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Cosa ci dice il silenzio stampa del Napoli

Nessun dietrofront del presidente De Laurentiis, alta tensione in seno alla Società Sportiva Calcio Napoli. E la sensazione di esserci fatti male da soli.

Cosa ci dice il silenzio stampa del Napoli

La decisione di entrare in silenzio stampa da parte del Napoli ci suggerisce alcune considerazioni. Innanzitutto che le dichiarazioni rilasciate da Aurelio De Laurentiis a Mediaset Premium dopo il 3-1 di Madrid non sono state frutto del caso. Oppure, se lo sono state, il presidente ha comunque deciso di non cambiare strada, di non fare alcun dietrofront.

In genere, una squadra entra in silenzio stampa quando si sente ingiustamente assediata dai media. Il caso più clamoroso resta il primo, e cioè il silenzio stampa dell’Italia ai Mondiali del 1982 che si conclusero con la vittoria della Nazionale di Bearzot. Di fatto, il Napoli non concede a Sarri o ad altri tesserati la possibilità di replicare. Anche se, va detto, Sarri mercoledì sera nella sala stampa del Bernabeu ha risposto in maniera molto serena. Ha espresso un pacato dissenso. Si è limitato a dire, in maniera condivisibile, che preferirebbe ricevere in privato i rilievi di De Laurentiis.

Alta tensione

Il silenzio stampa invia un altro segnale, poco incoraggiante. E cioè che nel Calcio Napoli evidentemente la tensione è alta, che i conflitti interni – soprattutto tra presidente e allenatore – hanno raggiunto il livello d’attenzione e si sono incamminati verso quello d’allarme. È assurdo che questo clima si sia creato all’indomani di una più che onorevole sconfitta per 3-1 sul campo del Real Madrid campione del mondo e d’Europa. Le ipotesi sono due.

La prima, la più gettonata, è che De Laurentiis abbia commesso una stupidaggine (il termine più utilizzato è cazzata) e adesso persevera perché non sa come uscirne. La seconda, decisamente minoritaria, è che in ogni caso De Laurentiis abbia attaccato alla radice il concetto di sconfitta accettabile. E stia mettendo pressione al Napoli in vista del ritorno. Come scritto questa mattina e anche ieri, noi da calciofili fatichiamo a comprendere De Laurentiis. Lo abbiamo scritto in tutte le salse.

Lui segue rotte che noi non vediamo, ricorda Paul Cayard quando strambava verso quello che a noi sembrava il nulla. Evidentemente, De Laurentiis è uno che offre il meglio di sé in burrasca. Non ama il mare calmo. Il punto è capire se anche il resto della truppa ha le sue stesse predilezioni. La sensazione di esserci fatti male da soli resta forte. Ma noi certamente abbiamo meno informazioni di De Laurentiis.

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