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Sarri come Merkel, vuole un Napoli a doppia velocità

L’allenatore si sarà fatto sentire dopo il pareggio con il Palermo e ha ritoccato la preparazione fisica in vista della sfida col Real Madrid

Sarri come Merkel, vuole un Napoli a doppia velocità
Sarri abbracci Diawara (Cuomo)

Il cancelliere del Napoli

Maurizio Sarri come Angela Merkel. La cancelliera ha proposto una Europa a doppia velocità sganciata da quella ad andatura più lenta alla quale verrebbe concessa una autonomia maggiore. Non è la Brexit, ma è la certificazione del disagio che vive l’Unione europea e ha causato un rallentamento di tutte le politiche comunitarie rendendo ancora più acuta la crisi esasperata dall’accerchiamento dei disperati che vogliono lasciare l’inferno nel quale hanno vissuto e chiedono di entrare.

Non gli bastano gli apprezzamenti della critica

Non sembri irriverente il paragone, ma Sarri, a ben vedere, pretende la stessa cosa dal suo Napoli. Non gli bastano gli apprezzamenti sulla spettacolarità della manovra – solo poche squadre in Europa fanno provare le stesse emozioni, ha detto Lele Adani – ma pretende che non si giochi più alla velocità con la quale si è consentito al modestissimo Palermo di strappare un punto al San Paolo togliendone due che peseranno moltissimo sulla classifica finale al pari degli altri malamente lasciati per strada.

La rabbia dopo il Palermo

Voglio una squadra a doppia velocità ha tuonato il bagnolese che ha sciacquato la lingua in Arno e la squadra lo ha accontentato andando, crediamo, anche oltre le aspettative del tecnico. Un gioco stellare, un sincronismo perfetto e la conferma di un potenziale tecnico che tutti invidiano al Napoli. In queste ore siamo ancora frastornati dalla magnificenza dello spettacolo al quale abbiamo assistito, ma questo stato di legittima euforia non deve impedire di guardare oltre il Napoli sette-bellezze di sabato sera.

Esibizione che è arrivata al culmine di una settimana molto tesa nella quale, immaginiamo, le pareti dello spogliatoio di Castelvolturno avranno più volte tremato per effetto delle urla di don Maurizio che neanche il miglior Insigne – che è solito divertire i compagni imitando alla perfezione il mister che urla, come ha riconosciuto, ridendoci su, lo stesso Sarri – avrebbe avuto la capacità di rendere in pieno.

Il pensiero a Madrid

Saranno volate di certo parole grosse, ma, visto come sono andate le cose, il risultato è straordinariamente positivo: sette gol, un pallone-premio a testa per Mertens e Hamsik e un gioco ancora più scintillante di quello esibito a San Siro, soprattutto più continuo, più veloce, più spietato. Non c’è che dire, un felice viatico per la prima delle due partitissime, ma Sarri non vuole che si faccia alcun riferimento alla trasferta di Madrid. E meno che mai alle chance che ha il Napoli. «Ogni cosa a suo tempo, ora bisogna pensare al Genoa e non sono consentite distrazioni o, peggio ancora, fughe in avanti».

Ha ragione, come al solito, ma anche lui, giurateci, ha in testa la stessa ossessione. Lo ha dato a intendere più volte tra le righe delle risposte date a Paolo Condò: «Dalla Sansovino – la prima squadra semiprofessionistica allenata – al Real Madrid, come salto non c’è male. Oppure: un giorno potrò dire di aver giocato al Bernabeu contro la più forte squadra del mondo. Oppure ancora: la gambe ci tremeranno ma sono sicuro che non sfigureremo». Se un “generale” della sua tempra parla in questo modo, perché prendersela con la preghiera del tifoso? Lasciateci sognare, si può chiedere solo di farlo senza disturbare il manovratore e la sua truppa.

Il lavoro sulla condizione fisica

Il gioco a doppia velocità del Napoli sfoggiato ieri dal Napoli per oltre 70 dei 90 minuti, piuttosto, consente di pensare in grande. Anche perché la profondità delle trame, la capacità di attaccare lo spazio senza palla (tanto chi scatta sa che il passaggio di Zielinski, di Callejon, di Insigne e di Mertens lì arriverà), e il cinismo nelle conclusioni a rete non sono il frutto di un exploit occasionale. Ma, al contrario, il segno di una condizione fisica, mentale, e quindi anche tecnica, che è tornata a essere ottimale. Proprio ora, guarda caso, alla vigilia della trasferta di Madrid.

La coincidenza è sospetta e autorizza il cronista a ritenere che l’appannamento di forma denunciato dalla squadra un paio di mesi fa fosse programmato dallo staff tecnico per rimettere a nuovo i muscoli dei calciatori e restituire una convinzione più salda nei propri mezzi. Una pausa per tirare il fiato, insomma, nuovi carichi di lavoro per tonificare il fisico comprensibilmente arrugginito dalle fatiche fin qui sostenute. Se è andata proprio così, tanto di cappello: gli azzurri sono pronti per lo sprint dei prossimi due mesi. Nei quali si deciderà tutto. All’appuntamento con la storia il Napoli ci sarà: a doppia e magari anche a tripla velocità.

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