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Caro Juventibus, niente ironia sul bel gioco del Napoli: voi non siete come noi

La Juve è all’inizio di un percorso per migliorare il proprio gioco, il Napoli è dietro in classifica ma è più bello da veder giocare. E può ancora crescere.

Caro Juventibus, niente ironia sul bel gioco del Napoli: voi non siete come noi

Ieri sera, abbiamo visto un post sulla bacheca Facebook di Juventibus. Chi conosce Il Napolista sa che con il sito che parla di Juventus in un certo modo c’è stato e c’è un rapporto di stima, anche di collaborazione. Così come con Ateralbus. L’anno scorso, poco prima dello scontro diretto allo Stadium di febbraio, pubblicammo anche una discussione incrociata sui nostri siti. Fu una bella esperienza.

Quindi, come dire: parliamo da amici/nemici, senza pregiudizi o preconcetti. Però, allo stesso tempo, vorremmo richiamare un po’ gli admin della pagina social – quindi il sito – all’ordine delle cose. Alla realtà delle cose. Il post qua sotto immortala una bella combinazione a tre al limite dell’area di rigore dell’Inter. La conclusione di Dybala, a giro, è tanta roba. A noi, però, ha colpito il breve testo del post, di accompagnamento al video: “Qui sembravamo il Barcel…pardon..il Napoli!“.

Ironia?

Ovviamente, ci pare di intendere che ci sia una ironia sottile nel post di Juventibus. Anche perché una mente minimamente obiettiva – magari la nostra, anche se siamo tendenzialmente di parte – non si sognerebbe mai di paragonare il gioco del Napoli a quello dei catalani. Sarebbe irriverente, ingeneroso e in qualche modo offensivo nei confronti dei nostri stessi calciatori. Quindi, quest’ironia è fuori luogo. Almeno fino a quando si rivolge a chi guarda il pallone con una certa onestà intellettuale.

Detto questo, come vi avevamo avvertito: richiamiamo gli admin all’ordine delle cose. L’ironia di cui è imbevuto il post è fuori luogo pure perché questa cosa che avete scritto è vera. Sembravate il Napoli. Per un attimo, siete sembrati il Napoli. Per quell’attimo lì, esatto. E per pochi altri, durante la partita con l’Inter. Che, dobbiamo dirlo, sono molti di più rispetto ad altre vostre esibizioni quest’anno. Prendiamo magari Palermo-Juventus, Juventus-Lione o big match come Juventus-Roma. Cioè, voi non siete mai stati e forse non sarete mai il Napoli. Quindi, figuratevi se avreste potuto scrivere “Barcellona”. Non potete farlo, non potete ancora farlo.

Coscienza

Sì, sappiamo tutto: avete vinto, state vincendo, probabilmente vincerete di nuovo. Siete stati i più forti, al momento lo siete ancora, dovete chiudere il campionato in questa situazione di classifica per certificare che lo sarete in senso definitivo e compiuto anche quest’anno. Nel caso dovesse andare così, nessun problema. Anche l’anno scorso, a un certo punto, abbiamo scritto che il vostro scudetto era meritato.

E ancora, rilanciamo: sappiamo di avere problemi in difesa, che il nostro gioco frizzante e spumeggiante ci porta a perdere punti rispetto a voi. L’abbiamo scritto ieri, lo sappiamo che difendete molto meglio voi e che le difese vincono gli scudetti mentre gli attacchi vendono i biglietti e fanno vincere le partite. Ne siamo coscienti, del resto la bacheca piena ce l’avete voi. Tutto quello che volete: l’organizzazione, la gestione sportiva, il logo, lo stadio. Vi riconosciamo tutto, se vi fa piacere.

Vittoria e bel gioco

Però, siate seri: voi non giocate bene come noi. E se vincete, non dovreste neanche “recriminarci” su, anche solo con la semplice ironia. Non giocate come noi: non l’avete mai fatto, non lo fate ancora, difficilmente lo farete. Oddio, potrebbe capitare. Però, se voi siete diffidenti sul nostro scudetto e così sicuri del vostro, fateci essere diffidenti su questa possibilità. Non si tratta del numero dei gol (che poi anche quello direbbe 55 a 45 per noi, in verità), ma proprio di espressione di un criterio estetico. Di un certo criterio estetico che poi è pure un primato estetico. Ed appartiene a noi. Sì, sappiamo che anche questo è fine a se stesso. Che potrebbe portare a un altro anno con la casella dei trofei occupata da uno zero. Però, proprio perché alla fine vincerete voi (ne siete così sicuri), e questa è l’unica cosa che conta (cit), allora vi poniamo una domanda: perché scimmiottare su noi poveri mortali? Perché ironizzare sulla nostra superiorità nel gioco?

