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Posta Napolista – La lettera alla Lega: i playout per ravvivare la Serie A

Un nostro lettore scrive alla Lega Serie A e gira a noi la proposta: introdurre la postseason per la salvezza in modo da restituire competitività al campionato.

Posta Napolista – La lettera alla Lega: i playout per ravvivare la Serie A

Spettabile Lega Serie A,

Vi scrivo, da appassionato di calcio, dopo l’ennesima disfatta delle squadre italiane nelle coppe europee. Ormai sono anni – più di un decennio, direi – nei quali abbiamo racimolato molto poco in termini di risultati in Champions League, molto molto meno in Europa League.

La mancanza di competitività

Questo risultato indecente lo ritengo frutto di un’assoluta mancanza di competitività nel campionato italiano e provo a spiegarmi meglio in tal senso

Da quanti campionati assistiamo, sostanzialmente, alla fine di ogni lotta sportiva per lo scudetto e – ancor più – per le retrocessioni?
Quest’anno, ma anche in quelli precedenti, abbiamo di fatto tre retrocesse pressoché certe già a dicembre, con almeno 10-12 squadre che non hanno più nulla da chiedere al proprio campionato, né aspirazione alcuna, né alcuna motivazione sportiva ed atletica.

Quanto interesse potrebbero avere i calciatori a giocare partite, con un sano furore agonistico ma senza alcun obiettivo, come (ad esempio, ma senza voler essere un atto di “accusa” nei confronti di nessuna di esse) Bologna ed Udinese, Sassuolo e Torino, Cagliari e Genoa, eccetera.

Per migliorare in Europa

La perdita di abitudine alla lotta, all’agonismo generato da un obiettivo concreto, si riflette inevitabilmente nelle competizioni europee, dove siamo totalmente sprovveduti e disabituati a gareggiare per 90 minuti, a mantenere la concentrazione, a portare avanti una sfida con se stessi e contro un avversario certamente inferiore qualitativamente ma superiore mentalmente.

L’ennesima riprova l’abbiamo avuta con la Fiorentina e la Roma in Uefa (rectius Europa League), eliminate indegnamente da squadre certamente di profilo più basso.

Competitività, pure economica

Ormai lo scopo delle partite in Italia è fare il classico “golletto”, per poi speculare sullo stesso tatticamente e cercare di non subirlo, certi del fatto che l’avversario – totalmente privo di obiettivi da raggiungere – non si preoccuperà di tanto per raggiungere un pareggio o una vittoria, mentre in ambito europeo incontriamo squadre evidentemente abituate a lottare, a correre per tutta la partita, a puntare all’obiettivo della vittoria e che inevitabilmente ci battono.

La mancanza di competitività del sistema calcio in Italia sta determinando nel lungo periodo un disinteresse degli spettatori, sia nazionali che europei, nonchè mondiali, con ricadute in termini di mancate sponsorizzazioni ed introiti ai quali assisteremo al prossimo rinnovo dei diritti  televisivi.

I playout

In conclusione, la mia personale e non esaustiva soluzione, al fine di rendere un po’ più interessante il campionato, non è nella riduzione a 18 squadre, bensì nell’introduzione dei “play-out” retrocessione.

Prendiamo il caso concreto di quest’anno, alla 28ma giornata: fermo restando le due ultime che retrocederebbero direttamente (allo stato Crotone e Pescara), la terz’ultima (Palermo, ad oggi 15 punti) andrebbe a giocare con le tre precedenti i play-out, Empoli a 22 punti, Genoa a 29 punti e Sassuolo a 31.

Ma a 31 punti ci sono anche il Cagliari ed Bologna, i quali dovrebbero lottare realmente per non essere “invischiati” nei play out, così come l’Udinese a 33 punti – che non potrebbe sentirsi al riparo –  e probabilmente anche il Chievo a 38.

Rendere interessante il campionato

Con la sola introduzione di tale meccanismo per la retrocessione, quindi, si andrebbero a coinvolgere addirittura 10 e più squadre nella competizione sportiva, rendendo ogni gara realmente interessante e con un obiettivo da raggiungere in quanto, certamente, le squadre “piccole” punterebbero a far risultato tre esse ma anche con le c.d. “grandi” per racimolare punti, il tutto a vantaggio, come dico sempre, della competitivitàdel campionato e dell’abitudine a “non mollare mai”, che in ambito europeo fa la differenza tra la vittoria e la sconfitta.

Ora, non so che programmi e progetti di sviluppo la Presidenza abbia pensato per gli anni a venire per la Serie A, ma mi farebbe specie immaginare il campionato italiano allo status quo per altri anni, perché significherebbe sancire la sua definitiva eutanasia.

Vi porgo i cordiali saluti.

La risposta della Lega

La Lega Serie A ha risposto al nostro lettore. Sotto, di seguito, riportiamo testualmente il contenuto della mail:
Carissimo Dott. Puca,

La ringraziamo per la Sua mail e per le relative proposte che faremo visionare a chi di dovere.

Cordiali saluti

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