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Juventus-Ndrangheta, Agnelli confermò a D’Angelo di aver incontrato Dominello

Il Fatto Quotidiano e un retroscena che smentirebbe il presidente della Juventus sugli incontri con gli esponenti della malavita. I bianconeri rischiano una sanzione pecuniaria e l’interdizione temporanea del presidente.

Juventus-Ndrangheta, Agnelli confermò a D’Angelo di aver incontrato Dominello
Andrea Agnelli

Scrive Il Fatto Quotidiano

Nuovo capitolo della vicenda Juventus-‘Ndrangheta. Se ne occupa sempre Il Fatto Quotidiano, con un servizio a pagina 12 che si apre con il racconto di un interrogatorio del 4 agosto scorso. Che, in qualche modo, (contro)smentirebbe Andrea Agnelli sulle frequentazioni con gli esponenti ultras legati alla malavita. La persona ascoltata dalla Dda di Torino è Alessandro D’Angelo, security manager della Juventus e uomo di fiducia di Andrea Agnelli. La domanda riguarda un presunto incontro tra il presidente bianconero e Rocco Dominello, esponente a Torino del clan Pesce-Barlocco.

Scrive Il Fatto: «D’Angelo non ricorda incontri, così chiede  ottiene il permesso di telefonare al presidente, senza sapere che il suo telefono è sotto controllo. Parla con Agnelli, neanche lui ricorda con precisione un incontro con Dominello e giudica “impossibile” l’eventualità di aver parlato subito di biglietti e abbonamenti». La risposta di Agnelli è che «mai e poi mai» lui intavolerebbe certi discorsi con uno che ha appena conosciuto. In effetti, questa versione è concorde con quella di Dominello, che afferma che ci siano stati anche precedenti occasioni di incontrarsi «in piazza Cln, Agnelli su un foglio faceva degli schemi che nemmeno capivo del tutto in cui indicava la possibilità di dare abbonamenti ai gruppi».

La testimonianza di Germani

Anche Fabio Germani, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, racconta di incontri Dominello-Agnelli. Quelli che il presidente della Juventus ha categoricamente negato su Twitter. Al termine dell’indagine, per la Dda, i manager del club bianconero non sarebbero accusati di nulla e tantomeno la Juventus risulterebbe parte offesa.

Nel documento conclusivo, però, che Agnelli «avrebbe partecipato personalmente in alcune occasioni, ad alcuni incontri con esponenti della malavita organizzata per mantenere ’ordine pubblico nella curva sud dello Juventus Stadium ed evitare multe e sanzioni. Ma, al tempo stesso, non impediva a tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti ‘gruppi ultras’ e autorizzava la fornitura “di dotazioni di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza previa presentazione dei documenti».

Cosa rischia la Juventus

Il Fatto sottolinea, al termine del pezzo, che le violazioni del club bianconero riguardano «alcuni commidell’articolo 12 del codice di giustizia sportiva. Ragione per cui la società rischia qualche decina di migliaia di euro di multa, mentre il presidente rischia l’interdizione temporanea dalla carica».

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