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Roma sarà decisiva anche per capire a che punto è il “dualismo” Mertens-Milik

La scelta di Sarri per la formazione dell’Olimpico ci dirà qualcosa di importante sul futuro immediato del Napoli: siamo ancora legati al falso nueve o siamo pronti per un centravanti?

Roma sarà decisiva anche per capire a che punto è il “dualismo” Mertens-Milik

Dopo Torino

Il ballottaggio è il centro di gravità delle notizie sulla probabile formazione del Napoli: Mertens o Milik, Milik o Mertens? È una scelta di campo, ma è soprattutto una scelta in funzione i quello che il Napoli potrà o dovrà essere da qui alla fine della stagione. Non parliamo tanto di gerarchie al centro dell’attacco, quanto di vero e proprio atteggiamento tattico.

A Torino, il Napoli ha riassaporato una partita vera con Milik al centro dell’attacco. Tra l’altro, in un contesto tattico ed emotivo bello complesso come quello dello Juventus Stadium. Contro la miglior difesa possibile contro cui fare esperimenti. È andata bene, la prestazione di Arkadiusz non è stata splendente ma assolutamente funzionale alla squadra. Non valutabile, invece, l’ingresso/impatto di Mertens: il belga è entrato in un momento difficile della partita, a cavallo tra le polemiche che hanno spento virtualmente il risultato, quindi il gioco la possibilità di capire se farlo entrare sia stato un errore oppure no. Ora, il subbio si ripropone.

Una vecchia storia

In realtà, il dubbio si ripropone da un po’: ma come finirà con Mertens quando Milik tornerà in campo? Ce lo chiedemmo, noi napolisti, subito dopo Napoli-Torino. Qualcuno (Massimiliano Gallo) rimase era impaurito dal fatto che il Napoli dovesse (nuovamente) cambiare stile e atteggiamento, oltre che “scontentare” uno che da esterno offensivo e discontinuo di fantasia si era trasformato in un centravanti vero; qualcun altro (Alfonso Fasano) derubricò il rientro e il nuovo dualismo come un’eventualità da accettare, un esempio possibile della concorrenza nelle grandi squadre.

Ecco, in questo momento siamo a metà. Non tanto per le scelte di Sarri o per gli aspetti narrativi di questo nuovo duello per una maglia da titolare, quanto perché non sappiamo ancora cosa sia meglio per il Napoli. Oppure, cosa sia diventato meglio per il Napoli. Mertens a Madrid e contro l’Atalanta, Pavoletti a Verona e Milik (e poi Mertens) contro la Juventus. Le indicazioni che arrivano dal campo sono contrastanti, il calciatore virtualmente fuori dalle rotazioni (Pavoletti) ha portato all’unica vittoria del mini-ciclo terribile; la squadra combatte con la tendenza a crossare poco, a non crossare alto. A cercare il dialogo stretto e il pallone basso dagli esterni.

Tracciare una strada

Ecco, il punto è questo. Tra poche ore, si potrebbe dire anche tra pochi minuti, Sarri diramerà la formazione ufficiale del Napoli per il match contro la Roma. C’è il dubbio Mertens-Milik, e noi andiamo oltre la dietrologia di alcuni sulla querelle contrattuale del belga: le scelte del tecnico, oggi, ci diranno che Napoli ha in mente per il futuro. Che è il Real Madrid, il ritorno di Coppa Italia con la Juventus, la rincorsa in campionato per un secondo posto che comincia oggi e finisce a maggio.

Mertens titolare vorrebbe dire due cose antitetiche. “Mi “conservo” Milik per il Madrid, oppure “sto ancora bene col falso nueve, è ancora questo il Napoli”. Tanti significati, tanti possibili significati. Però, è già una notizia il fatto che Milik sembra riuscito a “incrinare” la struttura costruita da Sarri sulla e durante la sua assenza. Quello che non è ancora riuscito a Pavoletti, che – secondo noi – paga anche questo. Ha pagato un Napoli ancora adattato a Mertens, dimentico di cosa voglia dire avere un riferimento lì davanti. Ci stiamo riabituando, vedremo tra pochi minuti se anche Roma sarà una tappa di questo percorso. L’Olimpico sarà decisivo, per il Napoli. Per tantissime cose, anche per questo discorso tattico.

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