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Montella, italiano atipico: «Non mi sento penalizzato, niente alibi»

«Non ci dovrà essere una carica ulteriore perché ci sentiamo vittime di qualcosa, dobbiamo averla a prescindere».

Montella, italiano atipico: «Non mi sento penalizzato, niente alibi»

La conferenza stampa

Milan-Genoa, conferenza stampa di presentazione. Parla Vincenzo Montella, ed è una sorpresa. O meglio, sorprende sempre, ma solo perché siamo in Italia. E, Montella a parte, non siamo proprio abituati a certe parole. A certe posizioni.

Si parla di Juve-Milan, e il tecnico di Castello di Cisterna spiega la sua visione della cosa: «Abbiamo fatto una partita sofferta. Non voglio rifugiarmi nelle assenze, ma qualche punto fermo è mancato: Abate, Suso e Bonaventura ad esempio. Rabbia per gli episodi arbitrali? Non mi sento penalizzato, la squadra non deve cercare alibi. Guardiamo avanti, non ci dovrà essere una carica ulteriore perché ci sentiamo vittime di qualcosa, dobbiamo averla a prescindere. Per me il discorso è chiuso».

Non capita spesso, di sentire parole così in una conferenza stampa “figlia” del nostro campionato. Non capita spesso, e ci fa piacere che Montella confermi questo suo atteggiamento realistico, distaccato e in ogni caso sempre legato a dinamiche di campo. È l’atteggiamento giusto, il modo migliore per tenere i toni nella giusta dimensione. Almeno dall’interno. È un primo passo importante.

Anche il resto della conferenza è su questa linea. Sottolineiamo la frase sul derby di Milano alle 12.30 e le polemiche dei bacchettoni per uno orario “scomodo” (o “cinese”): «Il calcio è cambiato negli ultimi anni, non si può pensare di non vendere il nostro prodotto in oriente, o all’estero. È un’opportunità. Non vedo problemi, in Inghilterra lo si fa da anni. Noi siamo attori e ci dobbiamo adeguare. Da parte mia non ci sono problemi». Perfetto, lucido, calato nel suo tempo. Chapeau, Montella.

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