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Ora possiamo pensare a chi marcherà Sergio Ramos sui corner?

Primo tempo con la testa a Madrid (ma non si può dire), Giaccherini e Massimo Mauro che racconta bei momenti (la sconfitta della Juve al Bernabeu)

Ora possiamo pensare a chi marcherà Sergio Ramos sui corner?
Sergio Ramos

Il mio Napoli – Genoa 2-0

– “Il Real è alle porte, ma noi dobbiamo pensare solo al Genoa”.
– Per onestà, bisogna ammettere che incontrare il Genoa a gennaio è un vantaggio perché più della metà della rosa non sa se il giorno successivo sarà ancora in terra ligure o in una città a caso, tipo Tallin o Madrid.
– E chi resta sa che potrebbe trovarsi nello spogliatoio a cedere la merenda e più di tre quarti di panchina alle larghe natiche di un Taarabt o a un rincalzo appesantito di qualche squadra di terza serie pakistana.
– A noi è capitato di giocarci ieri, agli inizi di febbraio, a mercato chiuso, e comunque, tra partenze, arrivi ed infortunati, il Genoa è ancora un cantiere aperto.
– Al di là di ciò, i rossoblù vantano però dei punti fermi, certezze createsi nel tempo: un presidente simpatico quanto una simulazione di Chiellini; fuori dal campo, nonostante sembra quasi che molti tifosi lo subiscano, il gemellaggio resiste da più di 30 anni ed è uno dei rarissimi casi di purezza e pulizia in questo calcio malato e senza cultura; dentro al campo, contro il Napoli si presentano sempre come una squadra scorbutica ed aggressiva, come all’andata e in tutte le stagioni; in questo particolare e freddoloso periodo dell’anno, Pandev è in letargo.

La differenza tra Moggi e Marotta

– A proposito di cultura, la faccia tosta di Marotta, in riferimento alle lamentele interiste sulle ultime follie di Rizzoli, ha difeso il tesserato bianconero che usa vestirsi di giallo e si è rammaricato che in Italia non esista più quello della sconfitta. Ricordo dichiarazioni simili da parte di Moggi, quando ancora era un affermato dirigente. A differenza del buon Beppe, Luciano non aveva bisogno di sbraitare in tv per ricordaci che esistono arbitri provenienti da Torre Annunziata.
– A proposito di Rizzoli, si è ancora una volta confermato il miglior arbitro del mondo e il peggiore in Italia.
– A proposito di Genoa, nelle ultime stagioni, abbiamo spesso prevalso. Ma anche ieri sera si è dovuto sudare più del dovuto.
Mentre pare che al Real abbiano recuperato quasi tutti. Ma non ci pensiamo.

Mai visto Ghoulam crossare così poco

– Sarà stato l’inconscio a storzellare i piedi di Hamsik, ad emarginare Insigne e a tenere lo sguardo basso a Mertens. Avrà contribuito il pressing a tutto campo e le linee strettissime degli uomini di Juric, oppure sarà che a fine stagione Sarri andrà alla Juve, Insigne al Milan, Ghoulam al Bayern, Mertens in Cina e Maggio al Real o saranno i mancati rinnovi, sta di fatto che le mirabilie ammirate a Bologna, nel primo tempo di ieri, non si sono viste e l’idea che potesse concretizzarsi un Palermo bis a qualcuno è balenata.
– Nei primi 45 minuti: mai visto Ghoulam crossare da sinistra solo un paio di volte; mai visto Insigne senza il suo tiro a giro; mai visto Hamsik toccare così pochi palloni e toccarli male. E soprattutto, mai visto fabbro Burdisso non commettere un solo fallo e Gentiletti non commettere una sola fesseria.
Mentre mi chiedo chi sarà a marcare Ramos sugli angoli. Ma non ci devo pensare.
– Le due azioni più pericolose sono state: una mezza girata del difensore Kulì finita di poco fuori e una sventola di Insigne dalla zona opposta al sua deviata in angolo da Lamanna. Dalla catena di destra (Giaccherini, Zielinski e Maggio) sono venuti fuori i palloni più interessanti. Tutte cose inedite, tutti fatti che esulano dalla perfezione sarriana vista e rivista nelle ultime e nelle penultime partite.

