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In difesa di Dries Mertens, anche dopo Real Madrid-Napoli

Mertens non ha giocato benissimo, ma la forza degli avversari ha inciso anche su di lui. Non c’era possibilità di sostituirlo, questa partita era “sua” di diritto.

In difesa di Dries Mertens, anche dopo Real Madrid-Napoli

Protagonista mancato

Lo sappiamo. Mertens non ha giocato bene a Madrid. Per qualcuno è stato assente, inconcludente, fuori dal gioco. Ci paiono aggettivi esagerati, eccessivi. Non ingrati, perché la gratitudine del calcio è spesso controproducente. Comunque, non ci pare l’atteggiamento giusto nei confronti di un calciatore al primo stop prestazionale dopo un’infinità di partite bellissime.

Un calciatore che, lo ricordiamo, gioca in un ruolo che non è propriamente suo. Un calciatore che, leggiamo le statistiche, resta quello che ha concluso di più verso la porta anche ieri sera (3 tentativi); ha provato addirittura 7 volte il tackle difensivo; si è trovato nel posto giusto e al momento giusto per il gol che avrebbe sistemato ogni cosa o quasi, quello del 3-2. Ha sbagliato, capita anche ai migliori. E Mertens è tra i migliori, e non è una definizione immaginifica: dall’altra parte del campo, c’è un signore, che si chiama Cristiano Ronaldo, con un solo gol in più segnato in stagione. E pure quattro Palloni d’Oro. Lì siamo al livello masterclass, i top player. Dire che Mertens è tra i migliori, dopo una stagione così, è tutt’altro che azzardato.

Protagonista involontario

Ovviamente, c’è anche un altro noviziato da considerare: quello del grande avversario. Finora, Mertens ha fatto il grande centravanti contro squadre molto meno forti del Real Madrid. Con la Juve a Torino, ad esempio, c’era lui. Ma non ricordiamo nulla di eclatante. Come dire: contestualizziamo la figura di Mertens, vediamo pure chi sono gli avversari. Ieri sera erano Sergio Ramos e Varane. Ci pare una coppia ben assortita di centrali. Ci pare una coppia che ha pure interpretato benissimo il ruolo in base alle caratteristiche dell’avversario, che solo una volta è riuscito a involarsi con la solita combo scatto+controlli volanti. Per il resto, Mertens depotenziato. Anche grazie a loro.

Poi, è venuto il dopopartita. Il riferimento velato di De Laurentiis nell’intervista a Premium. Un riferimento, questo sì, un po’ ingrato dopo il fantastico contributo offerto in termini realizzativi come attaccante centrale. Con un Milik al rientro e un Pavoletti ancora non pronto (fisicamente e tatticamente), non c’era altra scelta. Non doveva esserci altra scelta. L’abbiamo scritto pure noi, qui. Sarebbe stato da folli pensare a un cambio. Sarri, giustamente, non l’ha fatto. Mertens non ha risposto come in altre occasioni, ha avuto il pallone per correggere la sua partita ed è andato alto di poco. Succede, anche ai migliori. È un po’ lo specchio di tutto Napoli, se vogliamo.

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