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Ponticiello, coach Napoli basket: «Ammiro Sarri, il nostro non è un miracolo ma un gran lavoro»

Il tecnico del Cuore Napoli Basket, vincitore della Coppa Italia e a caccia della promozione in A2: «Perché a Napoli se le cose vanno bene è sempre un miracolo?»

Ponticiello, coach Napoli basket: «Ammiro Sarri, il nostro non è un miracolo ma un gran lavoro»
coach Ponticiello

Pulp, decisamente pulp. Rock ma di quello grezzo, suonato nei garage, quello che parte da uno che inizia a suonare e poi tutti lo seguono. Quello che, se non hai la capacità di armonizzarti resti fuori, quello che però, può diventare anche un jazz fine, dove tutti suonano tutto e chi ascolta, alla fine, può solo ammirare l’armonia che si crea. Se per Matisse il jazz era “ritmo e significato” lo è anche la pallacanestro di Francesco “Ciccio” Ponticiello. Si, perché la metafora della band rock che impara a suonare, l’ha dettata lui nello spiegare la sua squadra sfrontata. Che, a suon di successi, sta riportando l’entusiasmo alla Napoli a spicchi.

L’uomo delle imprese

Napoli ha scelto un napoletano, di Sant’Antimo, l’uomo delle imprese. Epica quella di Reggio Calabria, prese la squadra ultima, staccata e la portò in serie A2. Perché proprio Napoli, nonostante le problematiche note degli scorsi anni? «È stata una presa di responsabilità verso la città. Napoli non può essere fuori dalla pallacanestro. Potevo aspettare offerte dalla Serie A. Ma era Napoli, ed anche in B è sempre Napoli». E lui le sfide le vive a trecentosessanta gradi, perché tutto va contestualizzato nel posto dove alleni, dove vivi, è stato cosi a Cefalù e a Matera dove ha scritto pagine importanti del basket locale. «Mi piace l’immersione totale nel luogo dove lavoro. Mi piace anche che i miei giocatori, lo facciano. Poi Napoli è una città che storicamente sa accogliere».

Come ha fatto con Nikolic, che si sta esprimendo alla grande sotto la guida tecnica del batterista da campo. Ci viene naturale, azzardare un paragone, o meglio provare a trovare un punto d’incontro tra lui e Sarri, la domanda gliela porgiamo e lui sorride: «Un grande! Magari riuscissi ad arrivare secondo in serie A. Beh Sarri adora esaltare i suoi calciatori attraverso il gioco, attraverso il sistema entro il quale tutti si ritrovano. Se anche io sono un allenatore di sistema? Si, lo sono. Sono un Sarrista, magari ci nasce anche una pagina Facebook, come per Maurizio».

Il lavoro quotidiano

Aggiunge: «Come Sarri, credo nel lavoro quotidiano, credo nei miglioramenti giorno dopo giorno, mese dopo mese, ci vuole il tempo che ci vuole,ma in palestra si crea il futuro di una squadra». Il palazzetto la domenica comincia a riempirsi, lo scetticismo sembra voler abbandonare la squadra del patron Ruggiero, che ha colto nel coach, il jolly che serve al giocatore di burraco che aspetta la chiusura, in questo caso del giro base per mettere su un concerto epico: “Il mio primo disegnino riconoscibile l’ho fatto a 18 mesi, era un orso, questo testimonia quanto era forte in me il bisogno di disegno” Questa citazione è di Andrea Pazienza, un mito molto caro a coach Ponticiello, che con la sua band a schizzetti e bozzetti sta dando vita ad un quadro che a Napoli manca da anni, da troppi anni.

La costruzione

La Coppa Italia vinta è solo l’inizio, sperano i tifosi, ma  non parlategli di miracolo: «Non è un miracolo! Non parlatemi di miracolo. C’è del lavoro dietro. Quando succede qualcosa di bello in questa città, deve essere per forza un miracolo, ed invece in questa città ci sono energie, uomini, capacità, talenti, che sono in grado di fari grandi cose».  La particolarità della sua squadra è la totale dedizione alla maglia, la motivazione e la fame che rende tutti uniti verso un obiettivo tanto storico quanto possibile: «Quando abbiamo costruito la squadra, abbiamo cercato giocatori con queste caratteristiche. Motivati e vogliosi, ma anche da un punto di vista tecnico, capaci di giocare in più ruoli. Infatti tutti nel nostro sistema possono tranquillamente giocare in più posizioni, pensa che una volta Ronconi ha giocato da cinque! Falso cinco».

Per restare in tema Sarri, il paragone ci sta.  Sembra tutto semplice, ora dall’esterno, ma all’inizio è stata dura, perché il Pala Barbuto non era pronto, né disponibile per cui la squadra ha rischiato di giocare altrove. “ Il Sindaco De Magistris e l’assessore Borriello sono stati tempestivi e hanno risolto fortunatamente la situazione in modo celere.” Sembra tutto pronto per poter rivivere emozioni che questa città stava per dimenticare.  non succede, ma se succede il Comandante Ciccio avrà la città ai suoi ordini.

 

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