori.

Carica

Al San Paolo, vuoi pure l’emotività della serata, alcune cose potrebbero andare diversamente. E la frase che lui ha definito «bella», ovvero “comunque vada sarà un successo” deve essere dei tifosi, non dell’allenatore. Anche perché stride con quella detta subito dopo, sul fatto che per il Napoli «giocare partite così deve diventare un’abitudine». Ecco, per giocare certe partite bisogna sentirsi all’altezza pure di vincerle. Anche se è effettivamente molto difficile.

Quindi, domani sera sarà un successo, sì, anche in caso di eliminazione. Ma solo se il Napoli avrà dimostrato di essere arrivato lì con grande merito, e avrà giocato una partita per vincere senza troppi timori reverenziali. Non è nelle nostre corde, non siamo questi. È la rabbia che ci ha preso dopo Juve-Napoli 2016, la stessa cosa. Maurizio Sarri, ti voglio bene. Noi siamo agli ottavi perché siamo belli e bravi. E forti. È merito tuo, in larghissima parte. E non è stato un caso, renditene conto. È solo la verità.

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