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Analisi dei gol incassati: il Napoli soffre i palloni laterali

Juventus, Atalanta, Real Madrid, Bologna, Palermo, Torino, Sampdoria, Sassuolo, Udinese. I gol subiti dal Napoli su cross: i perché di questa difficoltà difensiva.

Analisi dei gol incassati: il Napoli soffre i palloni laterali

Una mappa dei gol subiti

Ci siamo interrogati, in questi giorni di delusione e discussione post-Juventus, sulla qualità della nostra difesa. Su cosa soffre, su cosa non va. Allora, abbiamo fatto un tour retroattivo delle ultime partite. Abbiamo visto i gol subiti. E ci siamo resi conto che il Napoli ha un tallone d’Achille. Soffre una situazione particolare. L’ha sofferta, basta riguardare le sintesi, contro: Juventus, Atalanta, Real Madrid, Bologna, Palermo, Torino, Sampdoria, Sassuolo, Udinese. Parliamo delle palle laterali, dei cross al centro. Saremmo potuti andare ancora più indietro, nel tempo, ma ci siamo fermati. Anche perché, se notoriamente tre indizi fanno una prova, noi ne abbiamo messi insieme undici. Per 13 gol subiti. Crediamo possa bastare.

Precedenti

Avevamo parlato, due volte, di questa situazione. Era dopo Bologna-Napoli, vincemmo 1-7; lo facemmo anche dopo Napoli-Sassuolo 1-1. Una vivisezione delle immagini, con commento annesso. Vi riportiamo quella di Bologna, anche perché “nasce” in un momento di partita pur influenzato dall’inferiorità numerica, ma comunque a tattiche ancora “inserite”, non inficiate dallo sfilacciamento del finale di partita.

Il Napoli è schierato in maniera perfetta secondo i dettami del 4-3-3 (4-5-1 in fase difensiva) privo di un uomo, con due linee alte e compatte che non offrono profondità. A questo punto, parte una catena di errori. Pulgar sulla destra ha troppo spazio, Insigne guarda Torosidis senza accorgersi del cileno e quindi senza accorciare su di lui. Il 5 del Bologna avrà tutto il tempo di calibrare il cross. Dall’altra parte, Zielinski tiene bene la posizione.

Sul cross di Pulgar, il polacco è però poco lesto ad accorgersi del taglio alle sue spalle dell’esterno rossoblù, mentre Hysaj si fa risucchiare al centro in una marcatura inutile: i centrali del Napoli più Ghoulam sono in parità numerica. Inoltre, il pallone viene “calcolato” male dal terzino albanese: è troppo alto per poter spiovere a centro area, quindi il suo posizionamento è sbagliato due volte. La mancata chiusura di Zielinski – a sua discolpa, qui, il fatto che di solito è Callejon e fare questo lavoro di esterno destro basso in appoggio – permette a Krejci di battere facilmente verso la porta.

Niente è cambiato

Da allora, è passato più di un mese. E il Napoli ha subito praticamente tutti i suoi gol in questo modo: quello di Benzema al Bernabeu, pure quello di Kroos se vogliamo – situazione di penetrazione e passaggio arretrato, quindi una cosa sostanzialmente diversa -, i due contro l’Atalanta e quello di Higuain contro la Juventus. Se pure volessimo escludere quest’ultimo dal conteggio, per via della chiara topica tecnica e comunicativa Reina-Koulibaly, l’idea che possa essere un errore individuale e basta striderebbe troppo con i numeri. Col fatto che il Napoli, sui palloni laterali (cross semplici e calci piazzati), soffre. E soffre enormemente.

Contro il Bologna, come abbiamo visto sopra, la causa è da dividere tra la pessima lettura di Hysaj (soprattutto) e una chiusura pigra di Zielinski. Contro il Madrid, al netto dello splendido cross d’esterno indovinato da Carvajal, la palla viene “letta” male dai due centrali e da Hysaj (in seconda battuta). Secondo il posizionamento classico di una linea a quattro, il Napoli è in perfetta linea difensiva: tre uomini contro l’attacco asimmetrico del Real, con l’esterno destro (nominale) Ronaldo in appoggio alla prima punta. Koulibaly non guarda gli avversari e non calcola bene la distanza col pallone, Albiol non riesce a tenere Benzema o comunque a impattare la palla e Hysaj non fa da terzo uomo e quindi non copre creando superiorità numerica.

L’errore dell’albanese è il meno grave, però l’assenza di calciatori del Madrid dal suo lato avrebbe potuto attrarlo “meglio” verso il pallone. In pratica, l’ex Empoli fa l’esatto contrario di quanto fatto a Bologna. E sbaglia ugualmente. Diciamo che non sa contestualizzarsi.

Atalanta

Il secondo gol subito al Bernabeu ha una dinamica che è avvicinabile a quella del colpo di testa di Benzema, anche se la situazione è differente. Nel senso: Ronaldo sfonda a destra, ma in quel caso in una zona molto più interna all’area di rigore. Inoltre, la sfida in velocità e dribbling è con Koulibaly, quindi con un difensore centrale. Il tocco all’indietro e il rimorchio di Kroos sono geniali, una delle situazioni di gioco più difficilmente leggibile e gestibile dalla difesa.

Lo step successivo è il match interno contro gli orobici. I due gol arrivano entrambi da palla laterale, un corner e una discesa di Spinazzola. Il corner viene gestito male, anche se la “giocata” che libera Caldara a tu per tu con Reina e la porta è un tocco fortuito di Albiol. Molto, davvero molto più grave, l’errore di lettura individuale sul secondo gol del difensore centrale. Al di là della superiorità numerica in campo (espulsione di Kessié), è l’intera difesa a toppare completamente la copertura.

Due uomini sull’esterno, due sull’attaccante. La prima disposizione è giusta, la seconda è esagerata. Ghoulam avrebbe potuto andare a occupare lo spazio centrale, in cui Caldara si inserisce indisturbato. È addirittura Insigne il calciatore che cerca di inseguirlo.

La frenesia dello svantaggio, lo sbilanciamento che ne deriva. Certo, sono attenuanti. Ma non cancellano una lettura posizionale semplice, di due uomini che si schiacciano troppo per seguire il centravanti e non tengono d’occhio l’unica altra possibilità a disposizione di Spinazzola.

Tattica e posizione

Il Napoli deve necessariamente curare questo aspetto del suo gioco. I gol subiti in stato di difesa posizionale, e tra questi quelli su palla proveniente dall’esterno, diventano una certezza all’aumentare della qualità dell’avversario. La stessa Roma, dopodomani, all’andata trovò in questo modo il gol del raddoppio (con Dzeko). Il resto del dispositivo del Napoli è difficilmente perforabile, anche perché la caratteristica della linea alta toglie alle squadre avversarie la possibilità di sfruttare la profondità. Come spiegato dall’analisi tattica post Juve-Napoli, il lancio lungo dalla difesa permette ai difensori di Sarri di far chiudere molte azioni con lo sbandieramento del guardalinee.

Però, ci sono da correggere questi posizionamenti sui cross avversari. Le motivazioni sono molteplici, e come abbiamo visto variano di partita in partita. Non c’è “bisogno” che il Napoli abbia molti uomini avversari in area, basti guardare Caldara per capire che la difesa di Sarri va in crisi anche con un solo attaccante da servire. La difesa a quattro, gestita in questo modo, comporta delle necessità: massima concentrazione tattica e posizionale da parte di ogni calciatore. La possibilità di migliorarla c’è. Anzi, è un dovere. Vediamo se il Napoli riuscirà ad assolverlo. gi

 

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