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La Juventus come Liborio Romano che nel 1860 assunse camorristi per mantenere l’ordine a Napoli

Durante l’Unità d’Italia, il prefetto di Napoli si rivolse alla camorra. Ci è tornato in mente leggendo del processo “Alto Piemonte” e dei presunti legami ‘ndrangheta-Juventus.

La Juventus come Liborio Romano che nel 1860 assunse camorristi per mantenere l’ordine a Napoli
Il busto di Liborio Romano

Dominello e dintorni

Già in pomeriggio la notizia perdeva quota sui siti di informazione nazionale. Il fatto che un imputato di ‘ndrangheta nel proclamarsi innocente avesse ammesso di aver incontrato il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, non faceva più notizia. Insomma, non interessava più.

‘Ndrangheta e “Alto Piemonte”

Era successo che a Torino, nell’udienza preliminare della inchiesta “Alto Piemonte”, i difensori dell’indagato Rocco Dominello, ritenuto legato alla ndrangheta di Rosarno, nella piana di Gioia Tauro, avevano confermato due incontri avuti dal presidente Agnelli con il loro assistito, Rocco Dominello, aggiungendo naturalmente che il loro cliente non era legato alla ‘ndrangheta. Processo penale, processo sportivo e riflessione politica (commissione Antimafia). Quante verità saranno accertate dai tre “tribunali” chiamati a decidere sui rapporti della società Calcistica Juventus e la curva degli ultrà filtrati anche dalla ‘ndrangheta? Nel processo penale in via di definizione, la Juventus e il suo presidente non sono sul banco degli accusati per i rapporti con gli esponenti della ‘ndrangheta.
La commissione Antimafia ha iniziato le sue audizioni e vedremo a quale conclusione giungerà.

La giustizia sportiva

Invece la giustizia sportiva sembra molto convinta delle responsabilità della Juventus e del suo presidente. Scrive nella sua “requisitoria” il procuratore della Federcalcio, il prefetto Giuseppe Pecoraro, che “per mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi ultras, Agnelli non impediva ai dipendenti, dirigenti e tesserati di avere rapporti con gli ultras tramite gli esponenti della criminalità organizzata».
Sembra di leggere la storia dell’Unità d’Italia quando a Napoli, nel 1860, il prefetto di polizia Liborio Romano, assunse camorristi per mantenere l’ordine pubblico in città.

La Juventus, non i media

Dunque, non sono i media (che in gran parte hanno ridotto a una breve la notizia della inchiesta della procura sportiva e della magistratura torinese), che hanno voluto creare  un caso Juventus. Sono le carte, le intercettazioni telefoniche, le testimonianze e le ammissioni dei protagonisti di questa ragnatela nera che avvolge lo stadio e la curva della Juventus, che hanno sollevato un vero e proprio verminaio.
Agnelli e la Juve negano i rapporti con Dominello. Potrebbero riconoscere di essere state vittime di una violenza, di un ricatto estorsivo ma invece hanno deciso di negare tutto. Probabilmente per seguire precise strategie processuali.
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