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Napoli-Real Madrid è la rivelazione del progetto: il futuro è solo nostro

Sarri e De Laurentiis hanno costruito una squadra bellissima, giovane, di cui tutti ora conoscono le potenzialità. La strada è sicuramente quella giusta.

Napoli-Real Madrid è la rivelazione del progetto: il futuro è solo nostro

La perfezione

Può esistere una notte amara ma perfetta? Sì, la stiamo vivendo noi tifosi del Napoli. Quelli che hanno capito, quelli che hanno visto in un certo modo la partita che si è giocata questa sera al San Paolo. Dopo Juventus-Napoli 2-1, il 29 ottobre scorso, mi autodefinii come «un tifoso ottimista e sereno». Era una serata simile a questa, forse addirittura “minore” in quanto a consapevolezza del sé. Ovviamente, il sé è questo Napoli. Scrissi così, sono passati cinque mesi:

Abbiamo visto una squadra definita da tutti “imbattibile” subire un gol perfetto e avere paura di noi.

Copincollata, potete verificare. Questo è il link di quel pezzo, non ho cambiato nemmeno le virgole.

Sarri lo sa

Stasera la consapevolezza è molto più alta. Molto, molto più alta. Perché se a ottobre era la Juventus, stasera è stato il Real Madrid. I nostri difensori, in 50′ di gioco, hanno concesso una sola occasione vera a Cristiano Ronaldo, Bale, Benzema, Modric, Kroos. I nostri attaccanti hanno martellato di azioni bellissime una difesa composta da Sergio Ramos, Marcelo, Carvajal. Abbiamo dominato il Real Madrid, semplicemente. Qui non si tratta più di “giocare a calcio” contro i più forti – come scrissi ad ottobre. È qualcosa di più.

E Sarri lo sa. Lo ha scoperto, piano piano, ci ha messo del tempo e dopo un po’ di tempo ha iniziato a dirlo. In giro, ai microfoni, forse anche a sé stesso. Anche lui, questa sera, è stato perfetto nelle sue dichiarazioni. Al di là della vera e propria perla tecnica della marcatura a uomo sui calci d’angolo, una lezione serale di tattica applicata ai critici della prima ora, Sarri ha parlato troppo bene del futuro di questa squadra. «Questa grande distanza tra noi e il Real Madrid non c’è. L’abbiamo visto nei primi 50′ di gioco». Come si fa a non essere felici, questa sera? «Per noi è una botta di fiducia, questa squadra ha un grande futuro». Ripeto: come si fa a non essere felici, questa sera?

Che Sarri ci abbia messo del tempo, a capire che questa sua squadra ha un (grande) futuro, è palese. Però ce l’ha fatta, ha interiorizzato ed espresso questo concetto. Adducendo anche al mercato che verrà, nel quale si cercheranno certi giocatori «perché manca qualcosa a livello di fisicità». E ricordando che, negli ultimi venti minuti contro i campioni del mondo, lui aveva in campo un centrocampo dall’età media di 20,6 anni. Che il più giovane di quel centrocampo, nel primo tempo, aveva gestito una partita dominata contro il Real Madrid insieme a due compagni più stagionati, un ventinovenne che ormai è un’icona e un 26enne diventati “riserva” dopo l’arrivo dei giovani. E che è stato rilanciato questa sera.

De Laurentiis insista

Anche De Laurentiis lo sa. Forse da qui, da questa consapevolezza,  partiva lo sfogo (fuori luogo e fuori contesto) di Madrid. La costruzione di questa squadra e di questo club è arrivata a un punto vicinissimo all’esplosione definitiva, e i meriti sono di tutti. Perché non si arriva per caso a perdere una partita col Real Madrid solo per colpa di una situazione di gioco di missmatch. che può essere colmata col tempo, con la crescita, col lavoro. Con la fiducia.

Ecco, questo è un messaggio che va al presidente. Stasera Sarri ha capito di avere per le mani un progetto che è l’innesco di una bomba. Non l’ho mai visto così felice dopo una sconfitta, così soddisfatto. Ecco, presidente: insista anche lei. Su quello che sta facendo, su questo modo di formare la squadra. Su questo progetto che, lo ha detto lei, è affidato a un esteta e a un grande allenatore. A giocatori che sono forti oggi, che potranno essere fortissimi domani. Dei fuoriclasse veri, dopodomani.

La strada è questa, è quella giusta, è stata tracciata con l’oro luccicante della bellezza sul campo. E ha portato a un passo, davvero ad un passo, da uno scudetto e al primo quarto di Champions League della storia. Non è proprio un caso che solo Real Madrid e Juventus abbiano tolto al Napoli il tricolore dello scorso anno e questa qualificazione. Come si fa a non essere felici di questa amarezza?

La giusta compattezza

Mettersi insieme, nella vita e nel calcio, non è sempre rose e fiori. Sarri e De Laurentiis lo hanno sempre dimostrato, lo dimostrano ancora. Eppure, stanno partorendo un figlio bellissimo. Ammirato da tutti. Che va oltre gli errori comunicativi dell’allenatore (fermatisi in autunno) e del presidente, che anche stasera è stato – come dire – un po’ eccessivo. Ecco, ripartiamo dal campo. Da quello che di bello è stato costruito, messo insieme. Da una compattezza necessaria (non “per forza di cose”) all’ulteriore e definitivo salto di qualità. Che, intendiamoci, non vuol dire vincere lo scudetto.

Lo scudetto lo vince solo uno. Vuol dire presentarsi l’anno prossimo, di nuovo, contro il Real Madrid con loro che hanno paura di te. Vuol dire leggere un commento di un tifoso juventino che, dopo il pareggio di Udine, ha scritto «a me fanno più paura i due punti persi dal Napoli rispetto alla felicità per il punto guadagnato sulla Roma». Hanno dieci punti di vantaggio, sono fortissimi e vinceranno lo scudetto. Ma noi siamo lì, siamo una loro ansia e una loro angoscia. Lontana, infinitesimale, ma occupiamo i loro pensieri.

Non posso non essere ottimista e sereno, anche questa sera. Ho visto una squadra definita da tutti “imbattibile” subire un gol perfetto e avere paura di noi. Una vera paura. L’ho copincollata di nuovo, è mia e me la voglio giocare. Di nuovo, per la terza volta. Il Napoli è bellissimo, è forte, e stasera ho capito che stiamo vedendo il meglio possibile. E il futuro è nostro.

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