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L’infortunio di Allan è una iattura, ma ora è giunto il momento di Rog

Le contingenze e le concorrenze non hanno permesso a Rog di entrare nelle rotazioni di Sarri. Ora, ecco l’opportunità giusta: il tecnico dimostri di credere davvero nel croato.

L’infortunio di Allan è una iattura, ma ora è giunto il momento di Rog

Il tempo giusto

Per chi scrive, la gestione del turnover del centrocampo del Napoli è praticamente perfetta. Sei uomini per tre maglie, i titolarissimi della stagione scorsa più Zielinski, Diawara e Rog. Difficile pensare e immaginarsi di meglio a inizio mercato, soprattutto in relazione ai valori di partenza e a quelli di arrivo. Con Hamsik intoccabile, per forza e narrazione, Allan e Jorginho hanno trovato nei giovanissimi ex Empoli e Bologna i loro migliori co-titolari.

L’unico calciatore escluso dalle rotazioni è stato Marko Rog. Gli sporadici assaggi di campo e ik match da titolare in Coppa Italia ci dicono che il croato è l’ultimo delle gerarchie di Sarri, ben distante dai calciatori che insieme a lui sono stati acquistati in estate.

Ripeto, riscrivo: non c’è nulla di male, è giusto così. Considerando, come detto, l’insostituibilità di Marek Hamsik, un apprendistato così lungo e complicato è quantomeno condivisibile. Certo, ci sono state delle forzature: Rog sarebbe potuto entrare a partita in corso in qualche altra occasione, per mettere insieme quei minuti che, per esempio, fanno la differenza tra i suoi 164′ e i 473′ di Pjaca nella Juventus. Cioè, in realtà io non credo che ci sia questa grossa variazione nei 309 minuti in più concessi da Allegri all’altro Marko croato. 309 minuti sono tre partite e mezza in tutto, ma basta leggere il numero di presenze totali (16) per rendersi conto di come questo tempo di gioco sia stato diluito. Potrei rivolgere il mio pensiero all’Inter e parlare di Gabigol. Non cambierebbe nulla.

Allan non c’è

Contingenze e concorrenze hanno fatto sì che Rog non rientrasse nella concezione di turnover di Sarri. Al di là delle suggestioni sul cambio ruolo (ll’idea sotterranea di un Rog vice-Callejon) e di modulo, non c’era e non c’è stato effettivamente modo di dare uno spazio vero all’ex Dinamo Zagabria. Non c’è stata la giusta occasione.

Ecco, ora c’è. Nel senso: l’infortunio di Allan, probabilmente, capita nel peggior momento possibile. Subito prima di Napoli-Atalanta, poco prima del ciclo terribile di inizio marzo che dirà molto – se non tutto – sul finale di stagione del Napoli. Come dire: Allan avrebbe fatto comodissimo, si sarebbe alternato con Zielinski, avrebbe continuato in questo dualismo di buonissima qualità complessiva col polacco. Che peccato, questo stop.

L’occasione

Detto questo, ora tocca a Rog. E tocca a Sarri. L’idea che il croato giochi titolare è esagerata per quanto verosimile. Sappiamo perfettamente che, a parità di condizione fisica, il ballottaggio non esiste nemmeno. Con Hamsik, certo, tantomeno con Zielinski. E soprattutto per Juve, Roma e Real Madrid (il trittico post-Atalanta). In realtà, un vero dubbio non esiste neanche con Piotr o Marek in difficoltà fisica. Della serie: solo un altro infortunio grave potrebbe davvero portare all’esclusione dei due titolarissimi dall’undici di partenza, specialmente in alcune partite.

Però, a un certo punto, qualcuno dovrà essere sostituito. È francamente impensabile che due interpreti del ruolo di mezzala, abbastanza sollecitato nella doppia fase dal sistema di Sarri, possano giocare tutti i minuti di tutte le partite. Servirà un cambio, prima o poi. Ecco: a quel punto, Sarri non faccia scherzi. Faccia entrare Rog.

È una questione di giustizia, nel senso di giusta fiducia. Al di là delle parole di De Laurentiis (chi legge il Napolista sa perfettamente che chi scrive non le ha condivise), è auspicabile che Rog possa avere quantomeno l’opportunità di dimostrare il suo valore al di là dei minuti finali a risultato acquisito. In un ruolo, quello di mezzala di riserva, che appartiene teoricamente proprio a lui. Il Napoli ha cinque centrocampisti a disposizione, in questo momento. E se Diawara e Jorginho sono complementari tra loro, in alternanza, e Zielinski e Hamsik sono le mezzali utilizzabili, Rog è la prima scelta per un subentro. 

Il tempo sbagliato

Non ci sarebbero più scuse, nel caso. Per quanto possa essere d’accordo con una gestione centellinata di un inserimento complesso come quello di Rog (l’ho scritto sopra), credo che sei mesi (da settembre fino marzo) siano un tempo ragionevole per permettere a un calciatore di giocare venti minuti di una partita di alto livello. Anche di altissimo livello, considerando la stima assoluta che Sarri ha sempre decantato nelle sue dichiarazioni su Rog. Una stima tecnica, che ora va verificata alla prova del campo. Alla prova della sostituzione.

Nessuna pressione, per carità. Sarri ha fatto le sue scelte, finora, e le ha fatte benissimo. Zielinski e Diawara, pur con un programma lento di ingresso nel gruppo, sono diventati praticamente titolari. Rog, evidentemente, non era ancora pronto. Adesso, però, pare eccessivo pensare che non possa esserlo, ancora e di nuovo ancora, in caso di necessità urgente a partita in corso. Un eventuale ingresso di Giaccherini come mezzala suonerebbe come una bocciatura, per il croato. Una bocciatura ingiustificata, anche perché – effettivamente – Rog non si è mai visto. 

Napoli-Atalanta sarà la prima occasione per capire. Per verificare la reale considerazione di Sarri nei confronti di Rog. Lontani dall’invocarlo in passato, noi ora ci sentiamo in diritto/dovere di chiedere una possibilità per lui. Siamo stati obiettivi ed oggettivi: le contingenze e le concorrenze non gli hanno permesso di entrare davvero nel Napoli. Ora, e per le prossime partite, quelle contingenze e quelle concorrenze dicono che Rog entrerà in campo. Che dovrebbe farlo. E dovrà farlo. Per il bene suo, per il bene del Napoli. Perché così Sarri dimostrerà, una volta di più, di fare il bene di questa squadra e di questa società.

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