Lamanna dal cielo

– Il Genoa si è affacciato nell’area azzurra nei primi minuti senza creare pericoli e con il forte Simeone intorno al 20′ quando ha tirato alto non appena è entrato in area.
– Da sottolineare le due sostituzioni per infortunio di Gentiletti, che così ha terminato una partita senza cazzate, e di Veloso che probabilmente era stato uno dei migliori.
– Poca pressione, poco furore, poche idee e molta imprecisione. Nemmeno Zielinski e Diawara freschi alibi del pareggio con il Palermo hanno potuto reggere, essendo entrati in campo dal primo minuto. E nemmeno l’assenza dell’onnipresente ex Real Calle ha potuto crearne un ulteriore, essendo mancato per quasi l’intero 7-1 di Bologna.
– Sbloccare la gara per non farsi prendere dall’ansia era l’imperativo. E con un Genoa così dedito al pressing e all’attacco uno contro uno, ho sperato in un dribbling per creare superiorità numerica o in un colpo di genio. O Lamanna dal cielo che facesse una paperella.
– Nella ripresa Mertens, come ai vecchi tempi in cui entrava dalla panchina e spaccava, ha deciso che era giunto il momento di entrare nella partita. In 20 minuti galactici ha asfaltato la ferramenta genoana.

Mertens e Giaccherini

– Al 4′ ha ricevuto palla sulla sinistra, ha puntato e saltato mezza difesa e ha raggiunto il fondo. Il cross basso ha incontrato un paio di gambe prima di finire sul generoso piede di Hilijemark che con un preciso rilancio corto alla Gentiletti ha servito l’accorrente Zielinski al centro dell’area. Tiro di prima intenzione e palla nell’angolino. 1-0 e Palermo è sembrato un lontano ricordo. Più lontano della capitale iberica.
– Ancora Mertens ha provato a sorprendere Lamanna da lontano e subito dopo ha ubriacato un paio di avversari in area prima di scaricare il destro sui guantoni del portiere. Sulla ribattuta, Diawara non è stato preciso come Zielinski e ha calciato fuori.
– Il gol ha alleggerito la tensione e i pensieri, la manovra è immediatamente diventata più veloce e fluida. E sprazzi di perfezione e forti consuetudini sono tornati a manifestarsi: Ghoulam al cross, tiro a giro di Insigne e Hamsik molto più vivo e preciso. E io mi sono sentito meglio.
– La chiusura non poteva che essere del belga che con irrisoria facilità ha superato fabbro Burdisso prima di servire il pallone del 2-0 a Giaccherini che ha potuto colpire da 0 metri.
– Il risultato avrebbe potuto assumere altri connotati, ma la partita è praticamente finita lì. Giusto il tempo per preservare le gambe di Giaccherini in vista di Madrid. E vedere gli ingressi di Rog, Allan, Pavoletti e le larghe natiche di Taarabt.

Pavoletti è ancora troppo Lucarelli

– Da menzionare, Maggio che spesso ho preso di mira: attenzione, abnegazione, e pochi palloni tra i suoi piedi. Meglio di così?
Rog: una manciata di minuti in campo ma si iniziano ad intravedere le sue doti;
Pavoletti: ancora troppo Lucarelli. Il problema è che quando lo cambi con Mertens, anche l’occhio ha difficoltà ad abituarsi.
La difesa: è tornato Kulì e non subiamo tiri, né gol (non accadeva da 2 mesi).
Ghoulam è riuscito nell’impresa di tirare una punizione sopra la barriera e sotto la traversa.
– Per dimostrare che pensavamo solo al Genoa, al triplice fischio, il Genoa è stato immediatamente resettato come un fastidioso filtro tra noi e il sogno. E sono stati sdoganati pensieri più alti. Tipo l’incontro di stasera tra Fiorentina e Udinese.
– In tv, per dimostrare che il Genoa era l’unico pensiero per tutti, è mancato poco che chiedessero a Juric cosa pensasse della nonna di Zidane.
– In una intervista, ho ascoltato Giaccherini. Ha detto che quella con gli spagnoli è la classica partita bella da giocare. E da vedere, come nel mio e suo caso.

Il tour del Bernabeu

– 10 anni fa, il tour dello stadio, la visita al museo e la seduta in panchina ospiti costava 7 euro.
– A SkyJuve intanto hanno ribadito più volte che la gara si disputerà martedì.
Cioè, depistano perché la Champions è su Premium?
– Sempre a SkyJuve, nel post partita è intervenuto Mauro ricordando che il Bernabeu fa venir voglia di disputare una grande partita.
Mi son chiesto: e che ne sa lui? Come me e Giaccherini avrà fatto il giro turistico a 7 euro?
– Poi ha raccontato la sua esperienza quando giocò e perse 1-0, uscendo ai rigori 15 giorni dopo. Mi sono tornati in mente fabbro Brio e fabbro Favero quando sbagliarono i rigori decisivi. Cari ricordi d’infanzia.
– Ora però tuffiamoci in questo meraviglioso sogno. Senza timori e con facce di Marotta.
– Finalmente il Real è alle porte, cerchiamo di non pensare al Chievo.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
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