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E ora come farà il Napoli a rimettersi la maglia azzurra contro il Real Madrid?

“Non è vero ma ci credo”. A Bologna la maglia con la fascia e i pantaloncini azzurri non sono stati inediti: furono già indossati nella Coppa Italia 1964-65

E ora come farà il Napoli a rimettersi la maglia azzurra contro il Real Madrid?

Non è vero ma ci credo

Benedetto il giorno in cui qualcuno in società pensò, in modo scaramantico, di cambiare maglia. Quanti lo hanno pensato? Una, due, tre, quattro sconfitte, Atalanta, Roma, Besiktas, Juventus, troppe per palati esigenti come i napoletani, si doveva dare una svolta come si faceva negli anni passati quando il gobbo spargeva sale nelle porte dello stadio per propiziare le vittorie del Napoli dopo lunghi periodi di astinenza. Allora ci si appellò al “Non è vero ma ci credo”, al “E se poi succede?” e a tante altre frasi fatte. Non sapremo mai di chi fu l’idea, chi partorì il cambio decisivo. E tanto meno lo vogliamo sapere, come del resto non ci interessa sapere chi sono i compagni che davano fastidio a Higuain nello spogliatoio.

Benedetta la nuova maglia con la fascia

Alla fine conta solo il risultato. E quelli sono arrivati con una continuità impressionante dopo un tragico lunedì sera di fine novembre in cui Defrel infilò Pepe Reina e anche il Sassuolo fece la sua bella figura a Fuorigrotta. Bisognava fare qualcosa, arrivò l’idea, si cambiò la maglia. La gara con l’Inter e le tre pappine rifilate ai nerazzurri hanno sancito la santificazione della mise bianca, la cessione del Gonzalo traditore l’esplosione di Dries Mertens e una nuova vita per l’attacco partenopeo, orfano di colpitori di testa ma cinico e vincente con quelle gambine che mulinano palle e mandano portieri storditi negli spogliatoi ( avete creduto alla favola che Mirante si fosse fatto male?).

Il Real giocherà in maglia bianca

E adesso come la mettiamo con la scaramanzia? Come diciamo al Dio dello Scongiuro che contro il Real Madrid dobbiamo indossare di nuovo la maglia azzurra (naturalmente la più amata, non si discute) o, in subordine, quella nera? Ovvio, i galacticos vestono da sempre di bianco e le loro passerelle non le immaginano con un’altra mise, soprattutto se giocano in casa. Il Napoli sarà, quindi, costretto a lasciare da parte per una sera la sua maglia portafortuna, quella che ha permesso di inanellare ben nove risultati utili consecutivi, sette vittorie e due pareggi.

Noi con la azzurra o con la nera?

Dato per scontato che anche col Genoa i nostri super eroi vestiranno ancora di bianco, come scenderanno in campo al Bernabeu? Se si tiene fede al merchandising, la maglia potrebbe essere la nera ma se vogliamo avere ancora la nostra identità e dire “Noi siamo il Napoli” e allora che si ritorni al….passato. Questa maglia non può che essere la ben ritrovata camiseta azzurra.

Il precedente di Bologna

Qualcuno, a proposito del completo indossato sabato scorso nella storica gara di Bologna, ha parlato di “accoppiata inedita” e ha ricordato i pantaloni azzurri e la maglia bianca Buitoni del Napoli di Maradona. Scavando nel baule dei ricordi, è venuto fuori invece che lo stesso accoppiamento di Bologna fu indossato anche nelle partite di Coppa Italia della stagione 1964-5, quella che doveva poi portare alla promozione in Serie A. Maglia bianca, banda trasversale azzurra e pantaloncino azzurro fu una variante dello sfruttato completino che non prevedeva l’azzurro del pantaloncino.

La divisa utilizzata in Coppa Italia 1964-56 contro la Roma, maglia con la fascia e pantaloncini azzurri

Quel Napoli-Roma in Coppa Italia

Dopo la clamorosa affermazione del 1962, unica squadra di B a vincere il campionato e la Coppa Italia, nelle successive edizioni il Napoli fu fatto fuori quasi subito, una volta al girone eliminatorio e un’altra al secondo turno. Solo nel 1964-5, dopo un girone eliminatorio in cui aveva superato il Messina, la Lazio, il Foggia e il Palermo, si ritrova la Roma ai quarti. Così, in una partita secca, i giallorossi, detentori della Coppa, arrivano al San Paolo e in una fresca notturna del 5 maggio 1965 eliminano un Napoli poco motivato e concentrato sul rush finale del campionato. Segnano De Sisti al 13′, raddoppia Salvori al 56′ e Canè accorcia le distanze al 72′.

Il tabellino della partita :

Napoli – Roma 1-2

Cuman, Girardo, Mistone, Ronzon, Zurlini, Montefusco, Canè, Corelli, Bean, Spanio, Fanello

Matteucci, Carpenetti, Schnellinger, Tamborini, Losi, Carpanesi, Leonardi, Salvori, Nicolè, De Sisti, Nardoni

Arbitro: Roversi

La foto ritrae i due capitani che si scambiano i gagliardetti prima della gara.

Da sinistra: Schnellinger stringe la mano a Girardo (dietro di lui si nota un giovanissimo De Sisti). Alla destra del napoletano c’è Corelli e alle sue spalle il “rosso” Spanio.

Quando, il mese successivo, ventimila napoletani invasero Parma per festeggiare la promozione, nessuno si ricordò più della Coppa nazionale. Era Serie A, si respirava altra aria, finalmente.

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