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Repubblica: “La Juventus nega che Agnelli sapesse degli striscioni su Superga”

Il quotidiano dedica due pagine all’inchiesta. Evidenzia che per la giustizia sportiva è ininfluente il legame con la ‘ndrangheta e dà conto della linea difensiva della società.

Repubblica: “La Juventus nega che Agnelli sapesse degli striscioni su Superga”

Due pagine dedicate all’inchiesta

Qualcosa si smuove, anche a livello mediatico. Oggi Repubblica – che già aveva dedicato qualche articolo alla vicenda e aveva preso una posizione netta contro le dichiarazioni del direttore generale della Federcalcio Michele Uva – dedica l’apertura dello sport all’inchiesta della procura federale sulla Juventus. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi fa un focus sull’accusa e sulla linea difensiva del club bianconero. Un ottimo approfondimento per comprendere di cosa stiamo parlando. Cita la telefonata tra Dominello – capo ultras Juventus e imputato al processo ‘ndrangheta Alto Piemonte – e il security manager della Juventus Alessandro D’Angelo.

Anche Repubblica centra il punto:

C’è una domanda all’origine della vicenda: Agnelli e la Juve sa- pevano di scendere a compromessi con la malavita organizzata? Dal punto di vista della giustizia sportiva conta poco, ma è su questo punto che l’Antimafia ha acceso i radar. Quando l’8 agosto scorso — a vicenda emersa — D’Angelo parla con il supporter liaison officer Alberto Pairetto (figlio dell’ex arbitro Luigi), dice di aver paura di essere invischiato «in una vicenda di mafia». Certo la Juve ha concesso biglietti favorendo il bagarinaggio per garantirsi il controllo della curva.

La difesa della Juventus

Dal punto di vista della giustizia sportiva, la posizione della Juventus è piuttosto compromessa. Del resto nessun tesserato della Juentus è indagato penalmente. Repubblica scrive che la Juventus e l’avvocato Chiappero “hanno contestato quanto sostenuto da Pecoraro, soprattutto in commissione parlamentare Antimafia: nei giorni scorsi hanno lanciato la richiesta di rendere pubblico il contenuto di quell’audizione con l’hashtag #desecretatePecoraro”. E poi aggiunge:

Il presidente Agnelli in un primo momento aveva escluso qualsiasi rapporti con Dominello, mentre l’ultima versione afferma che se incontri ci sono stati non sono mai stati a tu per tu. Nelle 36 pagine della memoria difensiva inviata alla Figc, gli avvocati escludono che sapessero di avere a che fare con ‘ndranghetisti, ma soprattutto che lui non sapeva dei contenuti dello zaino con gli striscioni. Sulla questione biglietti agli ultrà, c’è un’ammissione per D’Angelo, Merulla e Calvo: «Hanno dato biglietti oltre il consentito e il primo anno anche gratis, ma solo per garantire l’ordine pubblico e informando sem-pre le forze dell’ordine».

Il riferimento è agli striscioni su Superga.

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