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De Laurentiis è il Napoli. I soldi li mette solo lui. E solo lui può parlare

Al Napoli non serve un presidente diverso, servirebbe più concorrenza, una rete di azionisti indipendente. Ma non c’è. Comanda lui, perché investe solo lui. E nessun altro.

De Laurentiis è il Napoli. I soldi li mette solo lui. E solo lui può parlare
Aurelio De Laurentiis

Presidente mussoliniano

È passato qualche ora, abbiamo metabolizzato la quasi scontata sconfitta, siamo tornati alla normalità, e possiamo finalmente parlare di lui con la dovuta calma. Per lui s’intende il nostro presidente Aurelio De Laurentis. Il più mussoliniano dei presidenti di calcio (tanti lo sono), e non solo perché la sua missione della vita è fare tutto da solo. Mussoliniano perché quest’uomo, al culmine della sua storia calcistica (la partita di ieri), s’è alzato, è uscito sul balcone, s’è piantato le mani sui fianchi, e ha urlato alla folla vociante: ringraziate sempre me se siete arrivati fin qui. Se abbiamo perso ieri non è colpa mia. In sintesi: rompete i coglioni a Sarri.

Personalmente, sono convinto che lo sfogo di De Laurentis rientri in una categoria ben precisa. Quella di chi da anni si sente di fare il possibile e oltre, e quando a un certo punto sente puzza che la società potrebbe essere messa al muro da critiche “comparative”, perde con scientifica consapevolezza la brocca e si concede un vaffa amichevole a Sarri. Critiche che ho sentito ieri prima della gara anche da autorevoli commentatori che ironizzavano sul fatto che l’organizzazione del Madrid era perfetta e si chiedevano, con sarcasmo, “ma la nostra società quando sarà capace di raggiungere tali risultati?”.

Efficiente come un very powerful Ceo

Aurelio De Laurentis è un manager capace, che conosce il settore in cui opera e nello stesso tempo è bravissimo a imboccare i media e l’establishment, come ha fatto ieri giocando sui tempi del possibile ironico linciaggio alla sua capacità manageriale e imprenditoriale. E quindi non credo che la sua esternazione sia stato solo il risultato della pancia ma sono convinto che nelle sue “uscite” ci sia tanta testa.

De Laurentiis, nella lunga storia dei presidenti che si sono avvicendati al timone dei uno dei più difficili e complessi club di calcio italiani, è l’Homo Sapiens che segue una genia di neanderthaliani. Fra l’altro, a me sta anche simpatico. Efficiente come un very powerful CEO, introdotto negli ambienti giusti come un sindacalista, accattivante come un lobbista, non c’è da stupirsi se i giornali in questi giorni, dopo la sua uscita, non giochino e non giocheranno a freccette con la sua testa. Come sarebbe stato il caso. Ma è tutto studiato e soprattutto logico!

Il Napoli non è il Real Madrid

Ve l’immaginate, un presidente di un club come il Madrid che davanti ad un coro di proteste dei tifosi per una partita di Champions andata male, risponde con la cravatta ben annodata e il capello in ordine: ma andatevene a quel Paese? La colpa è di Zidane, prendetevela con lui!

No che non ve l’immaginate. Ludwig von Mises, forse il più grande economista del Ventesimo secolo, amava parlare di “sovranità del consumatore”. Milton Friedman descriveva l’economia come di un contesto nel quale si vota ogni giorno, in ogni momento: e gli elettori sono i consumatori. Ma perché i consumatori possano votare, non deve esserci un partito unico.

Noi siamo ospiti paganti

Il problema del Napoli è precisamente questo. A tutti i tifosi del club è ora limpidamente chiaro che viaggiamo sui voli internazionali per gentile concessione del signor De Laurentis. Noi non acquistiamo un biglietto: siamo ospiti paganti. Il presidente del Madrid (a proposito non chiamatelo Real perché a Madrid, per i madridisti, non esiste “un altro Madrid”), laddove sussiste l’azionariato popolare, avrebbe chiesto scusa ai suoi soci in cinese, e regalato all’universo mondo dei tifosi che, a torto o a ragione, si sentivano delusi, biglietti a prezzi popolari per la partita di ritorno.

I tifosi del Napoli invece si sono presi tre giorni di ferie, hanno macinato chilometri inghiottendo ritardi senza colpo ferire, si sono indebitati per essere nella storia, hanno vissuto una esperienza unica ma amara ed era quindi normale che il presidente se ne fosse uscito con la classica risposta formale di ringraziamento alle migliaia di tifosi accorsi in terra di Spagna confortandoli per un rientro sereno.

Un uomo solo al comando

Invece no, quelle di ieri erano le frasi di “un uomo solo al comando” ripetute per la rabbia di chi non ama quelli che sperperano il suo patrimonio o che comunque non lo valorizzano in pieno (Maksimovic, Tonelli, Pavoletti, ecc).

Non facciamo gli ipocriti. Il presidente è stato solo capace di manifestare il pensiero di tanti di noi. E lo fa a suo modo, spesso “fuori dalle righe”.

Non è responsabile della sua arroganza

De Laurentis è un bravo manager-imprenditore – e non è responsabile della sua arroganza. La sua è solo l’educazione del presidente- unico azionista e monopolista nel misero mondo della nostra imprenditoria e ancor di più della nostra minuta borghesia illuminata. L’unico che ha messo soldi veri, l’unico che dice ai microfoni dei media “se ho speso 25 milioni per un calciatore…” (e non utilizza mai il plurale maiestatis) per sottolineare che la mano nella tasca l’ha messa solo lui mentre noi stavamo marcendo alla ricerca di improbabili tycoon con altri obiettivi (ricordate Gaucci?).

Il presidente è quello che mangi questa minestra, o buttiamoci pure dalla finestra. Il presidente del Madrid con una rispostaccia del genere farebbe un danno al suo azionista, e rischierebbe il posto. Guai a mettere a repentaglio la reputazione del club per cui lavora.

Al Napoli servirebbe più concorrenza

Al Napoli non serve un presidente diverso. Servirebbe solo più concorrenza, servirebbe una rete di azionisti autenticamente indipendente, che potrebbe discutere e negoziare anche le uscite in sala stampa del massimo esponente della società.

A De Laurentis per essere ancora più bravo (e più gentile) serve un po’ di ansia da prestazione, del genere che solo un componente di un consiglio di amministrazione puo’ garantire.

Ma si nun mettit ‘è sord, adda cumanna’ iss ! Altrimenti state zitti!

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