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Napoli di fioretto e di randello, con 11 minuti sbagliati

Il Napoli ha vinto con merito e grazie anche al destino. Rog sembra Tardelli. Sofferenza nel finale per l’ultimo cambio sbagliato da Sarri.

Napoli di fioretto e di randello, con 11 minuti sbagliati
La panchina del Napoli contro la Roma (Cuomo)

I segni di un destino favorevole

Quando alle 15:26 di ieri, sulla prima solita grave imprecisione difensiva del Napoli, ho visto Perotti solo in mezzo all’area commettere l’errore di addomesticare la palla con il braccio prima del facile tiro, e ho visto l’arbitro annullare il gol romanista, mi sono detto se questo non fosse un segno premonitore di un destino benevolo.

Poi poco dopo Szczesny ha sbagliato i tempi dell’uscita su SuperMertens subito prima di subirne il delizioso pallonetto. E mi sono convinto che forse oggi sarebbe stata una buona giornata.

Poi quando, sull’errore grave di Reina, Salah ha messo la palla sul palo invece che in quella rete che avrebbe portato tanta sofferenza al Napoli, ero ormai quasi sicuro che oggi si sarebbe vinto.

Ma i segni di un destino favorevole, manifestatosi anche sull’ultimo intervento meraviglioso di Reina in controtempo, del tutto inutile se però la traversa non avesse poi deviato il pallone, non sono sufficienti per dimostrare che il Napoli non ha meritato, anzi.

Il merito e il caso

Il Napoli ha STRAMERITATO.

La gara di oggi serve invece a non farci mai dimenticare che spesso nelle partite di calcio c’è un convitato di pietra che si chiama CASO. Che spesso quest’anno ha giocato contro il Napoli.

Ricordate il Beşiktaş? Ricordate il Sassuolo? Ricordate la Lazio?

Che una volta tanto il CASO scenda in campo con la maglia del Napoli ci deve rendere felici, perché non ha fatto altro che riequilibrare una sorte che non sempre ci è stata benigna.

Come contro l’Inter lo scorso anno

E tanto per fare un parallelismo, questa vittoria somiglia tantissimo a quella al San Paolo contro l’Inter nello scorso campionato. Vittoria meritatissima, ma sudatissima e con un finale da infarto con legni nerazzurri nel finale.

Sia allora che ieri non vincere sarebbe stata una grave ingiustizia. Ma a volte succede, e quando succede è bene ricordare anche queste giornate.

Non solo fioretto, Marko Rog “Tardelli”

In ogni caso in campo c’è stato un nuovo Napoli. Una squadra che finalmente ha usato il fioretto solo quando occorreva e ha tirato fuori il randello quando non se ne poteva fare a meno.

E il simbolo di questo nuovo Napoli è il ragazzo di cui tutti ora parlano, Marko Rog “Tardelli”.

Mi perdonino i tifosi se accosto il nome di un ex juventino al nostro Marko, anche perché Tardelli è stato pur sempre uno juventino ammirato un po’ da tutti. Rog gli somiglia molto, come carattere in campo e come piedi.

Rog è l’arma in più che il Napoli dovrà usare nel suo futuro più prossimo. In un Napoli che non faccia del possesso palla e dell’estetica l’unico mantra, un centrocampista aggressivo, energico, sfrontato, furbo e con dei piedi buonissimi può fare la differenza.

Un altro segno della giornata positiva è che mentre tornava ad aleggiare il fantasma di Manolo Gabbiadini, ancora a segno in Premier, SuperMertens ha riacquistato i suoi superpoteri. L’uomo giusto per la partita di oggi, in mezzo a una difesa romanista incapace di domarlo.

L’unica stranezza della giornata

Pochi minuti dopo l’uscita dal campo di Mertens si è però verificata l’unica vera stranezza di giornata.

L’ingresso di Zielinski al posto del belga aveva dato al Napoli ancora più equilibrio in una fase della partita pericolosissima. In quei 5 minuti di centrocampo con lui, Diawara, Rog e Hamsik, il Napoli ha rischiato pochissimo, con una diga in mezzo al campo che non lasciava spazio all’aggressività della Roma. Anzi gli azzurri sono diventati padroni del campo.

Tutto ciò fino all’incomprensibile uscita di Hamsik per l’attaccante Milik.

Undici minuti più recupero con un centrocampo indebolito e con un Napoli che ha sofferto e rischiato di buttare al vento una partita quasi dominata.

Credo che la lettura in corso della partita sia ancora uno dei punti meno forti dello staff tecnico, almeno osservando i risultati che i cambi in corso d’opera spesso producono.

Poi è arrivato Reina

Però, come hanno già detto e scritto tutti, per fortuna tra i nostri calciatori c’era un altro supereroe. SuperPepe ha dimostrato che in quella porta lui è difficilmente sostituibile.

È bene però che il Napoli inizi a pensare ad un grosso investimento economico sul nuovo portiere, perché Reina non è eterno e trovare un portiere che faccia altrettanto, non solo tra i pali ma anche in fase di disimpegno e ripartenza, richiede una ricerca accurata sul mercato. E i portieri bravi sono pochi, costano molto e giocano tutti in grandi squadre.

Record di punti fuori casa

Nel frattempo il Napoli si avvicina al suo record assoluto di punti in trasferta. Ora sono diventati 27 sui 39 disponibili, con una media di 2,08 punti a partita. Il record assoluto del Napoli è stato di 35 punti nel torneo 2013-14, primo anno di Benitez, con una media di 1,84 punti a gara.

Peccato per la media punti in casa, appena 2,14 a partita. Se in questa stagione avesse tenuto al San Paolo la stessa media punti dello scorso campionato (2,68 punti a partita), ora il Napoli avrebbe ben 7 punti in più. E nonostante la Juve “stellare”, sarebbe ancora in piena lotta per il titolo.

Ma sul latte versato è inutile piangere. Nonostante tutto il Napoli ha appena un punto in meno rispetto allo scorso fantastico campionato. Finalmente gli azzurri hanno vinto uno scontro diretto e gli obiettivi di stagione sono ancora tutti raggiungibili, occorrerà tanta fatica e sacrifici per arrivarci, ma tutto è ancora alla portata del Napoli.

Non posiamo il randello nel cassetto e proviamoci ancora.

Meritiamo tutti di vivere tante altre belle partite.

A cominciare da martedì.

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