Storia

Che poi, è una cosa che esiste. Ed anche se non è certificabile (voi porterete sempre il discorso sui punti in classifica), basta andare a ritroso nella storia per rendersi conto che è una situazione vecchia come il calcio. Ok, prima che lo diciate. Lo diciamo noi: gli albi d’oro non contemplano il secondo posto. E neanche il terzo (c’è anche la Roma). Però, provate a chiedere a qualche nativo di Madrid qual è il suo ricordo più vivido del Mundial 82: il Brasile di Santana o l’Italia di Bearzot? Andiamo a chiedere a un abitante di Parigi cosa gli è rimasto impresso di Germania 74: la Germania Ovest di Schoen o l’Olanda di Cruijff e Michels?

Andate a chiedere a un bambino di Baires, magari quello che ha visto il suo idolo Higuain durante Napoli-Inter dello scorso anno e Juventus-Inter di ieri sera, quando è stato più felice. Su questa cosa, ci sono i numeri, i vostri amati numeri: 3 tiri per il Pipita in 90′ qualche ora fa, di cui uno solo in porta. Durante Napoli-Inter dello scorso anno, i tiri furono giusto 2 in più, solo 5. Di cui 3 in porta. Sì, forse ora Gonzalo è felice perché è primo in classifica. È integrato nel gruppo, si diverte (come non mancate di ricordarci mai, sempre con i vostri post su Facebook). È pure dimagrito. Ma riguardatevi questa sintesi, poi ci venite a dire quando si è divertito di più. Lui, esattamente come il bimbo di Baires.

Cambiare

Con questo, non vogliamo sminuire le vostre vittorie passate, né tantomeno mettere le mani avanti sui successi che saranno. Sugli scudetti. Anzi, vi riconosciamo di aver intrapreso la strada giusta anche dal punto di vista del gioco. Siete alti in campo, provate a fare quelle combinazioni di cui sopra, tre attaccanti e mezzo titolari. Tanti applausi, che belli che siete. Però, siete in ritardo. Sui voi stessi che hanno raccontato quest’estate, sul Napoli. E questo, si legge su Facebook, vi manda ai matti.

Eppure, sappiatelo: ci vuole tempo per arrivare a noi, a quello che riusciamo a fare in attacco durante la stessa partita, in maniera continua ed asfissiante. In maniera bella da vedere, che non vorrà dire vincere (perché vincete voi) ma appaga gli occhi e l’intelletto. Concilia col pallone, col senso di questo gioco e di questo sport. Contro il Bologna, contro l’Inter, contro il Palermo che poi non vinciamo e pure contro di voi, in casa vostra. Dove l’anno scorso non abbiamo segnato e quest’anno sì, e con un’azione neanche tanto male. Un passo alla volta. Siamo più deboli, dobbiamo avvicinarci ai più forti.

Crescere

Ecco, il punto è questo. Zero gol l’anno scorso, uno quest’anno. Voi tre gol a casa nostra due anni fa, uno l’anno scorso. Noi siamo in crescita. Noi sappiamo cosa siamo, non sappiamo ancora cosa possiamo essere. Nel senso: giochiamo in un certo modo, e questo modo può anche crescere e diventare perfetto, oltre che bello a vedersi. È una possibilità che esiste, ma nel frattempo ci contentiamo della nostra bellezza. È la nostra identità, non ancora la vostra. Rassegnatevi. Voi avete il primo posto in classifica, che vi piace tanto ma piacerebbe a noi. Ci siete avanti perché il vostro modo di giocare è perfetto per vincere, e alziamo le mani. Noi non siamo la Juve, ma voi non siete il Napoli.

Solo che noi non abbiamo bisogno di sentirci Juve, stiamo provando ad attaccare il vertice attraverso la nostra strada. Quella che porta alla vittoria di partite sporche e grandi partite allo stessa maniera, senza rinunciare alla nostra identità. Voi state provando a essere Napoli. State cambiando, per farlo. State provando, a febbraio, ad essere all’altezza di come vi hanno descritti e raccontati in estate. Magari ci riuscirete, ma per il momento siete ancora lontani. Voi siete l’efficacia, noi siamo quelli belli. Questi ruoli non si cambiano, per il momento. Tranne che per pochi minuti, e nei post su Facebook.

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