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O siamo tutti matti. O il problema esiste. La sintesi del Sor Tuta

Gli errori arbitrali, le compensazioni, gli spogliatoi sfasciati, il finto stile, l’Atalanta che si dissolve e la massima di Sarri.

O siamo tutti matti. O il problema esiste. La sintesi del Sor Tuta

FALLI DA DIETRO – COMMENTO AL CAMPIONATO 2016-17
28A GIORNATA

O siamo tutti matti. O il problema esiste.
La sintesi del Sor Tuta mi sembra il commento più efficace al fatto del giorno.
Perdere così non piace a nessuno.
Ma non giustifica la reazione degli ex patonzi negli spogliatoi.
Anche perché divellere scudetti dai muri mi pare poco utile.
Tanto poi li ricomprano.
Nel parapiglia generale il più equilibrato appare l’Aeroplanino.
Si quello che prendeva a calci bottigliette quando Capello lo teneva fuori.
Lui con mitezza serafica trova le parole e la forza per scusarsi degli eccessi.

Questione di stile.

Quello che manca al Pomata, per esempio.
Da un po’ di tempo gira spot. Quello sui capelli, quello sulle patatine.
Ma lo spot che gli piace di più è quello dell’eroe. Del cavaliere senza macchia.
Proprio lui che di macchie ne ha tante.
Almeno quattordici.
Come quei quattordici assegni per un importo complessivo di 1 milione e 580 mila euro che portavano la sua firma e che arrivarono a una tabaccheria di Parma qualche annetto fa.
Aveva cominciato lui a fare la morale e ad accendere la miccia in settimana contro le proteste interiste.

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O siamo tutti matti. O il problema esiste.

È un dato di fatto che Eurovita sia la società che sponsorizza gli arbitri italiani.
Ed è un dato di fatto che Eurovita abbia legami con la famiglia Agnelli.
Così diventa difficile anche per Santa Maria Teresa di Calcutta interpretare gli episodi a favore come una coincidenza.
Se poi gli episodi sono tanti e tanti, tutti a favore, tutti dubbi, allora diventano un caso gigantesco e del tutto indifendibile.

Rassegniamoci, siamo un Paese cosí.

Beccano i politici corrotti e la gente se la prende con i giudici.
“Se il politico è indagato non si deve sapere”. Urla il Bomba dal Lingotto.
Più che interessante, sembra una proposta interessata.
Il Babbo intanto parte per Medjugorje. Avrei detto per la tangente.
Mentre il figlio senza macchia rincara: “Il pugno chiuso è un’immagine da macchietta”.

Siamo un Paese così.

Poi loro sono i più forti. E questo occorre anche riconoscerlo.
E occorre ammettere che qualche volta gli arbitri prendano abbagli anche lontano dallo Stadium.
Anche al Nou Camp, ad esempio.
Dove un paio di decisioni così così, potrebbero attenuare la sfavillante impresa del Barca.
Anche alla Favorita. Per ritornare dalle nostre parti.
Dove il gol di Nestorovski era regolare. E avrebbe potuto inguaiare vieppiù il Parapet.

Addirittura persino al San Paolo.

Due rigori ai beneamati fujenti è tutto grasso che cola.
Roba da matti.
Almeno uno, assai generoso. Come generoso il perdono all’arrembante Rog.
Compensazione, in vista della doppia visita ergastolana?
Vedete?
Tutti invidiano la mia incontaminata purezza, pregio di cui mi vanto, perché notoriamente simile a una casta ninfea di Claude Monet.
Eppure – pur non volendo – vedete come si insinua e si alimenta nella mia mente aliena la cultura del sospetto?

Sospetto.

Mattanza cinesinda a San Siro.
“Gasp!” Bofonchia il mister dei miracoli, come farebbe un cartoon di Disney.
E confessa ingenuo che la difesa non è stata concentrata come a Napoli.
Ce ne siamo accorti.
Càpita, dai. Non c’entra niente l’affare Gagliardini che comprendeva anche la gita scolastica a Milano.

Genova è blucerchiata.

I ciclisti si è aggiudicano il “Derby della Lanterna” grazie al divino Luis Muriel in attesa di palcoscenici più prestigiosi.
Il Viperetta ne approfitta per lanciare l’asta immediata in diretta.
Tanto a lui i talenti non mancano.
Guardate cosa combina Patrick Schick ventenne ceco che dribbla tutti e delizia il pubblico nell’ultimo quarto d’ora di gara.
Il Derby dei Di Francesco lo vince Federico, figlio dell’allenatore del Sassuolo. Ma a regalare la vittoria a Donadoni è una zampata del redivivo Mattia Destro.
ll lavoro dell’amato ZZ si fa notare. Ne prende altri tre dai friulani.
Ma lui dichiara serafico: “La salvezza è possibile”. Adorabile.
Siamo un Paese così.
‪Il ponte che ha ceduto sulla A14 era una struttura provvisoria.
Come tutte le cose costruite in Italia.‬

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