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Sarri: «Con De Laurentiis abbiamo parlato di cinema. C’è convergenza per forza di cose. La pressione è del Real»

«Impegno quasi proibitivo, loro segnano da 46 partite. Commessi errori per la stesura del calendario. Il tifo deve condizionare in positivo noi, loro sono abituati».

Sarri: «Con De Laurentiis abbiamo parlato di cinema. C’è convergenza per forza di cose. La pressione è del Real»
Maurizio Sarri

La conferenza di Sarri

Sarri: «L’incontro con De Laurentiis? Siamo uniti per forza di cose in questo momento, l’obiettivo è far bene. Abbiamo parlato 30 minuti, di cui 28 di cinema. Ho buttato giù sceneggiature, mi dispiacerebbe molto se non mi facesse fare il film. Non abbiamo accennato nemmeno della partita di Roma. Abbiamo parlato molto in generale, c’è una convergenza per forza di cose. La pressione è sulle spalle del Real Madrid. Loro campioni d’Europa e del mondo, hanno il miglior bilancio. Noi abbiamo la tifoseria campione del mondo, lo vedranno tutti. Loro segnano da 46 partite consecutive. Può darsi che gli faremo girare leggermente i coglioni».

«Speriamo che il genio non mi sia andato tutto nella sceneggiatura. È difficile per le qualità tecniche e fisiche. È la squadra nel mondo che ha segnato più gol di testa. Partita difficilissima. L’aspetto più importante è quello della fase difensiva, cercare applicazione, sacrificio, attenzione, cercare di concedere il meno possibile. In fase offensiva possiamo avere le nostre opportunità. poi però si parte due gol sotto. Non si deve pensare a quante possibilità abbiamo, piuttosto a sfruttare bene quelle poche che abbiamo».

Sbagliato il calendario

Come sta Mertens? «Valutiamo meglio oggi, solo carpi, non dovrebbe esserci nessun problema particolare. Non avevamo mai visto fare da nessuno tante partite così importanti ravvicinate. Non voglio fare polemiche però qualche problema c’è stato. Si sapeva chi era impegnata in Champions, si sapeva che Napoli e Juve si sarebbero potute incontrare in Coppa Italia. Si può fare di meglio per consentire alle squadre italiane di esprimersi al meglio nelle competizioni internazionali».

A Roma abbiamo fatto molto bene per 86 minuti fino a una rimessa dal fondo sbagliata. L’applicazione difensiva è adatta bene anche a Torino  contro la Juventus nel primo tempo, poi ci siamo lasciati travolgere dagli eventi della partita. Sono stati eventi pesanti ma noi dobbiamo restare il lucidi possibile».

L’inutilità delle marcature a uomo contro il talento

Non ci fanno giocare uno in più. Quando una squadra è forte, è forte. All’andata hanno dimostrai di andare a cambi di campo di 80 metri con precisione chirurgica. A centrocampo forse è vero che abbiamo ballato, in certi momenti i tre attaccanti non hanno messo la pressione giusta. È anche vero che è abbastanza complicato mettere la pressione a questi giocatori. L’unica soluzione è la collettività. Che la squadra riesca ad avere intensità feroce, che riesca a far giocare loro il minor numero di palloni possibili in tempo e spazio a disposizione. Non è semplice, ovviamente. È un compito quasi proibitivo. Se le marcature a uomo funzionavano, Platini aveva smesso e Maradona non sarebbe diventato Maradona. Non c’è tattica difensiva che possa fermare il talento, per fortuna».

Rog. «Non lo so, il confine tra essere negli undici o in tribuna è molto sottile. Dipende. Roh ha fatto un percorso, non conosceva nostromo di giocare, parlare, mangiare, ha studiato. È cresciuto in maniera considerevole. E adesso è tenuto in forte considerazione anche per giocare dal primo minuto».

Domanda del giornalista spagnolo cui non è piaciuta la partita del Napoli a Roma: troppe le palle perse davanti a Reina. «Abbiamo perso qualche palla in uscita quando la Roma ci è venuta a prendere alta, ma è anche il nostromo di giocare. Rientra nei rischi per andare a prendere dei vantaggi. Sono rischi che correremo anche domani. Se riusciremo ad evitare la prima pressione del Real, che abbiamo sofferto a Madrid, potremo far bene»

«Penso che loro sono situati a giocare grandi partite e anche abituati a giocare in condizioni ambientali non semplici. La condizione ambientale deve servire a noi, deve influire positivamente su di noi. Quello che conta è quello che si trasmette in campo. È difficile condizionare il Real Madrid.

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