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Cinepanettone e Borgorosso, Repubblica e Gazzetta all’attacco di De Laurentiis

Lunghi commenti di Garlando e Crosetti sul caso Sarri-De Laurentiis: è il risultato dell’autogol comunicativo del presidente, ma anche il solito copione del giornalismo.

Cinepanettone e Borgorosso, Repubblica e Gazzetta all’attacco di De Laurentiis
Napoli

Auto-destrutturazione

Ormai, sapete come la pensiamo. Dopo due giorni di articoli, opinioni e idee, il Napolista ha chiarito la sua posizione. Le parole di De Laurentiis nel postpartita di Real Madrid-Napoli sono state un autogol comunicativo. Hanno svilito, in un momento particolare – l’immediato post-sconfitta, onorevole nel punteggio, contro una delle squadre più forti del mondo -, il lavoro di costruzione calcistico e manageriale che sta dietro il Napoli. E che è merito di De Laurentiis, da Mazzarri a oggi, anzi dalla Serie C ad oggi. In pratica, De Laurentiis ha penalizzato innanzitutto se stesso, l’altro ieri sera.

Le conseguenze di questo lavoro di destrutturazione sono vive ancora oggi. A freddo, che possibilmente è ancora peggio. Le leggiamo su Repubblica e Gazzetta. Il quotidiano di Mario Calabresi vira rispetto all’opinione di Gianni Mura, pubblicata ieri, che non prendeva le distanze dalle tesi di De Laurentiis (soprattutto quelle relative al possibile cappotto in campo). Maurizio Crosetti ha un approccio più battagliero. Comincia così: «Occorre non poco talento per costruire una squadra forte, renderla anche bella, scegliere un allenatore capace ma fuori dal gregge, privarsi di un grande attaccante e non soffrirne troppo e poi mandare tutto in vacca per vanità, incompetenza e protagonismo compulsivo».

Tornano il padrone del vapore e il Borgorosso

Dopo questa premessa, via all’esecuzione. Come se la stampa nazionale avesse inserito il pilota automatico. In passato, medesimo trattamento era riservato ad altri presidenti diciamo esuberanti, anche a Silvio Berlusconi (che viene citato). Leggiamo: «Neppure il presidente del Borgorosso avrebbe sbraitato in quel modo, a partita ancora calda, col ritorno tutto da giocare e un campionato di gran livello in corso. Invece Aurelio De Laurentiis non se l’è tenuta, ha fatto il padrone del vapore, ha parlato di soldi (non c’è nulla di più volgare, quando in teoria si sta parlando d’amore) e ha umiliato il suo allenatore, troppo signore per scendere a quel livello».

Dopo, c’è la critica a tutto quello che è stato a Madrid. Un po’ anche a quello che è stato prima. Con un livore forse eccessivo. Si attaccano le sue parole alla tattica; c’è il parallelo con Berlusconi, che «ci ha provato per anni ma senza uscire troppo dalla macchietta e soprattutto sapendo che i suoi allenatori non erano mica dei fessi, neppure quel comunista di Zaccheroni»; si attacca il «dilettantismo emotivo un po’ cialtrone», con Veltroni, Sorrentino e Maradona al seguito. Infine, la parola al campo: «Tutta fuffa, perché il campo è sempre sovrano e anche un bambino delle elementari sa che il Real è molto più forte del Napoli».

Il cinepanettone

L’altro lato del triangolo d’amore De Laurentiis-Repubblica-Gazzetta è impersonato da Luigi Garlando. Che, a pagina 2 della rosea (!) – un’altra testimonianza dell’autogol di Adl: nessuno aspettava altro -, pubblica un lungo commento in cui è immediato l’accostamento col genere cinematografico storicamente caro al presidente. «La sconfitta, la disfatta è stata aver trasformato la Champions League in un cinepanettone, essersi dimostrati assolutamente inadeguati al contesto».

Anche qui si attacca la popolazione dell’aereo della squadra che invece dovrebbe godere «dell’intimità della sacrestia». Anche qui si attacca Maradona, «che nella due giorni madridista – giurano in Spagna – difficilmente avrebbe superato la prova del
palloncino». Anche qui, poi e ovviamente, si attaccano le parole del presidente a Premium. Prima della partita: «A ridosso della partita, la sfilata del presidente in campo per parlare a quasi tutte le tv. Ve lo vedete Florentino Perez sul prato che fa lo stesso? Per dire cosa? Che gli piacerebbe Ibra allenatore».

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