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Terra dei fuochi, il giornalismo privilegia il grido di dolore ai numeri della scienza

Il comitato denuncia la morte di otto bambini in due mesi. L’ospedale nega. Chi cura il registro tumore pediatrico dichiara che i dati sono in linea col resto d’Italia. Eppure i titoli sono a senso unico.

Terra dei fuochi, il giornalismo privilegia il grido di dolore ai numeri della scienza
Caivano, un campo coltivato a spinaci accanto a un terreno sequestrato

Chi cura il registro tumori non finisce nel titolo

È dura commentare una notizia del genere. Perché, come e più di tantissimi altri temi, provare a scrivere (e a parlare) della Terra dei fuochi è diventato praticamente impossibile. O ti accodi alla denuncia, o sei negazionista. Anche i dati della scienza non contano più. Passano in secondo piano rispetto alla denuncia. Oggi su alcuni quotidiani c’è la notizia della protesta del comitato delle mamme “Vittime della terra dei fuochi”. E ovviamente il solo nome del comitato induce al silenzio. Perché di fronte al dolore, non si può che restare in silenzio. E provare a capire.

Ieri in Prefettura a Napoli c’era il ministro del Mezzogiorno Claudio de Vincenti e le mamme del comitato hanno denunciato che negli ultimi venti giorni sono morti otto bambini per tumore. Numeri che l’ospedale smentisce: due in cinque mesi. Come scrive Repubblica in un articolo che racchiude perfettamente le due versioni. Le denunce del comitato che snocciolano numeri e storie che fanno rabbrividire, e la risposta della scienza.

Nella titolazione, però, non c’è gioco. Vince la protesta. La scienza viene relegata in un angolino. “Morti 8 bimbi in 20 giorni”. Poco importa che l’ospedale dica il contrario. Che il curatore del registro tumori pediatrico all’ospedale Pausilipon dichiari che «I morti dal primo dicembre 2016 a oggi sono cinque, in linea con quelli degli anni scorsi. Non posso anticipare nulla del registro tumori, ma se ci fossero stati elementi di rilievo li avremmo comunicati. Sono dati molto simili a quelli del pool nazionale».

E ancora, Mario Fusco, direttore del Registro tumore adulti della Napoli 3 – sempre sentito dal puntuale cronista di Repubblica Giuseppe Del Bello  – dice: «Se effettivamente fossero morti otto bambini, andrebbe attivata un’inchiesta epidemiologica».

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