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Cerasa: «Noi interisti come i grillini, scarichiamo le nostre incapacità sul sistema corrotto»

Il direttore del Foglio, interista, si scaglia contro il piagnonismo interista perfetta sintesi del grillismo che trova la compiacenza dei giornali della buona borghesia calcistica.

Il direttore del Foglio

In queste schermaglie “politiche” prima o poi spunta sempre il soldato che dà ragione all’avversario, che in nome di un ideale più alto scarica i suoi. O, più semplicemente, prova a guardare con la realtà da un’altra ottica, incomprensibile per chi preferisce vivere nel confortevole complottismo in cui tutto si tiene e anche un’alzata di sopracciglia . È successo a Claudio Cerasa, direttore del Foglio (quindi anti-giustizialista per definizione) e interista di lungo corso. Che ha pubblicato una sorta di j’accuse nei confronti del popolo interista che da domenica sera strepita per l’arbitraggio di Rizzoli che effettivamente più di un dubbio lo ha lasciato.

Va anche aggiunto che Rizzoli è recidivo. Non tanto per quella testa di Bonucci così vicina alla sua ma perché fu proprio Rizzoli a scagionare il difensore juventino con una dichiarazione improvvida. In difesa di Rizzoli, ma senza farsene accorgere, con stile, l’altro giorno è sceso in campo L’ultimo uomo con un bel ritratto umano.

Nulla però in confronto allo sfogo di Cerasa che ha una posizione fortemente minoritaria (per non dire isolata) nell’universo nerazzurro. Definisce così il tifoso interista:

il prototipo del grillino perfetto, scaricando le proprie incapacità sul sistema corrotto, delegittimando gli arbitri per nascondere i propri difetti e cercando infine di cavalcare, con la complicità dei giornali della buona borghesia calcistica da tempo specializzati nell’alimentare su ogni fronte gli istinti anti casta, una penosa via giudiziaria per la risoluzione dei conflitti calcistici.

Il processo farsa contro la Juventus

Due le date chiave, secondo Cerasa, di questa involuzione del tifoso interista. Innanzitutto il 5 maggio 2002, quando l’Inter di Cuper e Ronaldo si schiantò sulla Lazio e su Poborsky e concesse alla Juventus a Udine la possibilità di festeggiare il suo ennesimo scudetto. E poi il 2006, quando venne istruito quello che Cerasa definisce “un processo farsa contro la Juventus, in cui tutte le frustrazioni degli anti casta del calcio italiano vennero prima abilmente trasformate in illeciti sportivi e poi amabilmente trasferite in forma di gogna in tutti i talk-show”.

Cerasa non ha dubbi: la Juventus non vinceva grazie a Moggi e alle Sim, ma perché aveva Buffon, Cannavaro, Zambrotta, Emerson, Del Piero, Camoranesi e Vieira mentre l’Inter degli Zé Maria, Adriano, Burdisso, Favalli e Kily González.

Un vDay contro gli ultras frignoni

Per Cerasa, ovviamente, non è solo il tifoso medio dell’Inter cui può essere affibbiata l’etichetta di moralista. Ma, aggiunge,

l’interista ha la particolarità unica di essere il punto di intersezione perfetto tra la frustrazione del popolo (la Curva Nord) e l’indignazione della borghesia (la Gazzetta dello Sport). E fino a quando il tifoso interista non avrà uno scatto d’orgoglio – e non organizzerà un bel vDay contro gli ultras frignoni pronti a sventolare allo stadio fazzoletti bianchi sognando di vincere scudetti con Guido Rossi e la moviola – continuerà ad alimentare un sistema perverso in cui sguazzano gli Ingroia e in cui verrà considerato sempre legittimo il tentativo di imporre la propria post verità per via giudiziaria. Vale nel calcio, vale nel resto. Qui siamo pronti a reagire, e voi?

 

 

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